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Inter

Al popolo nerazzurro non rimane quindi che mettere una pietra sopra la loro squadra del cuore. Un’eutanasia che è amore puro.

di Alter Ego

C?è Inter e Inter. C?è l?Inter degli irriducibili, che non guardano la realtà perché non vivono nella realtà, nella disfatta perenne di Massimo Moratti, nella gestione improbabile della panchina e degli allenatori, nell?impossibilità di reggere l?inutile perché giustificata ironia di juventini e milanisti. Quelli che condividono quest?idea dell?Inter hanno ancora in mente o nel cuore, se non erano presenti, un?altra Inter. L?Inter che vinceva tutto e tutti, la mitica Inter, l?Inter dei record e delle grandi coppe, l?Inter dei successi all?estero e degli allori in Italia. Tifosi, appassionati o amanti (le categorie sono molto diverse) si differenziano in tante cose, però alla fine sono accomunati da uno stesso pensiero, l?idea che di Dio aveva Pascal. E cioè che forse non esiste, però è meglio crederci. Ci sono però altri interisti. Figli di interisti, nipoti di interisti, padri di interisti. Interisti che alla realtà non possono rinunciare perché hanno deciso di viverci, nella realtà, di guardarla in faccia e farci i conti. Gente dell?Inter come l?altra, interisti doc, certificati e garantiti. Questa gente, però, tra l?Inter dei sogni dove non può mai accadere niente (perché se anche accade non è vero), e l?Inter della realtà dove non accade mai niente (perché cambiano tante cose, ma alla fine tutto è sempre a somma zero), non preferisce né l?una né l?altra. Perché di entrambi queste Inter, l?una ideale e perduta, l?altra reale e mai avuta, non sa che farsene. Questa gente dell?Inter ha in mente un?altra idea. Abolire l?Inter, cancellare la squadra. Più che una provocazione, un atto d?amore. Perché a volte anche un?eutanasia può esserlo. Almeno è qualcosa di reale.


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