Welfare & Lavoro

Adozioni internazionali: i soldi c’erano ma non sono stati spesi

Marco Griffini (AiBi) commenta i dati che emergono dal report "DisOrdiniamo" pubblicato dalla Garante Infanzia: «Lamentiamo spesso la mancanza di stanziamenti per le adozioni internazionali, un settore che avrebbe bisogno di un rilancio. Poi si viene a scoprire che i fondi ci sono ma non vengono impiegati. Questo è scandaloso»

di Sara De Carli

Quanto spende l’Italia per l’infanzia e l’adolescenza? Per rispondere a questa domanda, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha realizzato il dossier “DisOrdiniamo”, pubblicato a novembre 2019. Si tratta del secondo monitoraggio delle risorse nazionali dedicate all’infanzia e all’adolescenza nel bilancio dello Stato. «Le risorse destinate all’infanzia e all’adolescenza sono distribuite in numerosi capitoli del bilancio dello Stato, con conseguente difficoltà nell’identificarle. Il dossier DisOrdiniamo cerca di mettere ordine», ha spiegato a suo tempo la Garante, Filomena Albano. Duecentosessanta capitoli di spesa, spalmati su otto amministrazioni, per l'esattezza.

La “spesa complessiva” per l’infanzia e l’adolescenza, comprensiva di quella per il personale, nel 2017 ammontava a circa 51 miliardi e 651 milioni di euro, pari a 5.212 euro per ogni bambino o adolescente residente in Italia. Dal 2012 al 2017 tali risorse sono cresciute del 16,7% con un incremento totale pari a 7 miliardi e 500 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 980 milioni stanziati per il 2018. La crescita 2012-2017 si riduce però al 14,1% se si tiene conto dell’inflazione. Le risorse destinate all’infanzia nel 2017 rappresentavano il 3% del PIL (+0,3% rispetto al 2012). A “magiarsi” quasi tutti i soldi, è la scuola: circa il 90% della spesa stimata per l’infanzia e l’adolescenza in Italia è relativo all’istruzione scolastica (circa 46 miliardi e 794 milioni) ed è composto per lo più da spese per il personale (circa 43 miliardi e 533 milioni). Seguono le voci relative alla tutela previdenziale della maternità e ad altre prestazioni a sostegno della genitorialità e delle nascite, nonché al Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Al netto della spesa per il personale, nel 2017 il 41% della spesa per l’infanzia e l’adolescenza è andato all’istruzione scolastica, il 34% alle politiche sociali per l’infanzia e la famiglia, il 13% alla lotta alla povertà, l’8% alle politiche previdenziali (maternità/paternità), il 3% all’immigrazione e accoglienza, l’1% alla giustizia minorile. «L’incremento della spesa per l’infanzia e l’adolescenza rappresenta certamente un dato positivo, tuttavia va evidenziata ancora la mancanza di una definizione delle politiche sociali di ampio respiro. La spesa è relativa, infatti, a misure individuali e puntuali, specialmente di sostegno al reddito, sotto forma di prestazioni monetarie e bonus per le famiglie, il cui finanziamento di molti casi non ha un carattere strutturale. In tal senso, i principali fondi destinati a finanziare le politiche sociali per l’infanzia e la famiglia, tra cui il Fondo nazionale per le politiche sociali, il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza o il Fondo per le politiche per la famiglia, hanno registrato una progressiva riduzione delle risorse, che li ha resi sempre più marginali rispetto al quadro complessivo delle misure qui analizzate», si legge nel report.

Un capitolo ad hoc è dedicato alle adozioni internazionali (pp.49-50). Le risorse per il sostegno delle adozioni internazionali (prima del 2015 le risorse stavano nel Fondo per le politiche per la famiglia, in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre dal 2016 c’è un fondo specifico), sono destinate a misure di sostegno economico alle famiglie per le spese sostenute dai genitori adottivi nell’espletamento delle procedure di adozione internazionale. Le risorse sono altalenanti: erano 11 milioni di euro circa nel 2012, sono state sensibilmente ridotte negli anni 2013 e 2014. Balza subito all'occhio in tabella come negli anni 2015 e 2016 non vi sono stati impegni di spesa. Nulla. Mentre nel 2017, a fronte di quasi 20 milioni di euro stanziati e disponibili, ne siano stati effettivamente impiegati solo la metà.

Si tratta degli anni – lo ricordiamo – in cui non si è provveduto al rimborso delle spese adottive: un periodo lunghissimo, che va dal 2012 al 2017. Nel 2017, dopo anni di attesa, vennero finalmente rimborsate le spese sostenute dalle famiglie per le adozioni concluse nel 2011. Mentre fu solo nella primavera 2018 che venne emesso il decreto che stanzia le risorse necessarie e definisce le modalità di presentazione delle domande di rimborso per le adozioni concluse tra il 2012 e il 2017: le ultime notizie dalla CAI sul tema, a fine settembre 2019, erano che la fase di liquidazione era stata terminata per chi ha adottato nell'anno 2015, mentre erano state avviate – appunto solo nel 2019 – le predisposizioni degli ordini di pagamento per chi ha adottato nel 2016 (arrivarono solo 6mila istanze di rimborso, sulle oltre 11mila adozioni concluse). Per il 2018, al momento di realizzazione del report, non era ancora disponibile il dato a rendiconto.

C’è poi un altro capitolo di spesa: quello per l’esecuzione della Convenzione dell’Aja per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale e per la Commissione per le adozioni internazionali. La legge richiede infatti espressamente che gli enti autorizzati si dedichino a progetti di cooperazione internazionale per il sostegno dell'infanzia nei paesi nei quali operano per le adozioni, come modo per manifestare concretamente il principio di sussidiarietà che vede nell'adozione l'ultima risorsa per la tutela dell'infanzia, ma dal 2012 non ci sono più stati bandi per questo scopo. Forse finalmemnte qualcosa ora si sta muovendo. Il report sottolinea come «anche in questo caso si rilevano differenze marcate tra le somme stanziate e quelle effettivamente impegnate e pagate».

«Lamentiamo spesso la mancanza di stanziamenti per le adozioni internazionali, un settore che avrebbe bisogno di un rilancio. Poi si viene a scoprire che i fondi ci sono ma non vengono impiegati. Questo è scandaloso», dichiara il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, commentando questi dati. Il Fondo per il sostegno alle adozioni internazionali, nel 2017, aveva uno stanziamento pari a 19.958.742 euro, a fronte di un impegno finale di spesa pari a 10.362.444 euro. E anche per quanto riguarda i dati relativi ai fondi per la “Tutela dei minori e alla cooperazione in materia di adozione internazionale”, sempre per il 2017, aveva 19,2 milioni nel 2017, con soli 520.795 euro spesi. «Non è possibile che a fronte della situazione difficile dell’adozione internazionale, con un calo nelle pratiche adottive concluse del 75% nell’ultimo decennio, si presentino questi dati», continua Griffini. «Questo significa che gli esecutivi che si sono alternati alla guida del Paese non hanno considerato l’adozione internazionale come un tema prioritario. Auspichiamo, dato l’interesse mostrato dal ministro Elena Bonetti, che si voglia finalmente cambiare registro, considerando sia l’elevato valore morale dell’adozione, che sana l’ingiustizia più grande al mondo, la mancanza di una famiglia, sia il supporto che questa può dare nel contrastare il tracollo demografico del nostro Paese».

Foto Unsplash


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