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Ragazzi, i diritti umani sono in mano vostra

Dal 5 al 7 maggio al via il Festival dei Diritti Umani che a causa dell'emergenza Coronavirus andrà in scena in streaming. Anche in questa quinta edizione, dedicata alla disabilità, i veri protagonisti saranno i giovani. A loro è interamente dedicata la Sezione EDU del Festival con ospiti d’eccezione: dalla campionessa di nuoto paralimpico Giulia Ghiretti al musicista Elio passando per Ilaria Galbusera, Capitana della Nazionale di Pallavolo Sorde. Perché attraverso il racconto di storie di vita vera, i ragazzi imparino che la disabilità non è un limite per realizzare i propri sogni

di Anna Spena

Giulia Ghiretti, classe 1994, campionessa di nuoto. Era una promessa del trampolino elastico in realtà. Poi, a 16 anni, un incidente mentre si allenava le ha causato una paralisi alle gambe. Riuscite a immaginare cosa accade nella testa di una giovane sportiva che all’improvviso entra in contatto con la disabilità e deve imparare a vivere in un corpo nuovo? Forse la risposta non è scontata come potrebbe sembrare. Giulia non si è fermata. Ha vinto 10 medaglie tra Mondiali ed Europei, 33 titoli italiani, l’Argento nei 100m rana e il Bronzo nei 50m farfalla alle Paralimpiadi di Rio 2016. E mentre vinceva si è laureata in ingegneria biomedica ed è diventata Ambassador di Sport Senza Frontiere Onlus. Marcos Cappato ha 19 anni, disabile, di origine brasiliana. Vive e studia a Milano e mentre qualcuno, dall’esterno e senza conoscerlo, si chiedeva se la sua disabilità fosse un limite per realizzare i suoi obiettivi, Marcos ha iniziato a studiare per diventare uno sceneggiatore: ha già realizzato il suo primo cortometraggio “Due come noi”. E ancora Giulia Lamarca, 28 anni, su Instagram ha più di 45mila follower che la seguono nei suoi viaggi: con le sue foto fa scoprire il mondo, e insegna che la sedia a rotelle non è un limite al desiderio di avventura. Questi sono solo alcuni degli ospiti della Sezione EDU della quinta edizione del Festival dei Diritti Umaniin scena dal 5 al 7 maggio in live streaming a causa dell'emergenza Coronavirus – che ha scelto come slogan “Da vicino nessuno è disabile”, un messaggio che gioca con le parole di Basaglia e il concetto di normalità. A sottolineare che ognuno di noi, anche i più "diversamente qualcosa", è una persona, un individuo, e tutti siamo unici. Tutti, nessuno escluso, #tuttiabilie #nessunodisabile, come suggeriscono gli hashtag di #FDU2020 con il preciso invito a riflettere e a mettere in gioco i nostri luoghi comuni.

Abbiamo presentato il Festival nell’articolo “I diritti umani non sono una lezione ma una testimonianza”. E qui trovate il programma completo della tre giorni. «Pensare una sezione specifica per gli adolescenti», spiega Laura Signori, responsabile della Sezione EDU, «è uno dei valori fondanti del festival. È alle nuove generazioni che dobbiamo dare gli strumenti per imparare a leggere il mondo e a capire che i diritti umani sono una responsabilità di tutti. I limiti posti dalla disabilità non devono essere visti come qualcosa da superare a tutti i costi, ci si può convivere e avere successo».

Da qui il palinsesto dedicato ai ragazzi con tre incontri: si parte il 5 maggio conl’incontro “Fragilità, limiti e traguardi” dove si parlerà di “barriere” spesso culturali, che rischiano di condizionare le stesse persone disabili, che introiettano, spesso a torto, di non essere in grado di essere autonomi, indipendenti. «La società, intesa come collettività ma anche come istituzioni, dovrebbe mettere in campo soldi, iniziative, pratiche per combattere gli stereotipi, i bullismi, le barriere, così anche la persona con disabilità più indolente e insicura potrebbe vedere una prospettiva», spiegano dalla regia del Festival.

Si prosegue poi il 6 maggio con l’incontro “Stigma, esclusione, inclusione” che vedrà ragionare gli ospiti su quanto l’impronta della diversità penetra nel profondo della società, contagia le stesse persone che convivono con la propria disabilità. «Spesso sono stereotipi difficili da contrastare, ma possiamo imparare che non c’è nulla da nascondere o di cui vergognarsi. In questa sessione», continua Signori, «il cantante e musicista Elio parlerà ai ragazzi di autismo, raccontando con la grande autoironia che lo contraddistingue "la storia tesa"di suo figlio Dante, autistico dalla nascita».

Il terzo incontro per gli studenti della Sezione EDU è il 7 maggio: “Liberi di essere sé stessi”, «per ricordarci e ricordare», dice Laura Signori, «che le persone con disabilità hanno gli stessi sogni di chiunque: diventare cantanti, sportivi, avere relazioni affettive che soddisfino». Non è un caso se le speaker di questo panel sono tutte donne che hanno seguito i propri sogni, come la cantante Veronica Tulli, la psicologa e blogger di viaggi “speciali” Giulia Lamarca, la Capitana della Nazionale di Pallavolo Sorde Ilaria Galbusera e Armanda Salvucci che racconta di affettività e disabilità, due concetti che gli stereotipi vogliono lontani e invece non lo sono per niente.

Le scuole, i docenti e i ragazzi per registrarsi possono visitare la pagina scuola del sito del Festival. Gli studenti sono gli interlocutori privilegiati dell’iniziativa. Quest’anno la chiamata è virtuale, ma il lavoro negli Istituti è iniziato molti mesi fa. «Durante l’anno scolastico», spiega la responsabile della sezione EDU, «abbiamo attivato in sei scuole di Milano (coinvolgendo 35 classi) il percorso “a scuola di diritti umani”, un ciclo di tre lezioni con un primo incontro per introdurre i diritti umani e due successivi legati al tema della disabilità. A questo abbiamo affiancato, in altre sette scuole di Milano e una di Firenze, anche l’iniziativa Take a look from a different angleRaccontare una diversa storia, nell’ambito del progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale Start the Changecofinanziato dalla Commissione Europea. Quattro incontri con due formatori: Leonardo Brogioni e Marco Capovilla, fotografi e insegnanti di fotogiornalismo,con lo scopo di aiutare gli studenti ad imparare a leggere, per mezzo di un approccio critico, le immagini dei migranti sui media, così da poter proporre delle nuove narrazioni prive di stereotipi e maggiormente veritiere».

Tutti i partecipanti durante le dirette (in streaming sul sito del festival) possono intervenire in video, via social e WhatsApp. E gli studenti possono confrontarsi con i contenuti di ogni mattinata attraverso la gamification, «una tecnica nuova che abbiamo introdotto», spiega Laura Signori, «A fine sessione i ragazzi partecipano a un quiz interattivo per rispondere alla domande sugli argomenti che abbiamo trattato».

Ogni incontro è seguito da proiezioni cinematografiche per far riflettere, emozionare e cambiare percezione dell’altro da noi e racconti fotografici attraverso gli scatti e la voce di quattro fotografi emergenti legati al tema della disabilità: Alessio Coser, Paolo Manzo, Silvia Franzoni e Paola Cominetta.

Il Festival dei Diritti Umani di Milano è organizzato da Reset-Diritti Umani, un’associazione culturale non profit, nata a Milano nel 2015 per diffondere la conoscenza e la cultura dei diritti umani attraverso il Festival dei Diritti Umani e altre iniziative collaterali.

Qui la pagina Facebook del Festival
Qui la pagina Instagram

Nell'immagine di apertura Giulia Lamarca


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