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Iran: “Se gli Usa ci attaccano colpiremo Israele”
Israele sarà il primo bersaglio dell'Iran in risposta a qualsiasi "cattiva" azione degli Stati Uniti contro Teheran. Lo ha affermato un dirigente delle Guardie rivoluzionarie iraniane.
di Redazione
Israele sarà il primo bersaglio dell’Iran, in risposta a qualsiasi “cattiva” azione degli Stati Uniti contro Teheran. Lo ha affermato un dirigente delle Guardie rivoluzionarie iraniane. “Abbiamo annunciato che dovunque l’America faccia del male, il primo luogo che colpiremo sarà Israele”, ha detto alla Isna, l’agenzia degli studenti, il contrammiraglio Mohammad-Ebrahim Dehqani, uno degli uomini impegnati nelle vaste manovre militari che l’Iran ha tenuto nel Golfo Persico all’inizio di aprile.
Teheran teme che il braccio di ferro con la comunità internazionale sul programma nucleare culmini in un attacco americano. Poche ore prima della dichiarazione di Dehqani, era stato lo stesso viceministro del Petrolio, Mohammed Hadi Nejad-Hosseinian – a New Delhi per discutere con il governo indiano della costruzione di un gasdotto – ad ammetterlo. C’è “qualche possibilità” che gli Stati Uniti optino per un attacco, ha detto Hosseinian, i cui timori non hanno però impedito all’agenzia atomica iraniana di annunciare di aver arricchito uranio al 4,8%, un livello sufficiente ad alimentare centrali nucleari, ma ben lontano da quello (80%) necessario per produrre un ordigno.
La reazione di Washington a quest’ultimo annuncio non si è fatta attendere: Nicholas Burns, inviato ai colloqui di Parigi sulla crisi iraniana, ha chiesto una risposta “severa” alle ambizioni di Teheran. “L’Iran sta costringendo la comunità internazionale a reagire in modo più deciso di quanto abbia fatto fino a oggi”.
Il regime degli Ayatollah continua a non credere che il Consiglio di sicurezza finirà per adottare sanzioni.
“Sia in occasioni ufficiali, che durante colloqui diplomatici”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, “Pechino e Mosca ci hanno detto di essere contrari alle sanzioni e all’intervento militare. Dubito che l’adozione di sanzioni sia una delle questioni in agenda al Consiglio di sicurezza”.
In attesa delle riunione dei ministri degli Esteri prevista per il 9 maggio, gli occhi sono puntati sulla riunione a Parigi dei direttori politici delle diplomazie di Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania che proporranno di rendere vincolanti le richieste dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza.
I Paesi europei chiedono al Consiglio di sicurezza di “rivolgere un messaggio fermo e unitario all’Iran”, ha dichiarato il portavoce del ministero francese degli Esteri, Jean-Baptiste Mattei.
Israele non ha mancato di far sentire la sua voce. Per il capo di stato maggiore, generale Dan Halutz, l’ipotesi di un Iran in possesso della bomba atomica rappresenta una “minaccia all’esistenza” dello Stato. “Teheran”, ha aggiunto, “sta tirando troppo la corda. Spero che non finisca per romperla”.
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