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Salesiani, il grazie di Don Antúnez: «Caro Francesco, hai promosso una Chiesa povera e al servizio»

Nella ricorrenza dei dieci anni dall'elezione di papa Bergoglio, l'evento a cui è dedicato il nuovo numero di VITA Magazine, il presidente di Missioni don Bosco, anch'egli argentino, invia una lettera aperta al pontefice: «Tu sei così, un vento che soffia e che vuole che la Chiesa, con ognuno di noi, possa sentire questo vento come una nuova Pentecoste»

di Nicola Varcasia

La sera dell’elezione a Papa di Jorge Mario Bergoglio, don Daniel Antúnez, oggi presidente di Missioni don Bosco, si trovava insieme con monsignor Joaquín Mariano Sucunza, vescovo vicario di Buenos Aires, a seguire la diretta televisiva da piazza San Pietro.

Mentre i fedeli presenti in Vaticano si interrogavano sull’identità del nuovo successore di Pietro, in tutta l’Argentina e l’America Latina fu un’esplosione di gioia e fu subito colto il senso della scelta del Sacro Collegio. Il ricordo ma, soprattutto, il messaggio ancora vivo di quel momento, viene espresso da don Antúnez, allora membro dell’Ispettoria salesiana dell’Argentina, in una lettera aperta a papa Francesco di cui riproponiamo qui di seguito alcuni stralci. Proprio ai dieci anni del pontificato di Francesco è dedicato il nuovo numero di VITA Magazine, in cui è presente anche un ricordo da parte di don Daniel.

«Caro Francesco, celebro con te e con tutti i battezzati la tua missione, e soprattutto il servizio, di guida della nostra Chiesa in cammino», inizia la lettera che poi ricorda sia la sorpresa per l’elezione di un «argentino» sia la scelta del nome Francesco: « È stato il primo segnale di una volontà che con il tempo è diventata segno di identità».

Intenso è anche il riconoscimento della capacità del Papa di aver trasmesso al mondo ciò che è fondamentale: «L’amore per i poveri, i bisognosi, i peccatori, soprattutto lo stimolo a vedere in loro un Dio misericordioso, tenero e vicino. E sei andato oltre, promuovendo una Chiesa povera e al servizio, che non deve seguire le strade del potere e dei beni materiali … capace di mostrare al mondo il volto di un Dio che invita ad andare incontro all’altro».

Come hai detto, tu arrivi dalla fine del mondo dove il vento ti spinge ad andare avanti; così è il vento in Patagonia: non ti lascia stare in piedi, fermo. È un’aria che rinnova, rimuove e, soprattutto, ti muove. In questo mi sento di dire che tu sei così, un vento che soffia e che vuole che la Chiesa, con ognuno di noi, possa sentire questo vento come una nuova Pentecoste. Non dobbiamo avere paura, lasciamo operare lo Spirito che rinnova tutte le cose!

Potete leggere la lettera cliccando qui


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