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Raccolte fondi per l’emergenza: occhio alla trasparenza. I nostri 5 consigli

Sono già qualche migliaio le raccolte fondi per far fronte all’emergenza terremoto in Italia Centrale. È un film che si ripete ad ogni calamità, e che fa spesso pensare alle modalità di raccolta di questi fondi, alla trasparenza del loro utilizzo, all’efficacia dell’intera operazione. Soprattutto quanto l’emergenza finisce, e si torna alla normalità. Qualche consiglio

di Riccardo Bonacina

Sono già qualche migliaio le raccolte fondi per far fronte all’emergenza terremoto in Italia Centrale. È un film che si ripete ad ogni calamità, e che fa spesso pensare alle modalità di raccolta di questi fondi, alla trasparenza del loro utilizzo, all’efficacia dell’intera operazione. Soprattutto quanto l’emergenza finisce, e si torna alla normalità.

Il record fu raggiunto nel 2003 per il terremoto di San Giuliano di Puglia, il comune terremotato che vide crollare una scuola e morire 26 bambini (con la loro insegnante), il Pm che indagò sui fondi non arrivati ai genitori dei bambini contò sino a 30 mila siti attivati per la raccolta fondi e poi alzò bandiera bianca (la news). Allora lanciammo anche una proposta (qui)

Per rispondere a questi interrogativi, l’Agenzia per il terzo settore preparò delle Linee guida per le buone prassi e la raccolte dei fondi nei casi di emergenza umanitaria, pubblicate nel novembre 2011. «Le caratteristiche delle raccolte fondi per le emergenze umanitarie non sono paragonabili a quelle dei contesti ordinari, quando si raccolgono fondi per la missione istituzionale», spiegò il coordinatore del documento per l’Agenzia, Edoardo Patriarca. «Perciò queste linee guida, oltre a richiamare i principi fondativi di trasparenza, rendicontabilità e accessibilità, sono ispirati a un maggior rigore, perché quando si interviene in un contesto di emergenza si ha il dovere di innalzare ulteriormente i propri standard qualitativi e operativi». In particolare, le Linee Guida indicavano una serie di impegni che le organizzazioni non profit intervenute in emergenza devono assumersi verso i beneficiari e verso i donatori. Tra questi si ricordano la trasparenza, la rendicontabilità e l’accessibilità a tutte le informazioni su interventi e raccolte fondi; è bene precisare per esempio se l’associazione che chiede fondi li “girerà” poi ad altre organizzazioni (ente collettore) oppure li utilizzerà nella gestione diretta degli interventi di assistenza umanitaria e/o di ricostruzione (ente utilizzatore). Inoltre, l’ente che si appella alla generosità dei donatori deve comunicare l’ufficio o la persona cui è attribuita la responsabilità della raccolta fondi; l’avvio della raccolta fondi e la sua conclusione e le modalità con cui il donatore può eseguire l’erogazione liberale e i benefici fiscali di cui può fruire.

A raccolta terminata, si deve inoltre comunicare l’entità dei proventi raccolti, le priorità e i luoghi di intervento sfruttando tutti i canali di comunicazione possibili (mass media tradizionali e web, oltre – se possibile – dirette comunicazioni postali ai donatori). In caso di emergenza ad alta visibilità mediatica e di importante risultato di raccolta fondi, inoltre, l’organizzazione deve garantire una rendicontazione separata e aggiuntiva, magari predisponendo una pagina web attraverso la quale informare circa gli interventi. Le Linee Guida sono scaricabili qui sotto e che conviene ripassarle.

I nostri 5 consigli:

  • Donare è un atto di fiducia, bisogna scegliere organizzazioni mertevoli di fiducia. Grandi organizzazioni o piccole e di prossimità, ma conosciute, verificabili. E che abbiamo una storia e un'esperienza nella raccolta fondi per le emergenze
  • Meglio le organizzazioni di cui potete avere tutti i dati, ad esempio il nome responsabile della raccolta fondi, telefoni, l'iscrizione a registri pubblici, ect.
  • Meglio le organizzazioni che abbiamo terminali in loco, siano esse pubbliche o private. La presenza sul posto dell'emergenza è fondamentale sia per capire i bisogni sia per effettivamente aiutare
  • Meglio le organizzazioni in grado di rilasciare ricevuta fiscale. Ai fini della detrazione delle tasse l'attestazione della transazione che deve essere fatta con bonifico bancario, conto corrente postale , carta di crdito o debito, ecc.. A patto che la donazione venga fatta a favore di organizzazioni la cui forma giuridica preveda agevolazioni per il donatore (leggi Onlus e analoghi). Diffidate in ogni caso di chi non rilascia ricevute fiscali
  • Meglio le raccolte fondi finalizzate a obiettivi specifici e quindi verificabili

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