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Farmaci per le forme progressive di SM entro il 2025, questo è l’obiettivo

La Progressive MS Alliance rafforza il proprio impegno: entro il 2025 l'impegno economico a favore della ricerca sulle forme progressive di sclerosi multipla raggiungerà i 53 milioni di euro. I risultati? Mai stati così vicini, è stato detto alla MSIF World Conference a Roma

di Redazione

Entro il 2025, la progressive MS Alliance avrà messo in campo complessivamente 53 milioni di euro per la lotta alle forme progressive di sclerosi multipla. A dare l’annuncio il prof. Mario Alberto Battaglia, presidente di FISM (la Fondazione di Aism) nel corso della Conferenza mondiale delle persone con sclerosi multipla e delle loro associazioni (MSIF World Conference) che si è tenuta a Roma dal 24 al 28 ottobre, un altro importante momento delle celebrazioni dei 50 anni di Aism.

La Progressive MS Alliance è un’iniziativa globale guidata e finanziata dalle principali Associazioni SM che coinvolge i migliori ricercatori del mondo impegnati in questo campo, in un grande sforzo collettivo per trovare risposte per le persone con forme progressive di SM. AISM, con la sua Fondazione FISM, è stata tra i primi promotori di questa iniziativa, insieme alle Associazioni di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Federazione Internazionale Sclerosi Multipla (MSIF). Le forme progressive della SM ad oggi non hanno alcun trattamento farmacologico a disposizione: circa un milione di persone nel mondo hanno questa diagnosi, sui 2,5 milioni con SM. Oggi per loro c’è solo una cura neuroriabilitativa, che punta sul mantenimento delle funzioni.

«Il congresso mondiale delle associazioni di sclerosi multipla è stato un'occasione importante per sancire un altro patto nel percorso della Progressive MS Alliance, che ci dovrà portare entro il 2025 ad avere nuovi farmaci per le forme progressive di malattia e garantirne l'accesso alle persone con SM. Dal 2014 ad oggi l’Alliance ha già stanziato oltre 23 dei 53 milioni di euro da destinare alla ricerca», ha dichiarato Mario Alberto Battaglia. «L'impegno a livello internazionale della Federazione e delle Associazioni nazionali è da una parte per lo sviluppo di nuovi trattamenti, tramite il finanziamento del lavoro dei ricercatori che si occupano di SM, dall'altra mira anche a garantire in tutto il mondo l'accesso a questi nuovi trattamenti».

Si tratta di uno sforzo che impone l'impegno di tutti gli stakeholder che ruotano attorno al mondo della SM, perché come spiega Giancarlo Comi, direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e Vice Presidente del Comitato Scientifico dell’Alleanza, «nessuno di noi è in grado da solo di mettere in atto il piano necessario per affrontare la sfida delle forme progressive: serve uno sforzo congiunto e coordinato come quello della Progressive MS Alliance, nata dalle persone con SM, che oggi raccoglie i principali centri di ricerca di SM nel mondo e tutte le case farmaceutichecoinvolte nel campo».

Le prospettive di avere risultati nel breve e medio termine ci sono, anzi «non sono mai state migliori», è stato detto durante il Congresso da Raj Kapoor dell'University College London Hospitals NHS, membro del Comitato Scientifico della Progressive MS Alliance. «In passato abbiamo 'sparato' sui bersagli sbagliati, credendo che i bersagli per le forme progressive fossero gli stessi delle forme recidivanti-remittenti, per cui avevamo farmaci che funzionavano – riprende il prof. Comi – oggi sappiamo invece che nella lotta alle forme progressive dobbiamo concentrarci su altri meccanismi, in particolare su terapie capaci di penetrare nel sistema nervoso, perché tutto si gioca lì dentro». Risultati incoraggianti da fasi molto preliminari della ricerca esistono già, ricorda Comi, la speranza è che qualcuno di questi candidati farmaci arrivi a destinazione, ai pazienti.