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Servizio civile per richiedenti asilo: le storie di Sayon, Mamadou e Gerald

Sono tra i primi casi in italia: tre ragazzi 26enni, due dal Mali e uno dalla Nigeria, stanno svolgendo l'anno di servizio, di cui in queste ore è stata presentata la Relazione in Parlamento, in attività socio-sanitarie presso la Misericordia di Corsagna, in provincia di Lucca. Li abbiamo conosciuti: la loro esperienza appare anche nello speciale "Dall'accoglienza all'integrazione" del Vita cartaceo di gennaio in edicola

di Daniele Biella

Sayon Tounkara, Mahamadou Marega, Gerald Unuakhe: i primi due dal Mali, il terzo dalla Nigeria, tutti e tre 26enni. Segnatevi i loro nomi, perché sono tra i primi richiedenti asilo che sono stati selezionati per l’anno di Servizio civile nazionale, e da ottobre sono parte integrante dell’equipe di lavoro della Misericordia di Corsagna, provincia di Lucca, ognuno in un ambito diverso. Li abbiamo incontrati, assieme a Alessandro Ghionzoli, presidente dell’associazione Partecipazione e Sviluppo, ente gestore della loro accoglienza con bando della Prefettura di Lucca, e Giovanni Discolo, docente di italiano per stranieri che ha insegnato loro la lingua fin dal loro arrivo in Italia, tutti indicativamente lungo il 2015. “Presto servizio in una casa famiglia per anziani: li cambio, li porto all’ospedale, a fare la spesa”, spiega Tounkara in un ottimo italiano. “Ho colleghi tutti italiani, per loro non è assolutamente un problema avermi a fianco, anche perché mi è stato assicurato che sono stato selezionato in base ai requisiti attitudinali richiesti, non per altri motivi”. Nessuna corsia preferenziale, nessun posto lavorativo rubato.

Un controllore nel chiedermi biglietto e documenti, permesso di soggiorno compreso, mi ha esplicitato che ha seguito la prassi senza ritenermi diverso dagli altri: è questo l’aspetto che più mi piace delle persone con cui ho a che fare, il superamento dei pregiudizi"

Sayon Tounkara

“Quando vado in treno al luogo di lavoro indosso la divisa delle Misericordie, una volta un controllore nel chiedermi biglietto e documenti, permesso di soggiorno compreso, mi ha esplicitato che ha seguito la prassi senza ritenermi diverso dagli altri: è questo l’aspetto che più mi piace delle persone con cui ho a che fare, il superamento dei pregiudizi”, aggiunge Tounkara, che ha lasciato la vita di insegnante di diritto – materia per cui è laureato – in un liceo maliano per problemi familiari e che ora, dopo avere vissuto per due anni in Algeria prima di partire per l’Europa, sta aspettando il vaglio del ricorso sulla propria domanda di asilo. “Io salgo a bordo dell’ambulanza del 118, portando i malati in ospedale e facendo i turni come tutti gli altri operatori”, sottolinea Marega, che la scuola in Mali l’ha abbandonata a 9 anni e fin da piccolo ha provato a dare una mano all’economia familiare facendo l’imbianchino ma poi in conseguenza di un problema personale è dovuto fuggire. Lui e Tounkara sono musulmani, “riusciamo a seguire i nostri riti, e per quanto mi riguarda accompagno gli anziani a messa senza problemi”, indica Tounkara.

È cristiano invece Unuakhe, che faceva l’infermiere in Nigeria ma poi è venuto via per paura per le atrocità dei fondamentalisti di Boko Haram: “il mio servizio si divide per due giorni alla settimana nell’assistenza a 360 gradi a un ragazzo disabile, per gli altri quattro (in tutto, le canoniche 30 ore settimanale) nella manutenzione ordinaria della struttura locale delle Misericordie”, racconta. Tre storie differenti, tre vite oggi in via di integrazione grazie al circuito virtuose del servizio civile, dove le competenze per accedervi sono trasversali: “hanno preso tutti un minimo di 42 punti su 50, e ciò che ha permesso loro di arrivare così in alto è la forte motivazione che hanno trasmesso”, riporta il loro insegnante Discolo.


In queste ore è stata presentata al Parlamento la "Relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nell'anno 2015" curata dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale che traccia il bilancio del lavoro svolto, illustra le diverse questioni trattate dal Dipartimento nel corso del 2015 e fa il punto sullo stato di attuazione del Servizio Civile Nazionale (qui la Relazione Integrale).


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