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Sostenibilità sociale e ambientale

Nuovi modelli di sostenibilità cercasi

Enel ha chiamato a raccolta 300 dottorandi di ricerca e studenti di master per confrontarsi sulle sfide climatiche e sociali che ci attendono. Con l’aiuto di personalità illustri quali Sabino Cassese e organizzazioni internazionali come Unchr e Global compact si è messa in luce la debolezza di un’economia che punta al profitto disinteressandosi della comunità e dei suoi bisogni: anche la governance delle aziende diventa essenziale per sostenere la svolta sociale

di Nicola Varcasia

Per una “Esse” ancora debole, c’è una “G” che prova a rafforzarsi. Di governance e modelli decisionali che le imprese (e non solo) devono adottare per diventare più responsabili si è infatti discusso in una giornata promossa da Enel con oltre 300 dottorandi di ricerca, studenti di master, specialisti della materia e responsabili legali di numerose multinazionali.

Ne è nato un confronto, coordinato dal costituzionalista Sabino Cassese assieme a Giulio Fazio, general counsel di Enel, sui modelli di governance con i quali andranno gestite le sfide climatiche e sociali del presente e del futuro. «Enel cerca di stimolare questo dibattito perché, essendo in questo momento la più grande multinazionale nel settore elettrico, ha l'autorevolezza per promuovere un cambiamento a livello globale rappresentando un esempio per l'intero settore privato», ha commentato Fazio parlando della giornata, a cui hanno partecipato anche Laura Iucci, direttrice fundraising Unhcr Italia e Michelle Breslauer, senior manager governance & peace di Global compact.

Durante il dibattito sono stati presentati alcuni casi di studio che richiedevano l’elaborazione di modelli di governance ispirati agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Modelli che hanno mostrato il passaggio dal paradigma tradizionale, in cui le scelte d’investimento sono effettuate tenendo conto di meri interessi economici aziendali, ad altri che considerano una visione più a lungo termine, orientata a creare valore non solo per gli azionisti ma anche per le comunità locali e la società.

La strada per rendere tutte le imprese, pubbliche e private più etiche, inclusive e trasparenti, migliorando così le prestazioni Esg e promuovendo una cultura aziendale basata su integrità, correttezza e inclusione è certamente lunga. E' dunque utile che si discuta di nuovi modelli in cui la governance trasparente non è solo figlia dell’esigenza di rispettare certe regole, ma lo strumento per integrare non solo formalmente i bisogni della comunità, delle persone e dell’ambiente negli stessi obiettivi dell’impresa.


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