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Iraq: Forum Solint nutre dubbi su missione italiana civile-militare
La missione di cooperazione civile paventata dal governo Prodi suscita lo scetticismo delle Ong italiane presenti nel Forum Solint, tra cui Intersos
di Redazione
La previsione dell?invio in Iraq di una missione di cooperazione civile per la ricostruzione, accompagnata e tutelata da un contingente militare di circa ottocento persone, lascia forti dubbi e perplessità. Essendo state presenti in Iraq fin dai primi momenti dell?occupazione militare, le Ong di Forum Solint possono esprimere tali dubbi con cognizione di causa, basandosi anche su esperienze di rapporto con le Forze armate in altri contesti.
?L?Iraq non può essere considerato un paese sottosviluppato?, dichiara Nino Sergi, Segretario Generale di Intersos, una delle Ong del Forum, in una nota indirizzata oggi al presidente Prodi e ai ministri D?Alema e Parisi. ?Si tratta di un paese con potenzialità economiche importanti e gli iracheni, se aiutati, hanno le capacità per potere direttamente assumere l?iniziativa e la responsabilità del proprio sviluppo. Le amministrazioni esistono così come le scuole, le università, il sistema sanitario, il sistema produttivo e funzionano, anche se in modo limitato a causa di danni, deterioramenti, manomissioni e insicurezza?.
Le organizzazioni non governative che hanno dovuto ritirare dall?Iraq il proprio personale internazionale hanno comunque continuato le attività sociali, culturali e di ricostruzione grazie al lavoro del proprio personale iracheno e dei partners istituzionali o sociali con cui collaborano. E? questa la principale via da seguire, in un rapporto di cooperazione che valorizza le potenzialità degli iracheni in una relazione di partnership programmata congiuntamente.
?I Provincial Reconstruction Teams (PRT), squadre di ricostruzione provinciali – continua la nota di Nino Sergi – hanno dimostrato il loro fallimento in Afghanistan dove, a supporto tecnico delle forze militari NATO sono state inserite figure professionali civili per collaborare alle attività di ricostruzione a livello locale. La diffusione di squadre di militari e civili, sotto la tutela di personale e mezzi armati, per ricostruire scuole, ambulatori, pozzi ha creato un generale clima di ambiguità e sospetto che rende ora difficile la presenza indipendente e neutrale delle organizzazioni umanitarie. Per l?Iraq è stato pensata una soluzione analoga. I PRT iracheni, pur sotto la guida civile, saranno sempre composti da civili e militari. Le Ong del Forum Solint esprimono un forte dissenso. Sarebbe l?avallo della commistione civile-militare che non permette più alcuna distinzione e che mostra alle popolazioni con cui si intende lavorare un unico diffuso volto dell?azione di cooperazione, quello delle armi. È la via che porta inesorabilmente alla negazione del significato profondo dell?azione di cooperazione delle Ong ed in particolare della specificità dell?azione umanitaria?.
Leggi la nota di Nino Sergi, Segretario generale di Intersos.
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