Attivismo civico & Terzo settore

Lo school bonus decolla: 724mila euro donati alle scuole

Uno strumento entrato in vigore a maggio 2016, che l'anno scorso aveva raccolto appena 131mila euro. Nel 2017 invece le cose cominciano a girare e al 31 ottobre sono stati raccolti 724.859 euro. Dei tre obiettivi previsti, fa la parte del leone la realizzazione di nuove scuole

di Sara De Carli

Lo school bonus? Comincia a funzionare. Nel 2017, dati al 31 ottobre, sono stati donati alle scuole 724.859,84 euro euro, contro i 131.529 che erano stati raccolti nel 2016.

Lo school bonus infatti è un nuovo nato: si tratta di un incentivo fiscale, un credito di imposta previsto dalla legge 107/2015 e operativo dal 24 maggio 2016, che viene riconosciuto a chi fa donazioni alle scuole per tre tipologie di interventi: realizzazione di nuove strutture scolastiche, manutenzione e potenziamento di quelle esistenti, interventi per il miglioramento dell’occupabilità degli studenti. Il 42% delle risorse donate, fra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2017, sono state destinate alla realizzazione di nuove scuole, voce che ha raccolto 308.122 euro; per la manutenzione delle strutture esistenti sono stati raccolti 187.157 euro e per l’occupabilità degli studenti 229.580 euro. Rispetto ai 131.529 euro ricevuti dalle scuole nel 2016 attraverso lo school bonus, le donazioni sono cresciute di 5,5 volte, con un boom assoluto per le nuove strutture, passate da una raccolta di 10.250 euro del 2016 ai 308.122 del 2017. Nel complesso dei due anni però le tre voci risultano più equilibrate: 318mila euro per le nuove strutture, 278mila per la manutenzione e 259mila circa per l'occupabilità.

Tutto questo nella consapevolezza che lo strumento possa fare, potenzialmente, molto di più: la campagna informativa (ricordate l'aiuola forita e l'hashtag #Graziescuola?) è durata un tempo molto limitato e ad oggi la pagina dedicata (www.schoolbonus.gov.it) a cui rimanda il sito del MIUR non risulta attiva.

Cos'è lo school bonus? II contribuenti – persone fisiche, enti non commerciali, soggetti titolari di reddito di impresa – possano effettuare un’erogazione liberale in denaro in favore delle scuole statali e paritarie, ottendendo un credito d’imposta pari al 65 % per le erogazioni effettuate nel 2016 e 2017 e del 50% per quelle disposte nel 2018. L’importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale è pari a 100mila euro per ciascun periodo d’imposta. I contribuenti indicano la scuola beneficiaria: questa scuola riceverà il 90% dell’erogazione, mentre il 10% confluirà in un fondo perequativo che sarà distribuito alle scuole che avranno meno erogazioni liberali rispetto alla media nazionale, verosimilmente quelle dei territori meno ricchi. Con la legge di bilancio 2017, che ha esteso lo school bonus alle scuole paritarie, è stato disegnato un meccanismo per cui i soldi vengano versati direttamente alle scuole, fermo restando il versamento di un 10% in favore delle scuole meno ricche.

Un modello che dovrebbe valere anche per le scuole statali secondo Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della Scuola di Roma Fund-Raising.it, poiché – ci diceva già un anno fa – «il fatto che per donare alla mia scuola devo donare al Ministero, contravviene i basilari del fundraising. Io devo avere un rapporto diretto con il donatore, di fiducia, mentre il meccanismo dello school bonus leva protagonismo. Forse sarebbe meglio un 5 per mille alle scuole». Il bacino potenziale di donazioni per la scuola è ampissimo: «l'istruzione nel mondo è nella top 5 delle cause sociali più sostenute, ma la scuola deve imparare a chiedere con professionalità, ripartendo magari dal contributo volontario».

Photo by Cel Lisboa on Unsplash


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