Primo settembre, primo giorno del nuovo anno scolastico. La ministra Fedeli si presenta all'appuntamento nominando i componenti di due Osservatori strategici: quello per l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità e quello per l'integrazione degli alunni stranieri.
analisi e studio delle tematiche relative all'inclusione delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti con disabilità certificata a livello nazionale e internazionale;
monitoraggio delle azioni per l'inclusione scolastica;
proposte di accordi inter-istituzionali per la realizzazione del progetto individuale di inclusione;
proposte di sperimentazione in materia di innovazione metodologico-didattica e disciplinare;
pareri e proposte sugli atti normativi inerenti l'inclusione scolastica.
La ministra Fedeli ha annunciato che l’Osservatorio appena costituito verrà riunito «già nelle prime settimane di settembre, con l’avvio dell’anno scolastico, proprio per condividere priorità e obiettivi». L’Osservatorio infatti «sarà uno strumento di forte partecipazione e rappresenta uno dei primi tasselli dell’attuazione del provvedimento dedicato al tema dell’inclusione, per garantire una scuola sempre più accogliente alle alunne e agli alunni con disabilità, rafforzando il ruolo delle famiglie e delle associazioni nei processi di inclusione e coinvolgendo - anche e soprattutto attraverso la formazione in servizio - tutte le componenti del personale scolastico. Nei prossimi mesi gli effetti del decreto si dispiegheranno attraverso una serie di atti che condivideremo e costruiremo con l’Osservatorio appena costituito».
«Quella italiana - prosegue Fedeli - è già una scuola altamente inclusiva e capace di integrare, di fare della diversità una ricchezza. Abbiamo un sistema molto avanzato, di cui dobbiamo essere orgogliosi. I nostri docenti fanno un lavoro straordinario, che con la riforma e i suoi decreti attuativi vogliamo ulteriormente supportare».
Sul fronte dell’inclusione e dell’intercultura invece la ministra ha ricordato come «la velocità e la profondità dell'integrazione dipendono anche dalla scuola. È grazie al percorso che le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana fanno a scuola che il nostro Paese potrà contare anche sui loro talenti, sulle loro intelligenze, è a scuola che studenti, famiglie e comunità con storie diverse possono imparare a conoscere le diversità culturali e religiose, a superare le reciproche diffidenze, a sentirsi responsabili di un futuro comune. Le scuole possono essere veri e propri laboratori di convivenza». Sono oltre 800.000 le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana presenti nel sistema scolastico e quasi il 60% di essi è nato in Italia. L’Osservatorio sarà uno strumento per portare avanti questo processo: «Dobbiamo dare risposte efficaci ai bisogni educativi di chi è appena arrivato nel nostro Paese, ma anche dei ragazzi figli di migranti che nascono, crescono e studiano in Italia la cui cittadinanza - penso al dibattito sullo Ius soli, che mi auguro sia rapidamente approvato - si costruisce giorno dopo giorno proprio nelle nostre scuole».