Partecipazione

In Francia, una nuova classe politica cresce fuori dai partiti

Fuori dalle circoscrizioni dei partiti e dagli schemi tradizionali, Open Politics, L'académie des Futurs Leaders e Le collège citoyen de France hanno inventato nuovi modelli di partecipazione, training e accompagnamento all’impegno politico. L'obiettivo? Proteggere la vivacità della democrazia francese di fronte al rischio della rassegnazione e dell'illiberalismo

di Giulio Zucchini

Nel marzo 2026, gli elettori francesi eleggeranno 35.000 sindaci alle elezioni municipali. In un contesto politico nazionale e internazionale ad alta tensione, ripartire dai territori rappresenta un’importante opportunità per investire nella politica locale. Oltre alla difficoltà di costruire orizzonti, competenze e programmi sul lungo termine, l’esplosione dei partiti tradizionali in Francia non permette più di accompagnare la crescita e la formazione della classe politica emergente. A destra e a sinistra, i partiti tradizionali stanno progressivamente sparendo e, con loro, le infrastrutture che hanno permesso di formare i leader e le idee di domani. «La crisi democratica è il sintomo di una crisi vocazionale, di rappresentanza e di fiducia: sono sempre meno le persone che desiderano candidarsi, i cittadini non si sentono rappresentati e non hanno più fiducia nella classe politica» spiega Antoine Jochyms, 26 anni e fondatore di Open Politics, un programma di formazione alla politica creato nel 2021 con l’ambizione di «far emergere una nuova generazione di leader politici, capace di riaccendere la speranza e rivitalizzare la democrazia rappresentativa». In quattro anni Open Politics ha formato 450 persone di un’età compresa tra i 18 e i 78 anni, di destra e di sinistra, all’interno di un partito o di una lista civica. «Dal 2021, abbiamo accompagnato candidati, direttori di campagna e militanti alle elezioni. In tanti sono passati all’azione e hanno integrato un partito. Ma la politica non è innata. Per portare avanti le proprie convinzioni, è necessario avere i codici, gli strumenti e un network».

È il caso di Cyril Brulé. Architetto a Saulieu, borgo rurale di 2.400 abitanti situato nel cuore del parco naturale regionale del Morvan, sta preparando la campagna per le prossime municipali. «Invece di continuare a lamentarmi con me stesso o con gli amici, ho pensato che fosse giunto il momento di occuparsi della cosa pubblica. Questa piccola città si trova in una spirale di declino demografico e economico. Questo si riflette anche nello stato d’animo dei suoi abitanti:  voglio spezzare questo circolo vizioso. C’è bisogno di rinnovamento e di nuove idee» spiega l’architetto di 48 anni, già consigliere comunale e vice-presidente del parco del Morvan. 

Ma iniziare un percorso nella politica locale, senza etichetta e senza partito, non è semplice. L’ostacolo principale è il tempo: «Anche se la vera campagna non è ancora iniziata, devo già essere presente in numerose strutture e incontrare molte persone… Avrei bisogno di sostegno per organizzare la comunicazione, la logistica delle riunioni pubbliche, l’agenda e gli aspetti finanziari». Per potersi candidare come sindaco nei comuni francesi con più di 1000 abitanti è necessario ottenere la firma di 20 candidati consiglieri: «Non è semplice trovare candidati disposti ad accompagnarmi, servono persone disponibili, pronte a sacrificare parte della loro giornata per il bene pubblico…  è quindi necessario riunire personalità diverse, spesso molto lontane tra loro sul piano politico. Se da una parta senza un’etichetta politica, posso trovare più facilmente candidati, d’altra parte, questa strategia mi priva dell’infrastruttura che potrebbe offrirmi un partito politico e tutta la sua organizzazione. Tuttavia, i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi: con un’etichetta politica, sarebbe un fallimento assicurato». Nella Francia rurale come nelle aree urbane, la fiducia nei partiti tradizionali si sta sgretolando e le elezioni municipali del 2027 rappresentano un’opportunità preziosa per ricostruire dialogo e partecipazione tra cittadini e politica, proprio a partire dal territorio.

E se la politica facesse sognare di nuovo?

Alle elezioni europee del 2024, solo il 40% dei giovani tra i 18 e i 24 anni si è recato alle urne. «Penso che i giovani siano disgustati dalla politica nel senso istituzionale del termine, ma sono fortemente politicizzati attraverso la partecipazione alle attività associative e alle organizzazioni della società civile. È il loro modo di partecipare» sottolinea Antoine Jochyms. Il bilancio è condiviso da Alice Barbe, fondatrice dell’Accademia dei futuri leader: «I partiti politici, in maniera particolare quelli progressisti, hanno sempre meno aderenti e mancano di strategie di comunicazione che facciano sognare! Per questa ragione i cittadini investono il loro tempo nelle associazioni o nell’attivismo». Dal 2022, L’Accademia dei futuri leader ha formato una cinquantina di persone attraverso un programma intensivo di 6 mesi per conoscere e integrare la macchina politica. Inoltre, 4.500 persone hanno seguito i webinar disponibili online. Con il sostegno di circa 200 facilitatori, i partecipanti frequentano corsi che li aiutano a comprendere le istituzioni, i temi di attualità, il public speaking e il mondo dei media, e soprattutto a incontrare politici che hanno ricoperto cariche sia a livello locale che nazionale, come per esempio François Hollande e Alexis Tsipras, o parlamentari francesi, belgi, tedeschi e americani, l’ex direttore dell’intelligence statunitense e l’ex staff della Casa Bianca di Barack Obama. Secondo Alice, l’urgenza democratica non è mai stata così grande. «Un movimento internazionale reazionario si sta costituendo da una decina d’anni con l’obiettivo di conquistare il potere politico. In Francia, come anche in Italia, questi movimenti invadono lo spazio pubblico creando delle narrazioni anti-democratiche, riappropriandosi spesso di un linguaggio che difende la democrazia». 

Una politica fuori dal comune

Nel 2021, un collettivo senza precedenti composto dall’artista JR, un imprenditore, un deputato e un gruppo di professionisti si riunisce per creare il Collège citoyen de France (Collegio cittadino di Francia). L’obiettivo? «Imparare a cambiare il mondo». Nasce così la prima promozione di uomini e donne tra i 18 e i 53 anni con percorsi di vita e professioni estremamente diversi e profondamente complementari, che condividono una stessa ambizione : iniziare una carriera politica. Marie Alméras, 30 anni, ha lavorato in  Croce Rossa francese e fa parte della promozione del 2024. «La più grande forza della formazione è la creazione del collettivo: 50 persone provenienti da tutta la Francia si riuniscono per condividere e costruire un progetto politico, associativo o imprenditoriale. Formarsi insieme permette di aiutarsi, di condividere dei consigli, dei contatti e delle buone pratiche. Il Collège è un acceleratore delle competenze e relazioni». Il segreto è proprio questo: lanciare una dinamica collettiva e uscire dall’isolamento delle reti sociali. «Fare una campagna è un’esperienza umana incredibile che permette di toccare con mano la forza del collettivo». Al di là delle istanze rappresentative, la politica si esercita anche attraverso le associazioni o l’impresa. «Ho deciso di non candidarmi alle municipali nel 2026, ma questo percorso mi ha permesso di costruire il mio progetto imprenditoriale: Melting Spot. Si tratta di un coliving inclusivo per persone rifugiate e studenti, che facilita l’integrazione sociale, economica e cittadina. E’ un altro modo, non meno impattante, di fare della politica sul territorio».

Credit foto: Open Politics

FONTI

Académie des futures leaders : https://www.academiedesfutursleaders.com
Collège citoyen de France : https://www.collegecitoyen.fr
Open Politics : https://www.openpolitics.fr
Melting Spot : https://meltingspot.house

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