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Ucraina, 30 famiglie in fuga dall’Est nella nuova struttura di Fondazione Soleterre

La casa di accoglienza, realizzata assieme a partner locali, si trova a Neslukhiv, nell’Ovest del Paese. Ad agosto era partita la ristrutturazione di un ostello dismesso che ora ospiterà cento persone, tra cui bambini malati di cancro, persone disabili e anziani. Il presidente Rizzi: “Costruire dove piovono bombe significa far vincere la vita”

di Nicola Varcasia

Domenica 20 novembre, Fondazione Soleterre ha inaugurato una nuova struttura di accoglienza a Neslukhiv (Oblast di Lviv, Ovest dell’Ucraina) che ospiterà trenta famiglie. Il progetto, nato in collaborazione con il proprio partner ucraino, Fondazione Zaporuka e con il contributo delle fondazioni Rosa Pristina e Prosolidar, è una risposta al bisogno di ospitare con dignità i profughi provenienti da zone occupate e distrutte dall’esercito russo (Donbass, Kharkiv, Kherson) che, avendo perso ogni bene, sono stati accolti nei mesi scorsi dalla comunità locale.

Grazie ai lavori di demolizione e riqualificazione di un ostello dismesso nel comune di Neslukhiv, avviati lo scorso agosto, Soleterre ha creato una struttura capace di accogliere oggi 30 famiglie (nella foto in apertura uno dei primi gruppi di ospiti). Tra di loro alcune con bambini malati di cancro, persone disabili e anziani – che potranno alloggiare in appartamenti autonomi con cucina, camera e bagno, da destinare a un totale di circa cento persone. Il progetto prevede, inoltre, il supporto economico e psico-sociale di cui hanno bisogno per far fronte alla devastazione emotiva e materiale che stanno sperimentando. All’interno della struttura sono stati ricavati anche un ambulatorio per le visite mediche e per il supporto psicologico continuativo, oltre a spazi verdi con scivoli e giochi per bambini.

“Costruire una casa mentre piovono bombe è un modo per fare vincere la vita contro la morte. Oltre che un atto concreto di pace che riporta oltre cento persone che non hanno più un tetto sopra la testa a tornare a vivere da esseri umani. È fondamentale ricreare un ambiente di vita consono soprattutto per i bambini, così da aumentare la loro capacità di riprendersi dal trauma della perdita. Spesso, nella distruzione delle loro case, hanno perso familiari e amici. La guerra, lo vedono ogni giorno i nostri psicologi in Ucraina, distrugge soprattutto i legami familiari e sociali e per quasi il 70% dei bambini significa fare i conti tutti i giorni con tristezza, paura, rabbia e preoccupazione. Una struttura d’accoglienza, dove la condivisione e il mutuo supporto sono cruciali, diventa un fattore protettivo da cui ripartire” ha dichiarato Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre.

Dall’inizio della guerra, Fondazione Soleterre – presente in Ucraina dal 2003 insieme al partner Fondazione Zaporuka – ha organizzato venti voli di evacuazione medica dall’Ucraina all’Italia (via Polonia) mettendo in salvo circa cento pazienti oncologici pediatrici e feriti di guerra. Sta inoltre avviando un progetto per garantire alla popolazione delle aree più colpite dai combattimenti beni urgenti di difficile reperimento e materiale per il riscaldamento, raggiungendo così ventisei centri nei distretti di Kyiv, Vinnytsia, Poltava e Cherkasy.


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