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Io, militante di sinistra, alla messa di monsignor Bettazzi

Ci sono persone che ti propongono sguardi possibili, ti aiutano a non dare per scontato o a non cedere al rischio delle semplificazioni "buono – cattivo". Luigi Bettazzi è stata una di queste

di Andrea Morniroli

Wikimedia Commons

Il vescovo Luigi Bettazzi è stato e rimarrà una delle figure importanti del 900 per il ruolo giocato nella Chiesa, per l’impegno forte in Pax Christi per la pace e per un mondo più giusto, per la sua famosa lettera a Berliguer in un momento complicato e difficile per il Paese.

Ma qui voglio provare a ricordarlo partendo da un episodio personale (sono nato e cresciuto a Ivrea). Quando a 17 anni ho avuto le prime discussioni con mio padre  (uomo buono ma allora tendenzialmente di destra) per il mio impegno nel movimento del ‘77 e per le mie frequentazioni con le compagne e con i compagni di quella che allora veniva definita “sinistra extra-parlamentare”, una domenica mattina, come una sorta di mediazione, di tregua in quelle discussioni a cui non eravamo nei fatti abituati, accettai di andare con mio padre a messa, nella parrocchia vicino a casa. Una messa importante perché avrebbe presenziato il vescovo.

Quando arriva Bettazzi sceglie di sedersi tra la gente. Il parroco apre la celebrazione in modo strano: «Con il Vescovo Bettazzi abbiamo concordato di fare iniziare la funzione di oggi dando la parola a un operaio della Montefibre che con i suoi compagni è in lotta da giorni per difendere il posto di lavoro. E  noi preti non possiamo che stare dalla loro parte». Vi lascio immaginare la faccia di mio padre.

Parto da qui per dire che da allora in poi, in tutti i miei anni di impegno politico nella sinistra e nei movimenti, a Ivrea come dopo a Napoli, con i sui scritti, le sue posizioni, i suoi interventi Bettazzi è stato per me, ma anche per tante e tanti altri, laici e cattolici, un riferimento.

Ci sono persone che ti aiutano a orientarti nella vita. Ci sono persone che direttamente o in altri casi per casualità  o riflesso, ti offrono chiavi di lettura, ti propongono sguardi possibili, ti aiutano a non dare per scontato o a non cedere al rischio delle semplificazioni “buono – cattivo”.

Luigi Bettazzi è stata una di queste.

Sono tanti i momenti che potrei ricordare in cui le nostre strade si sono incrociate. Nel movimento pacifista, nelle battaglie ambientali. Quando convinse la Chiesa di Ivrea a dare in comodato d’uso gratuito la sala grande di un oratorio a “Radio Rosse Torri”, la radio libera del movimento eporediese, per aprire un cinema d’essai. O, ancora, quando con Pax Christi organizzammo il boicottaggio della Olivetti di Carlo De Benedetti che aveva sfruttato il ritiro di IBM dal dal mercato del Sud Africa dell’Apartheid (grazie alla spinta forte dei movimenti anti-razzisti degli Stati Uniti) per fornire alla polizia sudafricana sistemi di controllo informatici. O, ancora, quando i fascisti diedero fuoco al centro di prima accoglienza per migranti a Bellavista, un quartiere di Ivrea, Bettazzi fu il primo a arrivare, a consolare noi e i migranti che nell’incendio avevano perso tutto, rimanendo con noi tutta la notte.

Ma, forse, la cosa che voglio ricordarmi di più oggi, è il sorriso con cui ti accoglieva, il senso di tranquillità e intelligenza che emergeva dalle sue parole e dal su sguardo, a volte severo, ma mai giudicante o cattivo.

La cosa che voglio ricordarmi di più oggi, è il sorriso con cui ti accoglieva, il senso di tranquillità e intelligenza che emergeva dalle sue parole e dal su sguardo, a volte severo, ma mai giudicante o cattivo.

Andrea Morniroli

Non troverò mai le parole adatte e alte che Bettazzi trovò per ricordare Don Tonino Bello a cui fu a fianco negli ultimi e difficili giorni di vita. Posso solo dire che oggi tutti e tutte quelli e quelle che hanno a cuore l’uguaglianza e la giustizia sociale e ambientale. Che vogliono costruire pace e tutelare diritti.  Che pensano che l’incontro interculturale e la convivenza multi etnica siano l’unica chiave per immaginare un mondo davvero capace di contrastare disuguaglianze e povertà. Che credono in una politica come bene comune che non confonde mai i diritti con i favori, saranno più soli.

Ma allo stesso tempo, come ha scritto il mio amico Angelo Righetti, Bettazzi ci mancherà ma allo stesso tempo avremo con noi la “consapevolezza di aver ricevuto da Lui solo vittorie future”.

Ciao Luigi e continua a seminare dubbi e pensieri anche lassù. Ma di questo sono sicuro.

Credit foto: wikimedia commnons


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