Politica & Istituzioni

Adozioni internazionali, 10 milioni di euro per i rimborsi delle spese sostenute

Il Coordinamento CARE ha inviato al premier Paolo Gentiloni oltre 8.000 firme, per chiedere che la manovra di bilancio preveda il fondo per i rimborsi delle spese adottive dal 2012. In arrivo dovrebbe esserci un emendamento che stanzia 10 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo Adozioni Internazionali: serviranno per i rimborsi e per creare un fondo emergenze

di Sara De Carli

Il Coordinamento CARE ha inviato al premier Paolo Gentiloni oltre 8.000 firme, per chiedere che la manovra di bilancio preveda il fondo per i rimborsi delle spese adottive dal 2012. «La genitorialità adottiva è l’unica forma di genitorialità che ha costi interamente a carico delle famiglie nelle adozioni internazionali», scrivono nella lettera: «poiché i costi sono diventati ingenti, fino a 40mila euro, senza l’impegno del Governo a sostenere economicamente le famiglie, l’adozione internazionale si configura come una scelta esclusiva di famiglie ad alto reddito, creando così una evidente disparità nell’accesso a questo tipo di genitorialità».

Sono 8.148 le firme raccolte in questi mesi dalla petizione lanciata su Change.org dal CARE, con cui si chiede al Governo di reperire i fondi necessari per dare alle famiglie adottive il rimborso delle spese sostenute per le adozioni concluse dal 2012 a oggi. Sono oltre 14mila le famiglie che si sono formate dopo il 2011 grazie all'adozione internazionale e per molte di loro, in periodo di crisi, molte famiglie, gettando il cuore oltre l’ostacolo, hanno acceso mutui dedicati all'adozione o si sono esposte economicamente per poter raggiungere i loro figli, contando sul rimborso di una parte delle spese. Ad oggi invece saranno rimborsate solo le coppie che hanno adottato nel 2011, dal 2012 in avanti mancano i fondi e manca un DPCM che autorizzi questi rimborsi. I rimborsi delle spese sostenute per la procedura di adozione internazionale infatti non sono una misura strutturale, ma qualcosa che viene finanziato di anno in anno e l’ultimo DPCM che parla di rimborsi risale al 2011, a firma di Carlo Giovanardi. Le famiglie, le associazioni e gli enti hanno più volte sollevato la questione in questi anni, a inizio luglio la Commissione Adozioni Internazionali lo ha scritto nero su bianco. Sul tema erano state presentate anche cinque interrogazioni parlamentari, che non hanno ricevuto risposta.

«Nessun DPCM ad oggi è arrivato, ma sta per essere presentato un emendamento alla legge di bilancio che stanzia 10 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo Adozioni Internazionali. Soldi che serviranno in parte per rimborsare le famiglie che hanno adottato dal 2012 in poi e in parte che saranno accantonati per un fondo per le criticità, una cosa che chiediamo da anni, a tutela di quelle famiglie che si dovessero trovare durante il percorso adottivo in una eccezionale situazione di stallo o di crisi», spiega Monya Ferritti, presidente del CARE. Il Fondo Adozioni Internazionali è stato creato due anni fa, dotato di 15 per il 2016 e di 20 milioni di euro per il 2017 (lo stanziamento dei 5 milioni aggiuntivi, arrivato grazie a un emendamento a prima firma di Lia Quartapelle, era peraltro esplicitamente motivato dal «fine di assicurare il sostegno alle famiglie che hanno concluso le procedure di adozione internazionale»).

Il nuovo stanziamento verosimilmente sarà accompagnato anche da una revisione delle “regole”, con nuove percentuali di rimborso e nuovi criteri. Più volte si è parlato, nei mesi scorsi, di un superamento del sistema dei rimborsi, in favore di un meccanismo che tenga conto anche dei redditi delle famiglie (magari attraverso l’Isee) e che possa avere una diversa sostenibilità. «Il Coordinamento CARE si rende pienamente disponibile a collaborare con il Governo per trovare soluzioni che superino l’attuale sistema dei rimborsi, sostituendolo con altre misure fiscali stabili», conclude Monya Ferritti.

Photo by Annie Theby on Unsplash


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