Occupazione e illegalità

In 4 mesi sono già 136 i lavoratori irregolari (metà senza contratto)

È quanto risulta dai dati sul lavoro irregolare raccolti nel terzo report dell’Osservatorio nazionale dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori: in totale, i controlli e gli illeciti registrati hanno condotto a 33 provvedimenti giudiziari. Tra le aziende controllate, il settore agricolo si conferma come ambito predominante, coinvolto in oltre il 45% delle operazioni ispettive rilevate. Per Alfonso Luzzi, presidente generale Mcl, «continuare a monitorare la situazione dei lavoratori stranieri in Italia è importante per non abbassare la guardia e comprendere quali sono le criticità che ci troviamo ad affrontare»

di Alessio Nisi

lavoro

Nei primi quattro mesi del 2025, i controlli operati da Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza e ispettorato del Lavoro su aziende distribuite in tutto il territorio nazionale hanno portato alla scoperta di 136 lavoratori irregolari, di cui 75 senza contratto, 6 senza permesso di soggiorno e 2 minorenni nel 2025.

In totale, i controlli e gli illeciti registrati hanno condotto a 33 provvedimenti giudiziari, che comprendono sospensioni dell’attività imprenditoriale, denunce penali, ammende elevate, sequestri preventivi e, in alcuni casi, arresti o misure interdittive personali.

Tra le aziende controllate, il settore agricolo si conferma come ambito predominante, coinvolto in oltre il 45% delle operazioni ispettive rilevate, seguito dal settore industriale (18%), da quello tessile (14%) e dal settore edile (9%). Altri comparti, come la ristorazione e le attività commerciali, sono emersi marginalmente, ma con violazioni comunque significative.

Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato si conferma esteso, organizzato e trasversale ai settori produttivi

Paolo Ragusa – presidente dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori

Sono i dati principali raccolti nel terzo report dell’Osservatorio nazionale dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori – Als Mcl sullo sfruttamento lavorativo, sul caporalato e sull’intermediazione illecita.

La mappa regionale delle violazioni

Più in particolare, sono state rilevate violazioni del Testo unico sicurezza sul lavoro nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto; sfruttamento lavorativo, intermediazione illecita (caporalato) e lavoro irregolare in Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto; vendita di prodotti contraffatti nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto.

Più vigilanza per garantire più sicurezza

Dai dati raccolti dal report, osserva Paolo Ragusa, presidente di Als – Mcl, emerge che le irregolarità strutturali nel mercato del lavoro italiano richiedono «il rafforzamento della vigilanza e l’applicazione piena della legge 239/2024, il cosiddetto Decreto flussi, volta a tutelare le vittime e regolare i flussi migratori, così da poter garantire maggiore sicurezza per i lavoratori e un migliore sviluppo del tessuto economico e produttivo del nostro Paese».

Per Alfonso Luzzi, presidente generale Mcl, «continuare a monitorare la situazione dei lavoratori stranieri in Italia è importante per non abbassare la guardia e comprendere quali sono le criticità che ci troviamo ad affrontare. In particolare, sappiamo che spesso i più esposti ai rischi sono gli stranieri, ed è importante che anche loro vengano tutelati e protetti, poiché rappresentano una risorsa importante, che va valorizzata e non sfruttata».

In apertura foto di u_9g0ij4177b da Pixabay

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