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I giovani italiani hanno paura del futuro: lo dice una ricerca

Un ragazzo su 3 teme di non trovare lavoro, uno su 5 di essere aggredito a scuola, uno su 10 di non farsi una famiglia. È quanto emerge dall’indagine “Diritti inascoltati, cosa ci chiedono i nostri ragazzi”, realizzata da Telefono Azzurro e Doxa Kids, presentata oggi a Roma

di Redazione

Quali sono le più grandi angosce dei giovani italiani? La risposta arriva dall’indagine “Diritti inascoltati, cosa ci chiedono i nostri ragazzi” realizzata da Telefono Azzuro con Doxakids, in occasione del ventiseiesimo anniversario della Giornata peri diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra domani 20 novembre.

Le prime e più grandi paure sono quelle di non trovare lavoro e non avere successo nel futuro, accompagnate dal terrore di non essere al riparo dalle aggressioni nelle relazioni di tutti i giorni. A rispondere alla ricerca sono stati 600 ragazzi tra i 12 e i 18 anni e 600 genitori.

La ricerca è stata presentata questa mattina a Roma, all’Istituto Comprensivo Regina Elena, in presenza di istituzioni, docenti e artisti. Oltre al presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, sono intervenuti, tra gli altri, Franca Biondelli, Sottosegretario ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luisa Todini, presidente di Poste Italiane e Sahra, cantante vittima di bullismo in passato.

Entrando nel dettaglio alla domanda quali sono le tue più grandi paure per il futuro i ragazzi intervistati hanno risposto in maggioranza: “di non trovare lavoro” (37%), “di non avere successo nella vita” (29%), “di non completare gli studi” (16%), “di non riuscire a farsi una famiglia” (10%).

Una visione cupa del futuro a cui si accompagna una grande paura di essere vittima di violenze: 1 su 5 teme di “essere aggredito a scuola” (20%), il 28% teme di “finire in un brutto giro di amicizie”, mentre il 14% di “trovarsi in pericolo per qualcosa che succede online”.

«Le parole dei ragazzi, di quelli che hanno partecipato all’indagine come di quelli che abbiamo incontrato in alcune scuole romane nei giorni scorsi, evidenziano come siamo in un periodo storico di transizione. Ci sono movimenti imponenti di persone che si spostano dai paesi più poveri alla ricerca di migliori condizioni di vita, c’è un cambio di valori e punti di riferimento, una inarrestabile trasformazione dovuta alle nuove tecnologie, tutti segnali di un cambiamento epocale» commenta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. «Molte delle sicurezze che si ritenevano acquisite non ci sono più. Alle paure per gli orrori degli attentati che coinvolgono l’intera società, si aggiungono paure legate al quotidiano, intimamente vissute dai ragazzi, spesso in solitudine».

Paure angosciose che si traducono in richieste esplicite alle istituzioni. Prima fra tutte la scuola. Alla domanda “Nella scuola che sogni ci dovrebbe essere…” 1 ragazzo su 2 ha infatti risposto “maggiore orientamento al mondo del lavoro” (53%) e “più tecnologia” (51%), 4 su 10 (42%) chiedono “più protezione da violenza e bullismo”, vero e proprio incubo degli adolescenti che ne sono vittima nell’80% dei casi proprio fra i banchi di scuola.

Non solo presidi e insegnanti tra i destinatari delle richieste dei ragazzi italiani, anche la politica ha di che rispondere. Alla domanda su “quali sono i diritti violati in Italia” gli intervistati hanno proseguito sulla falsa riga delle risposte precedenti: 4 su 10 (42%) hanno indicato “avere uguali possibilità per ricchi e poveri”, 1 su 3 (33%) il “diritto ad essere protetti da violenze e abusi”.

Di grande interesse anche la risposta “Diritto a non essere discriminati per la propria nazionalità” (27%), segno che i giovani italiani sono molto attenti a questo tema.

Intervenendo a margine della presentazione il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha espresso la sua preoccupazione sulle condizioni di vita precarie di molti bambini: «La tutela della salute dell’età evolutiva è una priorità della politica sanitaria che vede impegnato il Ministero della salute, in sinergia con istituzioni, associazioni, famiglie, per prevenire le più inaccettabili forme di violenza, sia subìta che assistita, maturate in qualsiasi contesto. Nonostante siano stati compiuti, anche grazie all’impagabile azione di associazioni come Telefono Azzurro, ampi passi avanti nella difesa della vita e del benessere dell’infanzia, troppi bambini e bambine, in Italia e nel mondo, continuano a essere vittime di maltrattamenti, sfruttamento, violenza, abusi e vivono in condizioni di profondo disagio fisico e psichico o grave trascuratezza».
Il ministro della Salute ha poi aggiunto: «Per questo il ministero è impegnato in prima linea, in un’azione interistituzionale, non solo per prevenire e contrastare tali abusi, ma anche per rendere più capillare lo sviluppo di servizi idonei all’assistenza, all’accoglienza, all’ascolto e all’informazione offerti a donne e minori e a tutti i soggetti vulnerabili. Per questa ragione, mi sembra una dimostrazione di grande sensibilità e di ancor maggiore responsabilità ricordare, alla vigilia del giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, il diritto di tutti i bambini a godere delle migliori condizioni di vita possibili»