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Media, Arte, Cultura

Imprevisti dell’amore

Depardieu e la Deneuve in "I tempi che cambiano". Una pellicola dove si spiega come nella vita non è mai detta l’ultima parola

di Maurizio Regosa

È intenso, pudico, dolente l?ultimo film di quel piccolo e discreto maestro che è André Téchiné. Non fa proclami né dichiarazioni sull?amore eppure su un tema così difficile dice pianamente una cosa semplice, ma che non sempre sappiamo ammettere: nessuno è pronto, preparato, capace ?naturalmente? di accogliere questo sentimento. Siamo tutti – eterosessuali come pure omosessuali – principianti desiderosi di affrontare l?esistenza con spavalderia non innocente, un po? come i corsari. Nostro malgrado ci troviamo di fronte, come accade a tutti i protagonisti di questa pellicola corale, a prove che non avevamo previsto. Si chiamano sentimenti, confusioni, contraddizioni, pulsioni non ben indirizzate e tuttavia determinanti. Incertezze e fragilità che Téchiné affida (entrambe) a ciascun personaggio, avendo tra l?altro la fortuna di poter contare su un cast veramente notevole. A quello che pare il più determinato, Antoine (Gérard Depardieu), così deciso a ritrovare la donna che l?aveva lasciato trent?anni prima e ad amarla. A Cécile (Catherine Deneuve, egualmente brava), volitiva ma solo all?apparenza. Al figlio di lei, Sami, incerto tra l?amore complice con una donna e una relazione che non sa ancora parlare con un ragazzo. Le forme dell?amore le abbiamo tutte (comprese quelle coniugale, materna e filiale) e insieme ribadiscono l?incertezza dell?accoglienza. Non resta che permettere al tempo di cambiarci, come mi pare suggerisca il titolo. Nel frattempo che l?esistenza dell?uno scorra intrecciandosi a quella dell?altro (da qui la struttura, il ritmo e lo stile del film, in cui domina la cifra, del tutto intenzionale, della casualità). L?importante è consentirsi comunque di mantenere uno spazio di dialogo, per quanto faticoso e balbettante. È come ammettere, tutti insieme, di non essere i padroni dell?esistenza. Su questo primo livello di lettura, però ne possiamo rintracciare un altro, squisitamente cinematografico, creato dal legame esplicito con L?ultimo metro di François Truffaut, nel quale appunto la Deneuve e Depardieu vivevano una passione amorosa destinata poi a sublimarsi sul palcoscenico. Un fil rouge che ci parla della distanza fra la vita e la sua rappresentazione. Fra i sentimenti come sono e come vengono raccontati. Un salto che non può scomparire. Possiamo fare del nostro meglio, ma per quanto si tenti, lo scarto rimane lì. I tempi che cambiano di André Téchiné, Francia. Con Gérard Dé pardieu e Catherine Deneuve


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