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Omofobia: tutelare anche le persone con demenza

In occasione della Giornata mondiale del 17 maggio, ecco un manuale anche in italiano per operatori della sanità e del sociale su come fornire cure e assistenza combattendo pregiudizi e discriminazioni, nel rispetto del sesso, dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale

di Redazione

Fornire a tutti coloro che lavorano nel campo sanitario e sociale – sia a stretto contatto con le persone che a livello organizzativo e decisionale – una serie di indicazioni su come offrire assistenza e supporto sensibili, appropriati e di buona qualità alle persone con demenza e ai loro familiari e caregiver rispettando il sesso, l’identità di genere e l’orientamento sessuale di ciascuno.

È l’obiettivo di “Sesso, genere e sessualità nel contesto della demenza: una guida per sensibilizzare gli operatori sanitari e sociali”, documento realizzato da Alzheimer Europe che la Federazione Alzheimer Italia diffonde nel nostro Paese in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia che si celebra ogni anno il 17 maggio. La guida completa in lingua italiana è disponibile a questo link.

Anche se in anni recenti si sta diffondendo una crescente consapevolezza su questi temi, la società è ancora fortemente influenzata da presupposti eteronormativi – cioè che tutti siano eterosessuali, si identifichino con il sesso attribuito loro alla nascita e vivano in una famiglia biologica – e interessata da fenomeni di omofobia, transfobia e sessismo. Questo si riflette anche nell’attività di cura e supporto, portando spesso a pregiudizi e generalizzazioni su ciò che le persone con demenza vorrebbero o di cui avrebbero bisogno e su quelli che vengono considerati comportamenti “normali” o accettabili.

La guida realizzata da Alzheimer Europe vuole quindi porre l’attenzione sulla necessità di una maggiore attenzione e sensibilità verso il benessere, i bisogni e i desideri di tutte le persone con demenza, che siano uomini, donne e persone non binarie, che vivano da sole o con un o una partner e che siano o meno sessualmente attive. È uno strumento che si rivolge in primo luogo a chi lavora ogni giorno con e per le persone con demenza, ma che vuole anche sensibilizzare tutta la società sulla necessità di combattere le discriminazioni e le disuguaglianze sociali ed economiche che impediscono di garantire a ogni individuo l’accesso a una cura e un’assistenza complete e appropriate indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale.

I suggerimenti non fanno riferimento solo alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, ma la loro esperienza è centrale nel documento, perché si trovano più spesso delle persone eterosessuali e cisgender (che si riconoscono cioè nel sesso attribuito loro alla nascita) a dover fronteggiare difficoltà e discriminazioni basate sulla loro identità di genere e sul loro orientamento sessuale.

Le principali raccomandazioni

· Non dare per scontato che tutte le persone con demenza siano eterosessuali e cisgender. È necessario invece ricordare che una persona è più della sua identità di genere e del suo orientamento sessuale, oltre che della diagnosi di demenza.

· Le disuguaglianze di genere e orientamento sessuale possono avere un grande impatto sulla possibilità di ottenere una diagnosi tempestiva e di accedere alle cure: una persona appartenente alla comunità LGBTQ+, per esempio, ha molte più probabilità di vivere sola anche in età avanzata, così come le donne, che spesso hanno anche un reddito inferiore a quello degli uomini. È compito di ciascuno pensare come combattere questo impatto con il proprio lavoro e sostenere le persone che si sospetta possano avere la demenza, aiutandole ad accedere alla diagnosi.

· È importante sostenere le persone con demenza affinché rimangano fedeli alla loro identità di genere (per esempio rivolgendosi a loro usando il pronome da loro scelto o permettendo loro di vestirsi come desiderano), evitando invece di fare pressione affinché esprimano aspetti della loro identità se non vogliono o non si sentono sicure. È fondamentale garantire che possano decidere da sole, con il supporto necessario, chi informare di cosa.

· I partner e i familiari scelti vanno coinvolti nella cura e nell’assistenza, anche se non sono formalmente o legalmente riconosciuti come tali o non provengono dalla famiglia biologica. Non bisogna dare per scontato che tutti abbiano una famiglia – biologica o scelta, legalmente riconosciuta o meno – tenendo presente che aspetti come lo stato civile e la presenza o meno di figli non sono necessariamente il risultato di scelte e preferenze individuali.

· Le persone trans vanno aiutate a proseguire le terapie e i trattamenti medici di cui possono avere bisogno per mantenere la loro identità di genere

· È necessario sfidare l’ipotesi che la sessualità e le relazioni siano inappropriate per le persone con demenza. Le persone con demenza devono essere coinvolte il più possibile in tutte le decisioni relative alla propria sessualità.

· È importante riflettere sul proprio linguaggio ed evitare espressioni o battute inappropriate basate sull’aspetto, l’abbigliamento o i modi di fare.

· Bisogna evitare di proporre alle persone con demenza solo attività stereotipicamente associate a un genere e di escludere le persone dalle attività sulla base del loro sesso.

· Ognuno può contribuire a sensibilizzare sulle esperienze, i diritti e le esigenze delle persone LGBTQ+, impegnandosi per costruire un ambiente e un’atmosfera in cui ogni individuo si senta accolto e al sicuro e combattendo e denunciando ogni forma di discriminazione e violenza.

· È importante promuovere la diversità e l’inclusione di persone con diverse identità di genere e orientamenti sessuali nel settore socio-sanitario, coinvolgendo membri della comunità LGBTQ+ nello sviluppo di servizi e assistenza, in modo da garantire che rispondano ai diversi bisogni e interessi delle persone.

La guida si basa sulla relazione di un gruppo costituito da Alzheimer Europe nel 2021 e comprendente uomini e donne con e senza demenza e con diverse identità di genere e orientamenti sessuali, specialisti provenienti dai settori della demenza, degli studi di genere, dell’etica, dell’invecchiamento, della fornitura di servizi, della formazione degli operatori sanitari, dell’assistenza infermieristica e della psicologia.

(Photo by Yannis Papanastasopoulos on Unsplash)


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