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Sgombero Baobab, il giorno dopo

Nella notte già tornate a dormire in zona - per strada - le prime persone dimesse dalla Questura senza alcun posto dove andare. Abbiamo fatto il punto con Roberto Viviani, presidente ma soprattutto uno dei tanti volontari dell'associazione Baobab Experience

di Daniele Biella

A piazzale Maslax oggi mercoledì 14 novembre 2018 non c’è più nessuno. Ma a poche decine di metri qualcuno c’è: ben 39 persone delle 136 che fino a ieri mattina vivevano lì, in tende in condizioni difficili ma comunque seguite dai volontari dell’associazione Baobab experience, nata nel febbraio 2016 dopo anni di attivismo informale per le persone in condizioni di povertà nella capitale, in particolare migranti arrivati in Italia dopo avere attraversato Libia e Mar Mediterraneo. Le 39 persone, alla fine, hanno dormito lì, in strada. E i volontari sono stati presenti con loro anche oggi, per distribuire la colazione alla mattina e un pasto prima di sera. “La Polizia presente ci ha detto che almeno per 2-3 giorni tollera questa distribuzione”, spiega a Vita.it Roberto Viviani, presidente dell’associazione Baobab Experience. “Ma ogni altra forma di assembramento è vietata”. Divieto di povertà? Abbiamo chiesto a Viviani di farci una fotografia della situazione post sgombero


Il giorno dopo lo sgombero dove sono le 136 persone che dormivano nelle tende del piazzale?
Per 57 di loro dopo il trasferimento in Questura per il controllo dei documenti è già scattato il ricollocamento in strutture comunali: tutti erano già stati registrati dalla Sala operativa sociale (Sos) dell’amministrazione comunale e con la nostra collaborazione pratica erano già in atto i ricollocamenti. Infatti questi 57 si sommano ai 75 delle ultime settimane, per un totale di 122 persone ricollocate in diverse strutture per almeno sei mesi. Per quanto riguarda le altre 79 persone, 39 sono quelle che abbiamo ritrovato poi la sera nei dintorni del piazzale, quasi tutti richiedenti asilo che attendono il risultato dell’appello oppure “dublinati”, più una coppia di senzatetto italiani: tutti loro, dopo essere stati registrati in Questura, sono stati fatti uscire alla spicciolata, anche durante la notte, e sono arrivate lì. Noi abbiamo dato lo un sacco a pelo e una coperta, donazioni che da tempo ci arrivano da tutta Italia. I 40 restanti hanno presumibilmente passato la nottata in Questura, dato che molti sono stati fatti uscire questa mattina all’alba. Hanno atteso parecchie ore senza fare nulla: per esempio un ragazzo nigeriano a cui sono state prese le impronte appena arrivato in Questura, ne è uscito dopo 15 ore dopo e senza alcuna comunicazione ulteriore.

Cosa faranno?
Attendono di capire dove potere andare. Non ci sono minori o donne, quelle presenti tempo fa nel piazzale sono già stati ricollocati. La maggior parte sono ragazzi provienienti dall'Africa Subsahariana ma anche da Nord Africa e in misura minore da Pakistan e Afghanistan. Sono senza un posto dove stare, per ora stanno attorno a piazzale Spadolini, al lato est della Stazione Tiburtina, non lontano da piazzale Maslax. Abbiamo dato loro anche delle giacche, ora speriamo che anche per loro il Comune trovi un alloggio. Noi ripartiamo dalle cose base, ovvero cibo e vestiti, con il dispiacere di ricominciare ancora una volta da zero dopo l’ennesimo sgombero. Peccato per come sono andate le cose, che necessità c’era di ributtare queste persone in mezzo alla strada? Si sapeva chi erano, i volontari collaboravano con il Comune per il censimento e la gestione delle varie problematiche, ora queste persone sono più difficili da seguire. L’unica nota positiva è la grande ondata di solidarietà che ci è arrivata.

Chi è stato solidale con i migranti e il Baobab?
Associazioni italiane ed estere, singole persone che per tutto il giorno ci hanno chiamato chiedendo cosa fosse necessario oppure si sono presentate direttamente davanti a piazzale Maslax. È incredibile il sostegno che stiamo ricevendo, sia subito dopo la notizia dello sgombero che nei giorni precedenti, in particolare quando si è saputo che i nubifragi di poco tempo fa avevano causato la caduta di alberi che hanno danneggiato le tende. Oltre all’invio di materiale, abbiamo ricevuto in quei giorni 10mila euro di donazioni. Importantissime per continuare la nostra opera di supporto, anche se ci tengo a ricordare la cosa altrettanto importante in questo momento è l’azione.

In che senso?
Le politiche istituzionale verso i migranti sono drammatiche e ognuno di noi dovrebbe capire fino in fondo a che punto ci troviamo. Venire tra i volontari del Baobab e vedere di persona le persone che aiutiamo significa testimoniare poi direttamente quello che succedere, superando così le tante narrazioni che purtroppo alterano la realtà. Proprio su questo lanciamo un appello: venire venerdì 23 novembre a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati. Quel giorno arriverà in aula il Decreto sicurezza ed è l’ultimo stadio prima della sua approvazione finale: dobbiamo farci sentire per ribadire la nostra preoccupazione verso quel decreto, che tra l’altro è condivisa da diversi sindaci di città italiane (Firenze, Bologna, Torino) che hanno già approvato la sospensione degli effetti del Decreto sul proprio territorio.

Foto di apertura di Annalisa Camilli


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