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Colombia, primo paese d’origine per le adozioni nel lockdown

La Commissione Adozioni Internazionali pubblica i dati relativi alle adozioni nel primo semestre 2020. Concluse 217 adozioni, con l'ingresso di 269 minori: la metà rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso

di Sara De Carli

Sono 217 le autorizzazioni all'ingresso rilasciate nel primo semestre del 2020, corrispondenti a 269 minori. In questo numero rientrano, appunto, le autorizzazioni all'ingresso e non i bambini effettivamente entrati: questi sono meno, dal momento che alcuni sono bloccati all'estero per le misure legate al Covid-19.

Si tratta di un decremento pesantissimo rispetto al primo semestre del 2019, che «va in larga parte imputato all'emergenza sanitaria in corso, che ha comportato un rallentamento delle procedure di adozione da parte di molti Paesi di provenienza», afferma la CAI.

Sfiorano le 3mila le procedure pendenti (diversamente dall'anno scorso, in questo report la CAI ha escluso le procedure sospese) al 30 giugno 2020. Rispetto ai paesi di origine, in 36 casi abbiamo la Colombia, in 34 l’India, in 21 la Federazione Russa, in 14 (rispettivamente) Ucraina e Ungheria. Gli enti con cui sono state concluse più procedure, in questo primo semestre, sono Cifa (17), Spai (15), GVS (13), Aibi e International Adoption (entrambe a 11). Qui i report pubblicati dalla CAI, per ente e per Paese.

Un aggiornamento del 21 luglio della CAI dice che le autorizzazioni rilasciate nel primo semestre 2020 sono state 220, corrispondenti a 274 minori.

Photo by Jonny James on Unsplash


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