Non profit

In ricordo di Angelo, bil mago dei cocktail

di Redazione

A ngelo Zola era barman all’hotel Principe e Savoia di Milano, ma quando lo misero dietro a quel bancone, negli anni 50, la professione di barman ancora non era stata codificata. Lui era di Viverone, un paesino affacciato su un lago piemontese, e in quel mestiere mise tutta la passione che un uomo può applicare a una faccenda che ha a che fare con le relazioni.
Parlo di lui perché, a 30 anni dalla sua scomparsa, ho scritto un libro, con Fabio Molinari e Raffaella Quartero, sulla sua vita. E sono rimasto impressionato a leggere che quest’uomo, in tempi di crisi ben peggiori di quelle che viviamo oggi, creò una professione legata all’arte dei cocktail. Da lui nacque l’Aibes, l’Associazione italiana barman, e poco dopo l’Iba, l’associazione internazionale. A Natale mandava 10mila biglietti d’auguri, per lo più ai clienti che aveva conosciuto al bar. Nel libro c’è un pezzo di storia d’Italia, e un segreto: le relazioni. Grandiosa l’intervista che gli fece Paolo Monelli, commovente il ricordo del figlio Peppino, che oggi apre le porte del Mama Cafè a Milano, in via Caminadella. Nella sua casa di Viverone, dove radunava gli amici per fare un’epica bagna caoda, abbiamo trovato il taccuino, scritto di suo pugno, dove Angelo annotava le ricette dei cocktail, che abbiamo pubblicato in quel libricino che è una ventata di ottimismo, un manuale per i giovani in cerca di fiducia. L’Angelo dello shaker lo celebreremo a Golosaria, insieme al nipote di Hemingway, John, e i caffè storici d’Italia che in suo onore allestiranno i luoghi di incontro di un passato che è rimasto vivo in alcune città. Ma non striderà, a Golosaria (dall’8 al 10 novembre), che accanto ai caffè storici (Renzelli di Cosenza, Pedrocchi di Padova, L’Orologio di Modena, Bicerin di Torino, Fantoni di Villafranca) ci sia la postazione del Calice sicuro, che l’Istituto Cuniolo ha voluto realizzare per dire che non può esserci un problema alcol quando si ha la coscienza della misura. Lo stesso Zola, del resto, ripeteva che «il bere miscelato, è bere moderato». Ci vediamo a Golosaria!

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.