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Ellis il corto sull’immigrazione all’hub della Centrale

Domenica 15 novembre proiezione in esclusiva per Milano nel luogo della prima accoglienza dei migranti in transito. Il film con De Niro racconta di Ellis Island la porta d'America per milioni di europei. Occasione per riflettere su tante persone che hanno abbandonato tutto per rincorrere il futuro

di Antonietta Nembri

Ellis, è un cortometraggio che parla di immigrazione. Un caso cinematografico che ha come protagonista Robert De Niro e che in questo mese di novembre viene proiettato in tutto il mondo. Domenica 15 novembre, potrà essere visto anche a Milano in un luogo insolito per una proiezione esclusiva: l’hub della Stazione centrale dove ogni giorno trovano una prima accoglienza i profughi in transito. Ma un luogo che ha molto a che fare con l’immigrazione che è al centro della pellicola diretta da JR (street artist e videoartista francese) e scritta da Eric Roth (Oscar per la miglior sceneggiatura non originale con Forrest Gump).

Grazie a un’idea di Cinevan e Refugees Welcome e la collaborazione di Fondazione Progetto Arca che gestisce lo spazio, l’hub della Stazione Centrale si apre alla città per ospitare la proiezione di Ellis (ore 21, ingresso libero).

Ellis come Ellis Island: il monumento indelebile su cui si basano le fondamenta degli Stati Uniti. Tra il 1890 e il 1954 sono infatti passate per Ellis Island intere generazioni di europei che sognavano l’America o fuggivano da guerre e miserie; si parla di 12 milioni di persone. Ellis Island, collocata tra la Statua della Libertà e la punta sud di Manhattan, era l’unico passaggio per il Nuovo Continente, una durissima frontiera da oltrepassare verso un futuro migliore. Ellis Island è il simbolo di una memoria comune, che diventa metafora di tutti mari e i deserti che centinaia di migliaia di persone provano ad attraversare nella speranza di trovare un futuro migliore.

Protagonista del corto è Robert De Niro – i cui nonni sbarcarono ad Ellis Island a inizi ’900 – che, avvolto in un cappotto e con in mano una vecchia valigia, si muove tra i corridoi e le sale dell'ala abbandonata dell’ospedale dell’isola-dogana mentre legge la lettera immaginaria di un immigrato.

La proiezione del corto nell’hub di Milano, città da cui sono passati negli ultimi due anni 84.500 profughi, di cui 16.700 bambini, vuole essere un’occasione per riflettere sulle storie di tante persone, prima e adesso, che hanno lasciato tutto per rincorrere un futuro ignoto.

Nella foto in apertura un particolare della locandina del film