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Economia & Impresa sociale 

Grande distribuzione, stipendi: il 63% delle imprese persegue la parità

È uno dei dati migliori del report di sostenibilità del settore presentato da Federdistribuzione. Altre indicazioni positive sul fronte dell’impatto sociale e ambientale. Il 92% delle aziende collabora con il Banco alimentare e il 95% delle aziende impiega energia rinnovabile

di Nicola Varcasia

Passi avanti nel segno dell’impatto sociale, ambientale ed economico. Sono quelli fatti registrare dal report di sostenibilità di settore della grande distribuzione, presentato al Senato. Con l’obiettivo di contribuire a ridurre l’impatto ambientale, ad oggi il 53% delle aziende ha adottato policy formalizzate, il 42% investe in tecnologie innovative per ridurre le emissioni e circa un terzo ha sviluppato attività di compensazione e campagne informative rivolte a dipendenti e consumatori. In ambito di mobilità sostenibile, il 79% delle aziende ha intrapreso azioni concrete, tra le quali l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche, l’efficientamento della localizzazione dei depositi e l’uso di mezzi elettrici. Le imprese della distribuzione svolgono inoltre un ruolo di primo piano nella riduzione dei consumi energetici: il 95% delle aziende impiega energia rinnovabile, l’89% autoproduce elettricità da fonti rinnovabili e il 58% acquista energia green da fornitori terzi. Per quanto riguarda l’impegno a incrementare la circolarità, tracciabilità e trasparenza relativa ai prodotti, le aziende dimostrano una crescente attenzione: il 74% ha in essere azioni di sensibilizzazione dei propri dipendenti rispetto alla gestione dei rifiuti non alimentari e il 63% ha in essere iniziative per incrementare la percentuale di rifiuti destinati al recupero. L’89% delle imprese è impegnata a ridurre l’uso di plastica e a introdurre materiali più sostenibili negli imballaggi.

«I dati del Report di Sostenibilità di Settore mettono in evidenza l’impatto positivo, ambientale, sociale ed economico, delle imprese della Distribuzione Moderna, rendendone sempre più rilevante la presenza sul territorio e il valore generato nelle comunità locali. Crescita sostenibile, responsabilità sociale e attenzione all’ambiente sono valori di riferimento che guidano quotidianamente le aziende del settore distributivo, che si riflettono nel servizio essenziale di cui beneficiano quotidianamente milioni di persone, così come nel ruolo fondamentale a sostegno delle filiere di eccellenza del made in Italy e nello sviluppo di iniziative che contribuiscono all’economia circolare e alla riduzione delle emissioni. Il nostro è un settore che guarda al futuro e investe in innovazione, la Distribuzione Moderna continuerà quindi a svolgere un ruolo da protagonista nella crescita e nello sviluppo sostenibile del Paese». ha dichiarato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione.

Il report, curato da Federdistribuzione con il supporto metodologico di Altis Università Cattolica, ha fatto emergere la fondamentale rilevanza per il settore dei temi che riguardano la lotta allo spreco, l’educazione e la sicurezza alimentare: il 92% delle aziende dispone di una politica formalizzata sulla sicurezza dei prodotti alimentari e il 67% effettua rigorosi audit in fase di approvvigionamento dai fornitori. Il 58% promuove iniziative di sensibilizzazione a studenti delle scuole sui temi della corretta alimentazione. Quasi la totalità delle aziende della distribuzione (92%) ha in essere una collaborazione con il Banco Alimentare e l’83% collaborazioni con enti per gestire la donazione e la redistribuzione delle eccedenze alimentari.

«Il report è un ulteriore passo in avanti di un percorso avviato insieme a Federdistribuzione oltre dieci anni fa e che ha portato alla pubblicazione di quattro bilanci di sostenibilità di settore della distribuzione moderna tra il 2012 e il 2020. L’analisi quali-quantitativa condotta, con riferimento al biennio 2021-22, ha evidenziato come gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu, siano ormai stati adottati dalle imprese come elemento guida del proprio impegno. Lo mettono in luce i dati raccolti sui sei principali Sdgs che sono emersi come i più rilevanti per il contributo fornito dalle aziende grazie alle numerose attività e iniziative in essere, che si configurano come best practice», ha dichiarato Stella Gubelli, ad di Altis advisory.

L’analisi del Report evidenzia infine l’importanza che le aziende assegnano alle persone e alla salute psico-fisica dell’individuo: emerge che 8 aziende su 10 hanno adottato una policy formalizzata per garantire la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Il 42% delle imprese ha avviato iniziative specifiche per il benessere dei collaboratori, con particolare attenzione al welfare aziendale. Non mancano, infine, le iniziative per favorire equità, difesa delle categorie più svantaggiate e protette: il 63% delle imprese ha formalizzato una policy di equità per garantire pari retribuzione. Il 74% ha adottato un codice etico dedicato al tema dei diritti umani che affianca l’impegno a favorire l’adozione di buone pratiche lungo tutta la catena di fornitura per tutelare i diritti umani e valorizzare le eccellenze del territorio nazionale e le tipicità regionali.

«Voglio fare i miei complimenti all’intero settore della distribuzione per la sensibilità e l’azione efficace dimostrate nel campo della sostenibilità sociale ed ambientale, come dimostra il Report pubblicato da Federdistribuzione. Pubblico e privato devono condividere questi obiettivi e operare insieme per raggiungere risultati importanti per il futuro dei territori, per il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie e anche per la nostra economia. A guidarci in questo percorso è l’articolo 41 della Costituzione, che comprende tra i doveri dell’impresa non solo l’utilità sociale ma – dallo scorso anno – anche la tutela dell’ambiente, grazie alla riforma votata dal Parlamento quasi all’unanimità», ha affermato il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.

Foto di Lucrezia Carnelos su Unsplash


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