Un’ondata di attentati terroristici concertati, che ha causato oltre 100 vittime, ha segnato la giornata piu’ sanguinosa per l’Iraq da mesi.
Almeno due kamikaze hanno ucciso 110 persone e ne hanno ferito almeno il doppio nelle citta’ di Kerbala e Ramadi; altre tre bombe sono esplose a Baghdad (in due casi, azionate kamikaze) e 7 soldati Usa sono morti in due differenti episodi di sangue: un ordigno piazzato lungo una strada ha investito un convoglio militare Usa di pattuglia a Baghdad; altri due soldati Usa sono rimasti uccisi da una mina vicino la citta’ di Najaf (nel sud dell’Iraq).
Dunque una nuova giornata di terrore per l’Iraq, la seconda consecutiva. Intorno alle 10:15, l’attentato nella citta’ santa sciita di Kerbala: un adolescente si e’ mescolato tra la moltitudine di pellegrini, iracheni e stranieri, che in questi giorni visitano i santuari della seconda citta’ piu’ importante per gli sciiti. Almeno 50 le vittime e 138 i feriti. Il kamikaze si e’ fatto saltare in aria con un cinturone imbottito con sette chilogrammi di esplosivo a pochi metri dall’entrata del mausoleo dell’imam Hussein, nel pieno centro di Kerbala. Gli artificieri hanno trovato tra le macerie cavi, cuscinetti a sfera e una granata. In quel momento sotto le cupole dorate della moschea dell’imam Hussein, c’erano centinaia di persone (tra le quali molte donne e bambini) arrivate dal sud dell’Iraq, ma anche dall’Iran, dal Pakistan, dall’India, per la festa del Sacrificio, che cade la prossima settimana. La televisione pubblica irachena ha interrotto i programmi per diffondere in diretta le immagini dal luogo dell’attentato: pozze di sangue in strada, macerie ammassate, squadre di soccorso ma anche passanti che caricavano i feriti nei portagabagli delle macchine; una donna vestita di nero che urlava stringendo a se’ il corpo ferito o il cadavere del figlio. Insieme alla citta’ di Najaf, dove si trova il mausoleo di Ali, Kerbala -la citta’ dove l’imam Hussein mori’ nel 680- e’ uno dei principali luoghi sacri agli sciiti. La citta’-santa era stata gia’ teatro di due sanguinosi attentati, nel marzo e nel dicembre 2004. In particolare nella strage del marzo 2004, in coincidenza con una delle principali festivita’ sciite, in una serie di attentati concertati erano morte piu’ di 90 persone. Quasi alla stessa ora ma a oltre 150 chilometri di distanza da Kerbala, un altro kamikaze (secondo alcune fonti, due terroristi-suicidi) si e’ fatto saltare in aria a Ramadi, uno dei principali feudi della guerriglia in Iraq. Il terrorista, al volante di un’auto imbottita di esplosivo, si e’ fatto esplodere vicino a una fila di reclute in attesa di sostenere la prova di esame per l’assunzione nelle forze di sicurezza irachene. Anche a Ramadi e’ stata una carneficina: piu’ di 60 vittime e circa 70 feriti, in maggioranza giovani sciiti, tra i 20 e i 25 anni, in cerca di lavoro. E attentati anche a Baghdad: tre auto-bombe sono saltate in aria a distanza di pochi minuti l’una dall’altra in punti diversi della capitale. Due sole le vittime. Ma la rapida successione degli attentati fa pensare alla risposta della guerriglia sunnita alle elezioni, ampiamente pacifiche, svoltesi in Iraq il 15 dicembre scorso e che, secondo alcuni sunniti, sono state truccate a favore degli sciiti.
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