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Lampedusa vista con gli occhi dei migranti

Oggi inaugura sull'isola siciliana il “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo”. Su Vita.it alcune immagini in anteprima del fotografo Mauro Pagnano che si trova lì e sta lavorando ad un nuovo progetto sui migranti. «Volevo dare l’immagine di Lampedusa vista da qualcuno che cade nel mare. Ho provato subito angoscia», spiega Pagnano

di Anna Spena

L’immagine in copertina l’ha scattata il fotografo Mauro Pagnano a Lampedusa. «Ci sono andato per la prima volta due settimane fa», racconta a Vita.it. «Un isolotto sperduto in mezzo al mare. Più vicino all’Africa che all’Italia. E questo suo mare che sembra essere infinito».

La foto rientra in un progetto più grande: è stata infatti scattata per il “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo”. Museo che inaugura oggi a Lampedusa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, voluto da Giusi Nicolini, sindaco dell’isola, e curato da Firt social life, con il Comune di Lampedusa e Linosa, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e il Comitato 3 ottobre.

Sono arrivate a Lampedusa le più importati opere del Museo del Bardo di Tunisi e dalla Galleria degli Uffizi è arrivato l’Amorino dormiente di Caravaggio. Il museo resterà allestito fino al 3 ottobre prossimo. «Data simbolica che abbiamo scelto», dice Alessandro de Lisi curatore insieme a Giacinto Palladino del Museo della fiducia, «per non dimenticare il naufragio del 3 ottobre 2014 dove nelle acque di Lampedusa sono morti 368 migranti».

Acqua e migranti. «Con questo progetto voglio provare a dare l’immagine di Lampedusa vista dal mare; vista da qualcuno che cade nel mare. Come fossero gli occhi di un naufrago». Mauro ha fittato una barca; poi un pescatore l’ha portato in mare aperto.

«Sono salito su un gommone. Il primo obiettivo è stato quello di capire come si sente una persona a mettersi in mezzo al mare per affrontare un viaggio del genere quando a volte nemmeno si sa nuotare. Io so nuotare, eppure, ho provato lo stesso angoscia». Mauro in acqua si è buttato con la muta. «Anche se ho scattato la prima serie di foto a maggio inoltrato il mare era gelido». La seconda parte del progetto, le ultime foto, Mauro le ha scattate solo pochi giorni fa.

Nella seconda fase del progetto dal mare aperto mi sono spostato più vicino alla costa: a Punta Sottile, la parte più estrema di Lampedusa. Uno “scoglietto” che esce dall’acqua ma rimane attaccato alla costa».

La speranza, un punto d’arrivo. «L’acqua era meno fredda. Ho nuotato per avvicinarmi alla costa e in quello scoglio c’è la mia idea di arrivo; di salvezza. Io le foto le ho scattate in sicurezza. Ero coperto. Avevo un gommone pronto ad intervenire. Dopo l’esperienza in mare a Lampedusa mi chiedo come si possa minimamente pensare che una persona non sia disperata per affrontare un viaggio del genere. L’Europa si dovrebbe concentrare sull'apertura di canali umanitari anzichè "proteggere" i confini».


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