Formazione

In Francia tifiamo Continente nero

Per adesso calcio in Africa e' mezzo capace di dare opportunita' ai ragazzi

di Piero Gheddo

l Campionato mondiale di calcio ?Francia ?98? porta alla ribalta cinque squadre africane, sulle trentadue giunte alla ribalta della fase finale: Camerun, Marocco, Nigeria, Sudafrica, Tunisia. In questi casi si dice sempre: vinca il migliore! Eh, no, come missionario dico: vinca una squadra africana! Un po? per rompere il monopolio sudamericano-europeo che ha sempre dettato legge nello sport più popolare del mondo, ma soprattutto perché lo sport, il calcio in particolare, in Africa è un potentissimo mezzo di promozione umana, giovanile.

E se l?Italia perdesse in finale?In Europa il calcio è solo spettacolo e affare, in Africa, con popoli giovani che non hanno molte altre occasioni per formare una coscienza nazionale e sovranazionale, il calcio è una forte leva che può far crescere l?uomo e i popoli. Io sogno davvero una finale fra Italia e una qualunque squadra africana. Naturalmente con quest?ultima vincente, e non ai rigori.
In Africa ho visto spesso come i missionari sappiano utilizzare lo sport organizzato (soprattutto nelle città) per aggregare i giovani che non hanno più un punto di riferimento: ragazzi di strada, studenti senza soldi, giovani senza lavoro tentati da una vita criminale. Lo sport fa socializzare, crea il senso di squadra, stimola alla disciplina, all?impegno e all?onestà, fa superare le divisioni etniche in vista del bene comune.
I missionari hanno portato gli oratori in Africa, i centri sportivi. Ricordo il Centro costruito dai missionari Saveriani a Kamenge, il quartiere hutu di Bujumbura, grande, moderno, ben attrezzato, con campi da gioco, sale, divise per le squadre di pallacanestro, tennis, pallavolo, calcio. E poi il doposcuola per i giovani e le ragazze, sale di ritrovo con corsi di avviamento al lavoro, eccetera.
Mi diceva il bresciano padre Marino Bettizoli che in questo centro sportivo, in un Burundi distrutto dalle lotte tribali, riuscivano (nel 1994, l?anno delle stragi più gravi!) a far giocare assieme giovani e ragazze hutu e tutsi, in uno spirito di fraternità.

Etnie diverse, maglie uguali
In Mozambico, il cappuccino pugliese padre Prosperino da Gallipoli ha creato una sorta di impero economico con duecento cooperative agricole e di allevamento animali (?União geral das cooperativas agropecuarias?) che coinvolgono circa ottomila contadini e rappresentano la seconda potenza agricola del Paese (dopo la multinazionale ?Lonhro?). Prosperino mi diceva che «il problema di base per lo sviluppo in Africa è educare l?uomo, far prendere coscienza a uomini e donne della loro dignità, dei loro diritti e doveri, dell?importanza di collaborare fra etnie diverse. Lo sport, dopo la scuola e il lavoro, è uno dei principali luoghi educativi e formativi. Noi investiamo molto nello sport, in palestre, campi da gioco, formazione di squadre locali, campionati a livello regionale…». Eravamo, quando mi recai in Mozambico, nel periodo della guerra civile (1991), e lo sport era uno dei pochi spazi ancora liberi, in cui si poteva sperare di costruire l?uomo, la donna, la fraternità fra popolazioni diverse.
Le squadre dei Paesi africani rappresentano l?unità e l?identità popolare: in quelle di Camerun e Nigeria collaborano e convivono fianco a fianco cristiani e musulmani, gente del nord e del sud; in Sudafrica bianchi e neri; in Marocco e Tunisia giocatori chiaramente maghrebini e giocatori dalla pelle più scura, provenienti dal sud dei rispettivi Paesi.

Un simbolo per il riscattoAi Mondiali di quest?anno ?il Fenomeno? è Ronaldo, come in passato lo erano stati Maradona, Pelè o altri grandissimi campioni provenienti da famiglie poverissime, dalle ?favelas? del Brasile piuttosto che da una ?villa miseria? di Buenos Aires. Mi auguro che ?Francia ?98? lanci un personaggio nuovo nel panorama del calcio mondiale, ma che abbia un bel volto africano, simbolo del riscatto di un continente umiliato. Ecco perché davanti alla tv, guardando le partite della Coppa del mondo, non avrò dubbi: farò il tifo per le squadre africane! ?

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