Welfare
In Europa consumi stabili
Presentato questa mattina il rapporto dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze.
di Redazione

In occasione del lancio della Relazione annuale 2008 sull’evoluzione del fenomeno della droga nell’Unione europea presentato questa mattina pubblichiamo la relazione del direttore dell’Osservatorio Wolfgang Götz.
«Un’analisi a freddo di quanto attualmente sappiamo del fenomeno della droga è una condizione essenziale per avviare un dibattito informato, produttivo e ragionato su questo tema complesso. Tale genere di analisi garantisce che le opinioni siano corroborate dai fatti e che i soggetti incaricati di adottare decisioni politiche difficili possano comprendere pienamente la validità delle opzioni disponibili e i benefici che ne conseguono. È questo il ragionamento sotteso alla nostra Relazione annuale 2008: evoluzione del fenomeno della droga in Europa, che siamo orgogliosi di presentare oggi a Bruxelles.
L’anno appena trasvorso è stato senza precedenti come occasione per riflettere, a livello europeo e mondiale, sull’efficacia che le politiche in materia di droga hanno dimostrato finora e sulle direzioni da seguire in futuro. L’OEDT ha contribuito attivamente su entrambi i livelli. In particolare, ha fornito un sostegno tecnico alla Commissione europea nella valutazione dell’attuale piano d’azione dell’Unione europea in materia di lotta contro la droga per il periodo 2005–08, e ha partecipato alla revisione dei progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi fissati nel 1998 dalla sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGASS) sul fenomeno della droga (1).
È gratificante sapere che l’Europa, in base agli standard internazionali, si distingue oggi come una delle regioni del mondo in cui le capacità di monitoraggio sono maggiormente sviluppate. Nonostante ciò, siamo impegnati senza riserve a ottimizzare la qualità e la pertinenza dei dati disponibili, per contribuire a una migliore definizione delle politiche e delle prassi a livello dell’UE.
La Relazione annuale dimostra che, benché i livelli di consumo delle sostanze stupefacenti continuino a essere storicamente elevati, sembra essere iniziata una fase di maggiore stabilità. Nel complesso, per la gran parte delle forme di consumo, non si rilevano incrementi importanti; al contrario, in alcune aree sembra piuttosto esserci una tendenza alla diminuzione. Gli indicatori del consumo di anfetamine ed ecstasy, per esempio, mostrano una situazione generale di stabilità o declino. E tra i dati più recenti si registrano segnali più chiari che, in alcuni paesi, anche il consumo di cannabis si sta stabilizzando o sta diminuendo tra i giovani.
La disponibilità delle opzioni terapeutiche, pur essendo ancora insufficiente, continua a migliorare in Europa, al punto che, in alcuni Stati, la maggior parte dei consumatori di eroina, un tempo considerati una popolazione sommersa, è ora in contatto, in un modo o nell’altro, con i servizi assistenziali. E mentre soltanto pochi anni fa l’infezione da HIV tra i consumatori di droga per via parenterale rappresentava un motivo di allarme nel dibattito sulle politiche in materia di droghe, nel tempo la percentuale dei nuovi casi di infezione riconducibili al consumo di droga è scesa e continua a scendere.
Siamo, inoltre, di fronte a uno scenario di maggior coesione a livello europeo nelle soluzioni scelte dagli Stati membri dell’UE per fronteggiare questo problema. Al momento, 26 Stati membri dell’UE, oltre la Croazia, la Turchia e la Norvegia, hanno adottato un documento strategico nazionale in materia di droga (un progresso rispetto ai 10 paesi del 1995), e tali documenti sono sempre più strutturati in maniera simile al piano d’azione dell’UE in materia di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo anno è stato altresì un anno di intensa attività a livello politico sul piano nazionale, dal momento che circa la metà (13) degli Stati membri dell’UE si trova in fasi diverse di un processo di revisione e rielaborazione dei rispettivi documenti strategici.
Se, da un lato, è importante riconoscere questi risultati positivi, dall’altro non si deve dimenticare che il fenomeno della droga, per la sua natura dinamica, pone sfide continue e suscita sempre nuovi timori. Basti pensare ai preoccupanti segnali relativi all’eroina, al costante incremento del consumo di cocaina, all’elevata prevalenza del virus dell’epatite C (HCV) tra i consumatori di droga per via parenterale, all’elevato numero di decessi correlati al consumo di stupefacenti, all’accresciuto numero di segnalazioni della diversione e della produzione illecita di oppiacei sintetici come il fentanil. Inoltre, la relazione rileva un aumento medio del 36 % negli Stati membri dell’UE del numero di reati in violazione delle normative sugli stupefacenti nel quinquennio tra il 2001 e il 2006. Un’attenzione speciale è riservata al rischio potenziale di consumo problematico di droga fra i giovani più vulnerabili dallo studio pubblicato oggi insieme alla Relazione annuale.
Questi aspetti preoccupanti richiamano alla mente il costo del problema degli stupefacenti per l’Europa, una delle tematiche che hanno alimentato il dibattito politico recente sugli stupefacenti e che è riproposto in più parti della relazione. Negli ultimi 12 mesi l’OEDT ha lavorato per individuare e verificare l’efficacia di strumenti comuni che possano facilitare la raccolta di dati sulla spesa pubblica associata al problema della droga in tutta l’UE. Se è vero che questa attività è ancora agli albori, in base a una nostra prima valutazione sembra che la spesa pubblica associata al fenomeno degli stupefacenti possa costare al cittadino medio europeo circa 60 EUR all’anno.
Ben più difficile, invece, è quantificare i danni causati dal consumo di droga: la tragica perdita di vite umane, gli effetti dei reati correlati agli stupefacenti, l’impatto negativo sulle comunità in cui la droga è prodotta o venduta, i danni che il traffico di stupefacenti provoca compromettendo lo sviluppo sociale e la stabilità politica dei paesi produttori e di transito. Per ricordare i danni collaterali provocati da questo problema sarebbe sufficiente pensare alle preoccupanti conseguenze dovute al transito della cocaina attraverso l’Africa occidentale.
Infine, la relazione riferisce che tutti i paesi europei svolgono al giorno d’oggi ricerche sul fenomeno della droga, da cui emergono informazioni essenziali per descrivere e comprendere l’impatto della diffusione delle sostanze illecite. Una recente relazione dell’OEDT su questo argomento offre una panoramica di come la ricerca in questo settore è organizzata in Europa. Uno studio in corso di pubblicazione, lanciato dalla Commissione europea, conterrà una serie di raccomandazioni utili per colmare le lacune a livello di conoscenze e migliorare la cooperazione tra ricercatori a livello europeo.
È quindi probabile che l’anno trascorso venga considerato come un importante anello di congiunzione nella storia delle politiche internazionali di sorveglianza della droga. L’Europa, che si prepara ad attuare un nuovo piano d’azione in materia di lotta contro la droga (2009–2012), è consapevole che oggi più che mai può contare su un maggiore accordo sulla direzione da seguire e su una più chiara comprensione delle sfide che si profilano all’orizzonte.»
Wolfgang Götz, direttore dell’ Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.