Welfare
Incidenti sul lavoro. Erano clandestini i due morti nel Milanese
Il cugino di una delle due vittime ha raccontato ai cronisti la verità: erano stati reclutati in piazzale Lotto a Milano per lavorare nel cantiere a tre/quattro euro all'ora.
di Redazione
“Guardate questi due zainetti, uno era di mio cugino morto e l’altro di un altro mio cugino che è in coma in ospedale”. E’ quanto ha affermato il cugino di due delle vittime del crollo nel cantiere nella frazione di Vighignolo di Settimo Milanese. Awat, spiega che i suoi cugini lavoravano in nero e venivano reclutati ogni mattina insieme a decine di altri extracomunitari in piazzale Lotto a Milano e portati su dei furgoni a lavorare a tre, quattro euro all’ora per oltre 10 ore nei cantieri edili del Milanese. Ricordando che la famiglia di origine proviene da una piccola città a circa 80 km da Il Cairo, Awat spiega di essere stato chiamato questa mattina al telefono e di essere accorso immediatamente trovando il corpo del cugino morto ancora sull’asfalto della strada di fronte all’impalcatura rovinosamente crollata.
Sul luogo è arrivato anche Vincenzo Agnoletto. Che ha detto: «In base alle informazioni che ho raccolto sul posto posso dire che siamo di fronte a esseri umani trattati come carne da macello, persone utilizzate come fossero oggetti, e anzi peggio, perché le merci si tenta di salvaguardarle? La tragedia odierna è il paradigma dei disastri provocati dalla deregolamentazione del mercato del lavoro. Stando alla ricostruzione dei fatti che ho potuto ascoltare sul luogo, risulterebbe che i lavoratori morti erano immigrati senza permesso di soggiorno, reclutati questa mattina in piazzale Lotto, con le logiche del caporalato più bieco, mandati a fare un lavoro che non conoscevano. Quindi non erano a conoscenza neanche delle norme di sicurezza che avrebbero dovuto rispettare, e infatti risulta che non avessero le imbragature che avrebbero forse potuto salvar loro la vita. E alla tragedia si aggiunge il fatto che, lavorando in nero, producevano ricchezza e reddito per gli italiani ma le loro famiglie non avranno diritto ad alcun risarcimento».
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