Cultura
Insegnanti di sostegno: il 36% non è specializzato
Lo afferma l'Istat oggi nel suo report sull'inclusione scolastica nell'anno 2017/18. Gli alunni con disabilità sono il 3,1% degli iscritti: il 41% ha cambiato insegnante di sostegno da un anno all'altro. Solo una scuola su tre è a norma rispetto alle barriere architettoniche
di Redazione
Più di un insegnante di sostegno su tre, in Italia, non ha la specializzazione sul sostegno. L’Istat scrive nero su bianco ciò che le famiglie di alunni con disabilità sanno: «il 36% degli insegnanti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda». L’Istat ha pubblicato oggi il report “L’inclusione scolastica: accessibilità, qualità dell’offerta e caratteristiche degli alunni con sostegno”, relativo all’anno scolastico 2017/18. Per la prima volta l’indagine ha esteso il campo di osservazione anche alla scuola dell’infanzia e alla scuola secondaria di secondo grado, fornendo un quadro su tutte le scuole del territorio italiano. Si tratta complessivamente di 56.690 scuole, frequentate da 272.167 alunni con sostegno, che rappresentano il 3,1% del totale degli iscritti.
Accessibilità
Soltanto il 32% delle scuole risulta accessibile dal punto di vista delle barriere fisiche: più critica la situazione del Mezzogiorno dove soltanto il 26% di scuole è a norma. Il quadro peggiora se si considera la presenza di barriere senso-percettive che ostacolano gli spostamenti delle persone con limitazioni sensoriali: la percentuale di scuole accessibili scende in questo caso al 18% e ancora una volta la quota più bassa si registra nelle regioni del Mezzogiorno (13%).
La tecnologia
La tecnologia può svolgere una funzione di “facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica, soprattutto nel caso in cui sia facilmente fruibile e situata nel luogo in cui il gruppo classe svolge le ore di lezione; la collocazione in ambienti dedicati, esterni alla classe, può ostacolare l’interazione tra gli alunni e impedire l’utilizzo quotidiano dello strumento a supporto della didattica. Invece una scuola su quattro risulta carente di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con sostegno e contrariamente a quanto previsto per un percorso didattico inclusivo, la collocazione delle postazioni informatiche in classe risulta poco frequente (43% delle scuole). In generale, per il 9% degli alunni con sostegno, gli ausili didattici utilizzati a scuola risultano poco o per nulla adeguati alle loro esigenze.
Insegnanti di sostegno e assistenti alla comunicazione
Gli insegnanti per il sostegno sono circa 156mila (dato Miur), con un rapporto di 1,5 alunni per insegnante. Dal dettaglio territoriale emerge una maggiore dotazione di insegnanti per il sostegno nelle regioni del Mezzogiorno (1,3 alunni per insegnante). A causa della carenza di insegnanti specializzati, si riscontra una grossa quota di insegnati per il sostegno selezionata dalle liste curriculari (36%): questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord dove la quota sale al 49% mentre si riduce considerevolmente nel Mezzogiorno scendendo al 21%. Nell’anno scolastico 2017/2018, nel 13% delle scuole italiane nessun insegnante di sostegno ha frequentato un corso specifico sulle tecnologie educative, nel 61% delle scuole soltanto alcuni, mentre nei restanti casi (26%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso. In linea con il livello di formazione riscontrato si osserva uno scarso utilizzo della tecnologia da parte degli insegnanti per il sostegno: solo nella metà delle scuole italiane tutti gli insegnanti sono in grado di utilizzare la tecnologia a supporto della didattica inclusiva.
Gli alunni fruiscono in media di 14 ore settimanali di sostegno. A livello territoriale il numero di ore è maggiore nelle scuole del Mezzogiorno – mediamente 3 ore in più – rispetto a quelle rilevate nelle scuole del Nord. Negli ultimi cinque anni le ore di sostegno settimanali hanno subito un incremento del 14%, pari a 1,7 ore in più a settimana per entrambi gli ordini scolastici. L’incremento si osserva su tutto il territorio ma è più alto nelle regioni del Centro dove supera il 18% (2,2 ore in più a settimana) ed è minimo nel Mezzogiorno (10%, 1,3 ore in più), che però registrava in partenza valori medi settimanali più elevati. Circa il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore; nel Mezzogiorno la percentuale di ricorsi è doppia rispetto a quella del Nord (rispettivamente 6% e 3%). La continuità del rapporto tra docente per il sostegno e alunno non risulta ancora garantita: il 41% degli alunni ha cambiato insegnante rispetto all’anno precedente (nel Mezzogiorno il 45%, nelle regioni del Nord il 38%), mentre il 12% lo ha cambiato nel corso dell’anno scolastico: questo accade più frequentemente nelle scuole primarie del Nord, dove la percentuale sale al 14%.
Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono circa 48mila. A livello nazionale il rapporto alunno/assistente è pari a 5,1 ma nel Mezzogiorno l’offerta è decisamente inferiore (6,5 alunni ogni assistente).
Gli alunni
Gli alunni con sostegno che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado sono poco più di 165mila (3,7% degli alunni iscritti) (dato Miur). Per l’anno scolastico 2017/2018 gli alunni con sostegno che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado ammontano complessivamente a 165.260, il 3,7% degli alunni complessivi, quota in continua crescita con un incremento, negli ultimi 10 anni, di oltre il 27%. Notevoli le differenze di genere: 213 maschi ogni 100 femmine. L’incremento degli alunni con sostegno, che ha interessato le scuole primarie e secondarie di primo grado negli ultimi anni, si osserva per ogni tipologia di problema, tuttavia la quota maggiore è imputabile all’aumento di alunni con disturbo dello sviluppo che negli ultimi 5 anni sono quasi raddoppiati, passando da poco più di 22mila nell’anno scolastico 2013/2014 a oltre 43mila nell’anno scolastico 2017/2018, in linea con quanto rilevato dagli studi epidemiologici internazionali.
Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 46% degli alunni con sostegno; seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio (rispettivamente 25% e 20%). Molti gli alunni che hanno più di un problema di salute (48%). Gli alunni non autonomi in almeno una delle attività considerate costituiscono il 17,5% degli alunni con sostegno. Tra questi, il 6% ha problemi di autonomia più gravi, in quanto non è in grado di svolgere da solo nessuna delle tre attività. Nel Mezzogiorno la presenza di alunni con ridotta autonomia è maggiore rispetto al resto d’Italia (21%); di contro la percentuale più bassa si registra nelle regioni del Nord (14%). Gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Nelle scuole del Nord ricevono mediamente 3 ore di supporto in più rispetto al Mezzogiorno.
Gli alunni con sostegno che hanno problemi di autonomia passano la maggior parte del loro tempo all’interno della classe (in media 27,4 ore settimanali per la scuola primaria e 25,3 per quella secondaria) e svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3 ore settimanali nella scuola primaria e 4 nella scuola secondaria di primo grado. Il numero di ore svolte al di fuori della classe è maggiore nelle scuole del Nord e più basso nel Mezzogiorno, per entrambi gli ordini scolastici. La partecipazione degli alunni con sostegno alle uscite didattiche brevi (senza pernottamento) organizzate dalla scuola risulta piuttosto frequente (92%). Gli alunni con sostegno partecipano invece raramente alle gite d’istruzione con pernottamento: si stima che non partecipino il 76,4% degli alunni con sostegno nella scuola primaria e il 60,3% nella scuola secondaria di primo grado. I livelli di partecipazione sono molto più bassi nelle scuole del Mezzogiorno, dove la quota di non partecipanti sale consistentemente per entrambi gli ordini scolastici (92,9% scuola primaria e 76,7% nella scuola secondaria di primo grado).
Foto Pexels
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