Famiglia

Iran: strage di prostitute a Mashad, città santa islamica

Si sospetta che dietro alle morti ci sia una setta di fanatici religiosi "moralizzatori"

di Gabriella Meroni

Ormai è una strage di prostitute a Mashad, città santa del mausoleo di Reza, ottavo imam dei musulmani sciti, luogo di culto per 13 milioni di pellegrini ogni anno. La ragazza uccisa ieri sera è l?ultima di una lunga lista di sangue iniziata esattamente un anno fa. Con una continuità ossessiva, meticolosa, sono state ammazzate tutte nella stessa maniera. Tutte con il foulard stretto intorno alla gola e ricoperte, senza essere state sfiorate, dallo chador. Ecco perché gli investigatori sono ormai certi si tratti di un gruppo di fanatici moralizzatori. Non violentano le loro vittime: per loro sarebbe una sporcizia immonda. Vogliono semplicemente eliminarle, depurare la società da un elemento blasfemo: le donne, di età compresa fra i 25 e i 50 anni, avevano in comune questo particolare: erano prostitute o tossicodipendenti.

Inizialmente si parlò di un serial killer. E finì in carcere un sospetto, tale ?Simorgh?, un ragazzo di 22 anni, che aveva confessato di essere l?autore di quelle morti. Ma gli investigatori iraniani avevano concluso che ?Simorgh? non poteva agire da solo. Doveva trattarsi di un gruppo di fanatici. E in effetti il dodicesimo foulard nero fu stretto intorno al collo di una disgraziata mentre ?Simorgh? era già in carcere. Lo stesso ragazzo cominciò a parlare di ?altri autori?: Il cerchio si stringe intorno ad un gruppetto di integralisti, che opererebbero per fini politico-religiosi. Due sfere che in Iran non sono mai del tutto separate. Intanto a Mashad, città santa, le donne continuano a morire. Del resto da queste parti non è una cosa così straordinaria. I delitti d’onore, entro le mura di casa, sono ancora molto frequenti.

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