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Erri De Luca in Ucraina: «Dimostriamo un po’ di fraternità a un popolo aggredito»

Lo scrittore è partito con la carovana della rete "Stop The War Now". È in viaggio con altri 150 volontari e 30 furgoni carichi di 20 tonnellate di aiuti umanitari e 20 generatori di corrente. Sono diretti ad Odessa e Mykolaiv per sostenere la popolazione civile. «Non possiamo decidere le sorti della guerra, possiamo dichiarare le sorti della pace», spiega De Luca. «L’Ucraina si trova in uno dei deserti della storia, noi portiamo qualche goccia che in un deserto non è mai sprecata»

di Fabrizio Floris

È partita da Padova la carovana diretta in Ucraina organizzata dalla rete “Stop The War Now formata da oltre 180 organizzazioni della società civile italiana. Un gruppo di 150 volontari provenienti da numerose città italiane è in viaggio con 30 furgoni carichi di 20 tonnellate di aiuti umanitari e 20 generatori di corrente. Sono diretti ad Odessa e Mykolaiv per sostenere concretamente la popolazione civile.

I generatori sono stati acquistati grazie alla raccolta fondi avvenuta nelle sedi della Cgil e al contributo della Diocesi di Bologna e saranno donati ai centri di accoglienza gestiti dal sindacato Fpu e all’ospedale pediatrico di Odessa, serviranno ad alimentare dissalatori per l'acqua, rifugi anti-aerei e alcuni centri per la distribuzione di aiuti umanitari della Caritas.

«Come rete», ha spiegato Giampiero Cofano della Comunità Papa Giovanni XXIII, «proponiamo una presenza civile nonviolenta: non porteremo armi, ma aiuti concreti e un segno di fratellanza. Nella società civile è viva infatti la voglia di abitare il conflitto, andando a condividere la vita con le persone coinvolte in una guerra che non hanno scelto. Chiediamo il dialogo, la riapertura dei negoziati di pace perché purtroppo l’inizio della primavera segna per l’Ucraina un periodo di angoscia: il disgelo porta a una recrudescenza del conflitto. La cosa più commovente è che una piccola comunità di Mykolaiv ci attende per accoglierci con quel poco che hanno nei loro rifugi. Andiamo a Mykolaiv per non abbandonarli al loro incerto destino e far sì che si possano sentire un po' meno soli. Abbiamo paura, ma il desiderio di poter abbracciare coloro che hanno ferite profonde ci fa superare con coraggio tutto ciò. Le nostre iniziative si caratterizzano attraverso gesti di condivisione diretta, ed è per questo che andiamo verso il fronte dove la gente è più sola e spaventata, dove ci sono i dimenticati e talvolta irraggiungibili, di cui nessuno parla».

Tra i volontari lo scrittore Erri De Luca che ha dichiarato: «Noi siamo dei disarmati volontari che portano assieme alla fraternità qualche genere di sussistenza, medicine, cibo, pannolini per i bambini più piccoli dell’orfanotrofio. Dimostriamo un po’ di fraternità, il nostro popolo, il popolo italiano è vicino a un popolo europeo aggredito, non possiamo fare più di questo, dimostriamo questa nostra vicinanza. Noi siamo semplicemente una delegazione di tutti quelli che ci hanno aiutato a riempire questi furgoni, tutti quelli che con le loro offerte ci hanno fatto fare questi viaggi, io ne ho già fatti dieci, noi siamo una delegazione di un popolo d’Europa che sta a fianco di quest’altro popolo, non possiamo decidere le sorti della guerra, possiamo dichiarare le sorti della pace […]. L’Ucraina si trova in uno dei deserti della storia, noi portiamo qualche goccia che in un deserto non è mai sprecata».

Credit foto Marco Tassinari


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