Attivismo civico & Terzo settore

Povertà educativa: fondo confermato ma quasi dimezzato

Nel maxiemendamento approvato in Senato è comparsa in extremis la proroga del credito d'imposta per le fondazioni bancarie, meccanismo alla base del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L'entità del credito d'imposta però è ridotta: il Fondo così passa da 100 a 55 milioni all'anno

di Redazione

Nel maxiemendamento approvato in Senato sono comparsi la proroga e il rifinanziamento del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Annunciato dal ministro Tria in occasione della giornata mondiale del risparmio, del rifinanziamento non c’era in verità traccia nella prima versione della Manovra presentata dal Governo, né in quella approvata dalla Camera. Il meccanismo del credito d'imposta ha permesso ad oggi il finanziamento di 250 progetti che coinvolgono 480mila bambini in povertà. Ora il comma 250-bis proroga e rifinanzia, per gli anni 2019, 2020 e 2021, il Fondo ma abbassandone l'entità: da 100 a 55 milioni di euro l’anno. I commi 250-ter e 250-quater infatti intervengono sul meccanismo del credito d’imposta concesso alle fondazioni di origine bancaria per i versamenti al Fondo, riconfermandolo ma riducendone l’entità dal 75 al 65 per cento degli importi versati ed abbassando il relativo limite di spesa da 100 a 55 milioni di euro annui. Il meccanismo e il Fondo sperimentale relativo erano nati con la legge di stabilità 2016.

Aggiornamento: nella versione definitiva della legge di bilancio 2019, approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la legge 145/2018, i commi riguardanti il fondo di contrasto alla povertà edeucativa sono il 478 (proroga) e il 480 (entità).

Foto Unsplash


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