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Nel mondo 33 milioni di bambini sono rifugiati. Vanno protetti

L'appello di Sos Villaggi dei Bambini Internazionale che con una delegazione, il 19 settembre a New York, partecipa al summit delle Nazioni Unite su rifugiati e migranti. Le voci del presidente internazionale Siddhartha Kaul e della presidente italiana Maria Grazia Rodriguez Y Baena. Già 50 i minori non accompagnati accolti nei Villaggi Sos italiani

di Antonietta Nembri

Ci sarà anche una delegazione di Sos Villaggi dei Bambini Internazionale al vertice delle Nazioni Unite per i rifugiati e migranti in calendario lunedì 19 settembre a New York. L’assemblea generale dell’Onu si si riunirà per guidare lo sviluppo di un approccio globale per affrontare i grandi movimenti di persone attraverso le frontiere e Sos Villaggi dei Bambini condividerà le buone pratiche del grande lavoro svolto in questa emergenza in tutto il mondo. «Nel corso dell'ultimo anno, Sos Villaggi dei Bambini ha risposto alla crisi dei rifugiati facendo quello che sappiamo fare meglio: aver cura dei bambini vulnerabili e delle famiglie, proteggendoli e lavorando per riunirli, in caso di separazione forzata. Forniamo luoghi sicuri dove i bambini possano divertirsi, imparare e poter essere semplicemente bambini. Ci prendiamo cura e diamo sostegno ai minorenni non accompagnati e ai bambini separati dalle loro famiglie. Inoltre, offriamo sostegno emotivo alle famiglie che soffrono il trauma del conflitto e della migrazione. Diamo anche la possibilità alle famiglie, attraverso punti di comunicazione, di connettersi con i propri cari lontani», afferma Siddhartha Kaul, presidente di Sos Villaggi dei Bambini Internazionale. «Ma il nostro lavoro non finisce qui. Dobbiamo essere vigili nel garantire che le comunità ospitanti e i governi rispettino il diritto dei bambini rifugiati alla cura, all’accoglienza e all’istruzione. E non dobbiamo mai perdere la nostra compassione. I bambini che hanno subito traumi e sono soli devono essere accolti con amore, sicurezza e la promessa di un'infanzia migliore».

Al Summit l’organizzazione arriva con cinque messaggi chiave:
Un bambino è prima di tutto un bambino e i suoi diritti in quanto tali devono essere rispettati senza discriminazioni. Il diritto internazionale sulla difesa dei diritti esiste già, deve solo essere rispettato.
Un bambino non deve mai essere arrestato a causa della sua situazione migratoria. Ci sono opzioni di accoglienza che rappresentano un modo migliore per proteggere e garantire i suoi diritti e il suo benessere.
Le famiglie devono essere sostenute in modo che possano stare insieme in tutti i paesi di origine, di transito e di destinazione. Il ricongiungimento familiare deve essere una priorità in ogni momento.
I bambini non accompagnati e separati sono i più vulnerabili e la loro protezione deve essere indirizzata e garantita in ogni momento.
Le voci dei bambini devono essere ascoltate, in conformità con l'età e la maturità, in ogni processo decisionale della loro vita.

Quella che ci si trova davanti è una vera e propria emergenza che riguarda decine di milioni di persone basti pensare che sono 21,3 milioni quanti nel mondo hanno dovuto abbandonare il proprio Paese di origine a causa di conflitti, disordini o catastrofi naturali. 41 milioni sono sfollati all'interno dei propri Paesi e 3,2 milioni di persone sono in cerca di asilo (fonte Unhcr). I bambini sono la metà: parliamo di circa 33 milioni di minori.

L’emergenza dei rifugiati e il consistente aumento del numero di persone in cerca di protezione e sicurezza, in Europa, hanno scatenato dibattiti e confronti politici. Più di 1 milione di persone in fuga da conflitti e persecuzioni (provenienti da Afghanistan, Iraq e Siria) sono entrati in Grecia tra il gennaio 2015 e marzo 2016. Le donne e i bambini erano il 60% all’inizio del 2016. Il numero di bambini non accompagnati è aumentato drammaticamente nell'ultimo anno. Il numero di sfollati non tocca solo l'Europa.

Turchia, Libano e Giordania ospitano molti più rifugiati dal conflitto in Medio Oriente che l'Unione Europea. Etiopia e Kenya hanno ospitato un’intera generazione di rifugiati in fuga dalla guerra in Somalia. I conflitti hanno provocato flussi immigratori in Africa centrale, nel Sahel africano, in Ucraina, nel Caucaso e in Asia meridionale. Le famiglie scappano per dare ai figli la speranza di una vita migliore, ma questo mette i bambini a rischio. Migliaia di bambini di età inferiore ai 18 anni possono essere vittime della tratta, del lavoro forzato o dello sfruttamento sessuale.

Sos Villaggi dei Bambini Internazionale ha avviato un Piano di Emergenza Rifugiati per sostenere i diritti dei bambini senza cure e quelli a rischio di perderle, per garantire loro assistenza, istruzione e la protezione contro danni fisici o emotivi. La nostra presenza di lunga data, in molti paesi colpiti da conflitti e cataclismi, ci mette in una posizione strategica per poter essere in grado di rispondere rapidamente quando le emergenze accadono e per garantire la sostenibilità della nostra risposta, colmando le esigenze di assistenza umanitaria e di sviluppo.
Sos Villaggi dei Bambini spiega una nota «sta utilizzando la sua federazione mondiale per proteggere i diritti dei bambini, fornire un sostegno concreto per le famiglie vulnerabili sfollate, formare partnership con le agenzie governative e altre organizzazioni non governative e, quando richiesto, per fornire cure alternative per i bambini non accompagnati e separati. Nel corso dell'ultimo anno, i Paesi coinvolti nella Risposta all’Emergenza sono stati: Libano, Armenia, Macedonia, Serbia, Austria, Croazia, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia».
Ci sono progetti in fase di sviluppo per fornire sostegno ai rifugiati siriani in Giordania. In particolare ricorda l’organizzazione «Abbiamo sostenuto più di 1.100 i bambini non accompagnati o separati in Villaggi o in centri di accoglienza, creato 13 Spazi a Misura Bambini per migliaia di piccoli rifugiati, messo a disposizione squadre di emergenza mobile per i migranti in viaggio, fornito ricariche telefono, connessione internet e altre informazioni e servizi di comunicazione per i rifugiati in movimento, continuiamo a lavorare per garantire la cura e la protezione dei bambini soli e la riunificazione con le loro famiglie, offriamo assistenza sanitaria ed emotiva, abbiamo aperto dei Villaggi Sos temporanei per i bambini separati dalle loro famiglie».

«Tutti i Paesi devono tenere aperti i propri confini per permettere ai rifugiati di muoversi verso la sicurezza. I bambini che hanno dovuto fuggire da conflitti armati o persecuzioni non dovrebbero mai trovare barriere, porte chiuse e intolleranza quando cercano rifugio in un altro paese. Hanno bisogno di essere accolti con cura e amore, non devono più vivere traumi odio. La cura dei bambini e la tutela dei loro diritti in base al diritto internazionale, sono di primaria importanza. Occorrono disposizioni speciali per coloro che hanno bisogno di assistenza sanitaria e emotiva e per i bambini non accompagnati. I bambini che fuggono il conflitto e disordini hanno bisogno di accedere al cibo, riparo, cure mediche, istruzione. I Governi devono fornire ai bambini un ambiente educativo dove possano imparare e crescere con la propria famiglia o, se necessario, in accoglienza etero-familiare, in conformità con le linee guida. Infine, le autorità dei Paesi che accolgono, hanno l'obbligo di garantire una corretta registrazione, cura e protezione per evitare che i minori siano vittime di tratta, sfruttamento e violenza sessuale» conclude Maria Grazia Rodriguez Y Baena presidente di SOS Villaggi dei Bambini Italia e membro del Senato di Sos Villaggi dei Bambini Internazionale. La presidente dell’organizzazione in Italia ricorda che nel nostro Paese nei Villaggi Sos «stiamo accogliendo 50 minorenni stranieri non accompagnati ma stiamo lavorando con le istituzioni per ampliare il nostro intervento e aiuto».