Famiglia
Iran, quelle firme dall’estetista
Discriminazione/ L'offensiva del regime: 30mila adesioni raccolte. In modo fantasioso e rocambolesco. Per i diritti delle donne
di Redazione
L?allarme indigna, ma non stupisce: nella lista di Reporter senza frontiere, d?altronde, l?Iran, con 10 milioni di siti ?immorali? filtrati, figura al primo posto per numero di blogger intimiditi ed arrestati. Ad annunciare una nuova escalation nella censura della rete da parte del regime di Ahmadinejad si è questa volta mobilitata l?organizzazione Human Right First, la quale si dice preoccupata per la schedatura, che le autorità iraniane prevedono di rendere obbligatoria a partire dal 1° marzo, per tutti gli internauti e gestori di siti e per la recente offensiva nei confronti di molte pubblicazioni riguardanti i diritti delle donne. L?oscuramento del sito dell?Iranian Women?s Studies Foundation e di portali femministi ha di poco preceduto la chiusura (in Iran) di www.we-change.org, un sito nato l?autunno scorso e colpevole di aver lanciato e pubblicizzato la campagna <i>Un milione di firme</i>. L?iniziativa, – sostenuta tra gli altri dal premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi, dall?anziana poetessa Simin Behbahani e da Sahla Sherkat, fondatrice e direttrice dell?innovativo magazine femminile Zanan, – intende raccogliere un milione di firme per abrogare le norme legali che discriminano le donne e sancire la parità giuridica tra i sessi. Grazie ad un lavoro capillare fatto di porta a porta, riunioni nelle università, nei luoghi di lavoro, negli hammam e nei saloni di estetica, sono state già raccolte 30mila firme. Risultato insperato. Intanto i militanti di <i>Un milione di firme</i>, stando a Maura J. Casey del<i> New York Times</i>, si stanno già organizzando per aprire un altro sito. E, prendendo a prestito le parole della Ebadi, rilanciano: «Oggi la vita di una donna vale quanto l?occhio strabico di un uomo».
Il sito di Hrf è:www.humanrightsfirst.org
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