Welfare & Lavoro

Il pittore che usa i quadri per incontrare e conoscere le persone in strada

Si chiama Pittore Arizona anche se è nato a Messina, vive a Mirafiori, e ogni giorno si reca in via Lagrange dove espone le sue opere

di Fabrizio Floris

La schiena inclinata di 30 gradi, l’andamento lento dove ogni passo è un valico da superare, un’età indefinita tra gli 80 e Matusalemme che secondo la Bibbia visse 969 anni. Pur essendoci 38 gradi ha scarpe, calze, pantaloni lunghi, canottiera, maglietta, giacca della tuta e cappotto.

Indossa un cappello incoronato da una corda gialla che a suo avviso è come la corona della Statua della Libertà. Si chiama Pittore Arizona anche se è nato a Messina, ma ha vissuto in lungo e largo in diverse città degli Stati Uniti che ricorda a memoria.

La mattina parte dalle case popolari di Mirafiori a Torino e in due ore e mezza arriva alla sua postazione in via Lagrange dove espone le sue opere. Sta lì, ma in realtà non è interessato neanche a venderle, la sua curiosità è per la gente, gli piace parlare e i quadri sono solo un pretesto per incontrare la vita.

L’unica ostacolo da superare è la barriera dell’odore, dopodiché potete conversare con lui di Ella Fitzgerald, Luis Armstrong e Chet Baker, sulla centralità dell’aeroporto di Amstrerdam, sui pittori di Montmartre, sui grandi ciclisti italiani del ‘900 come Learco Guerra (la prima Maglia Rosa), Costante Girardengo e Luigi Giacobbe e sulla canzone che ha dedicato a New York e su cosa significa vivere alla giornata. Se non avete una “fretta” da rispettare fermatevi, imparerete un po’ di storia e ne guadagnerete in umanità.


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