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Ucraina, la magia di Rota, micro-comune bergamasco: 900 abitanti e 92 minori accolti

A Rota d’Imagna, dal 20 marzo 2022 sono ospitati 92 minori ucraini. Provengono tutti dallo stesso orfanotrofio, quello di Berdyansk, a 80 chilometri da Mariupol. «Noi siamo come una grande famiglia allargata, e ci comportiamo con i giovani ucraini come faremmo con i nostri figli», spiega il sindaco Giovanni Paolo Locatelli

di Sabina Pignataro

A Rota d’Imagna, comune di 900 abitanti a 26 chilometri da Bergamo, dal 20 marzo scorso sono ospitati 92 minori ucraini. Provengono tutti dallo stesso orfanotrofio, quello di Berdyansk, a 80 km da Mariupol. «Questo è un paesino minuscolo: qui appena dici “ba” lo sanno tutti», spiega il sindaco Giovanni Paolo Locatelli. «E’ stato grazie a questo rapido passaparola che siamo riusciti, in meno di 24 ore, a predisporre l’accoglienza per questi bambini e ragazzi che hanno tra gli otto e i diciotto anni».

Il primo luogo individuato è stato l’albergo Posta, una struttura da cui si osservano le Orobie bergamasche. «Ne abbiamo parecchie qui: una cinquantina d'anni fa Rota D’Imagna era un luogo di villeggiatura e di colonie estive, e quell’edificio a marzo era vuoto». I piccoli profughi sono rimasti lì fino al primo ottobre. «Poi sono stati trasferiti presso la Casa Stella Mattuttina, una struttura di proprietà e dell'Azione Cattolica della Diocesi di Bergamo».

Il primo obiettivo è stato offrire loro un luogo caldo, un letto accogliente e del cibo. «Ma non ci siamo fermati a questo: ci stiamo preoccupando di garantire loro un po’ di alfabetizzazione e scolarizzazione», chiarisce il sindaco. I più piccoli frequentano le scuole dei dintorni; mentre agli adolescenti è stato chiesto cosa preferissero fare ed alcuni stanno seguendo dei corsi professionali nel campo della ristorazione.

«Guardi, noi siamo come una grande famiglia allargata, e ci comportiamo con i giovani ucraini come faremmo con i nostri figli: se tu vuoi studiare, va bene, studia. Se vuoi andare a lavorare, bene comunque, ma datti da fare. Li stiamo accompagnando a costruire una prospettiva di futuro».

Noi siamo come una grande famiglia allargata, e ci comportiamo con i giovani ucraini come faremmo con i nostri figli: se tu vuoi studiare, va bene, studia. Se vuoi andare a lavorare, bene comunque, ma datti da fare. Li stiamo accompagnando a costruire una prospettiva di futuro».

Giovanni Paolo Locatelli

Per assistere questi profughi, che sono tutti registrati come minori non accompagnati (benché con loro ci siano la direttrice dell’orfanotrofio e altre cinque operatrici), l’amministrazione comunale ha assunto undici nuovi operatori sociali che conoscono l’italiano e l’ucraino: «Abbiamo setacciato le università del nord Italia per scovarli».

Parlando con Locatelli si ha l’impressione che sia tutto facile. «Aziende e persone ci stanno dando una mano e poi ci sono le risorse economiche dello Stato e quelle della Regione: ogni tre mesi inseriamo le spese sostenute sulla piattaforma amministrata da Francesca Ferrandino (nominata commissario delegato per i minori stranieri non accompagnati), e per ora abbiamo ricevuto il rimborso di tutto il necessario».

Sono trascorsi dieci mesi dal loro arrivo e l’accoglienza sembra funzionare alla grande. «A noi questa cosa piace. Ci dà vita. E ci ringiovanisce: qui il 65% dei cittadini è anziano».

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Quella del Comune di Rota d'Imagna è una delle esperienze straordinarie dell'accoglienza rivolta agli adulti e ai bambini scappati dal conflitto in Ucraina.
Ne abbiamo scritto in questo articolo: Un anno di accoglienza agli ucraini: un Paese con le porte aperte.
Abbiamo dedicato un intero capitolo di
VITA magazine di febbraio al racconto di tutto ciò che si è messo in moto in Italia per accogliere i 170mila rifugiati ucraini giunti nel nostro paese: mai si era vista tanta mobilitazione attiva.
Poche polemiche, ma tanto impegno, tanta inventiva e tanta fatica. Così moltissime famiglie e realtà del Terzo settore hanno scritto una pagina straordinaria della storia del nostro Paese. Nel nome dell’accoglienza e dell’inclusione.

Il 20 febbraio, al Teatro Oscar di Milano, una serata per ricordare un anno dall'invasione e la mobilitazione dei pacificatori. Come quelli di Rota di Imegna.


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