Non profit
Informatica e passioneper diffondere la culturadella donazione
onlus sotto la lente Aido, da 35 anni sul fronte organi
di Redazione
Da 35 anni è il punto di riferimento nella donazione di organi e ha agito come diffusore di una cultura che favorisce i trapianti.
È l’Aido – Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule che quest’anno ha presentato il suo primo Bilancio sociale. «Uno strumento per far conoscere quanto è stato fatto, ma anche occasione per comunicare il nostro funzionamento», spiega Vincenzo Passarelli, presidente nazionale Aido. «Tra i nostri impegni maggiori vi è certamente l’aver costituito un sistema informatico che negli anni ha favorito la raccolta delle volontà di donazione, già prima dell’entrata in vigore della legge 91/99» ricorda Passarelli.
«Nelle nostre sedi si raccoglievano gli atti olografi con le volontà dei soci, erano poco più di testimonianze morali, nel 2000 poi si è avuto il riconoscimento mentre la tessera associativa riportava la dichiarazione di volontà secondo la legge 91/99 (ex artt. 4 e 23) e la banca dati che noi avevamo costituita l’abbiamo condivisa con il sistema informatico del Centro nazionale trapianti». In pratica il Sia (Sistema informativo Aido) e il Sit (Sistema informativo trapianti, centro di raccolta e archivio dati del Cnt) sono sistemi che dialogano tra di loro. Inoltre, continua «sono in lavorazione altri 300mila nominativi che nei prossimi mesi saranno condivisi nel sistema». È un grosso impegno, considerato il milione e 119mila 970 soci (poco meno del 2% della popolazione) Aido. Le regioni che superano la media nazionale sono Valle d’Aosta (4,6%), Veneto (4,3), Emilia Romagna (3,8) e Lombardia (3,5).
Tra gli impegni più onerosi vi è quello di sensibilizzare i cittadini e lo scorso anno è stato fatto un grosso sforzo soprattutto con le sedi regionali del Sud.
«Per migliorare la nostra azione di informazione abbiamo anche trasferito la sede nazionale a Roma», ricorda Passarelli. E nazionale è stata anche la raccolta del 5 per mille. La gestione dell’associazione è certo pesante: al di là del personale dipendente, nelle spese generali tra le voci principali vi sono le utenze telefoniche – tra cui il numero verde attivo 24 ore su 24 – e il giornale associativo L’Arcobaleno.
Dal 2002 c’è una Giornata nazionale mentre per i ragazzi nel 2007 sono state distribuite, negli incontri scolastici, 30mila penne “Pellicano”, realizzate all’interno di un progetto equo e solidale con le donne della selva ecuadoriana «presentando in questo modo due iniziative di impegno solidale. Ma non ci fermiamo qui, anzi, abbiamo in serbo tante altre iniziative», conclude Passarelli.
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