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Media, Arte, Cultura

Piazze Connection, la rete dei festival antimafia

Ripartire dalla cultura per creare nuovi codici di comprensione che abbiamo come protagoniste le parole per riflettere su quale stagione di lotta alle mafie si sta vivendo. Parole come quelle che consentono di giocare e dare vita a “Piazze Connection”, la rete di festival nazionali contro le mafie che verrà tenuta a battesimo al Salone del Libro di Torino

di Gilda Sciortino

Cosa succede quando cinque progetti di lettura contro le mafie decidono di unire le proprie forze e mettere le proprie esperienze sul piatto? Ecco, in due parole “Piazze Connection”, la rete nazionale che verrà tenuta a battesimo venerdì 19 maggio al Salone del Libro di Torino, ospiti di Coopculture, partendo da cinque festival che da anni promuovono la cultura e che oggi vogliono mettere in comune strumenti, idee nuove.

Trame – Festival dei libri sulle mafie, che si tiene a Lamezia Terme dal 21 al 25 giugno; Noi contro le mafie, svoltosi in provincia di Reggio Emilia dal 10 al 13 maggio; Raccontiamoci le mafie, in programma a Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Reggio Emilia, promosso dal Comune in collaborazione con Avviso Pubblico dal 24 settembre all’1 ottobre 2023; Legalitria in Puglia, da ottobre a marzo di ogni anno; infine, Restart! –Festival delle creatività antimafia e dei diritti, a Roma, in parte nel quartiere dei Casamonica, dalla fine di settembre ai primi di Ottobre.

Questi i cinque festival che hanno deciso di cominciare a ragionare insieme su un progetto che è solo all’inizio di un percorso, alla cui base ci sono sempre le parole declinate diversamente: a partire dal nome della rete, “Piazze Connection”, che richiama la famosa inchiesta giudiziaria, appunto ”Pizza Connection”, condotta dal 1979 e il 1984 negli Stati uniti dall’FBI, alla quale collaborò anche il giudice Giovanni Falcone.

«Abbiamo cominciato a ragionare insieme qualche mese fa – spiega Nuccio Iovene, presidente di “Trame Festival”, il più antico tra i cinque – arrivando all’idea di una rete di festival contro le mafie e per i diritti. L’obiettivo è intanto quello di rompere l’isolamento che spesso vivono realtà e iniziative come le nostre, poi conoscerci, scambiarci le esperienze e fare riflessioni comuni a partire dal dopo stragi, dalla risposta sociale arrivata dopo quella stagione. La considerazione da cui nasce tutto è che da un po’ di tempo anche l’antimafia ha avvertito una certa stanchezza. Per fortuna non si spara più o si spara di meno, ma questo fa sembrare che la mafia sia diventato un problema secondario, che in un certo senso non esista più. Unire le forze ci consente di riflettere meglio».

Nuove parole, dunque, nuove idee adatte alla fase che si è aperta e che ci troviamo di fronte.

«Intanto lo facciano manovrando le armi che ci stanno più a cuore e che sono l’educazione alla legalità, la cultura, ma anche l’approfondimento, il ragionamento su quali strumenti adottare. Così come alla vigilia del maxi processo ci fu una fase nella quale si misero in atto strategie nuove di lotta alle mafie, per esempio con la legge “Rognoni – La Torre” sulla confisca dei beni ai mafiosi, o il 416 bis, come pure la nascita del pool antimafia grazie al quale si mise in campo una nuova strategia che consentì di ottenere risultati differenti da tutta la fase precedente in cui si negava addirittura l’esistenza della mafia, adesso forse si tratta di ragionare su quali passi fare dal punto di vista legislativo, investigativo, della repressione, certi che tutto quello che abbiamo visto e vissuto nel passato è stato anche frutto di grandi elaborazioni culturali. Noi vogliamo essere uno dei luoghi in cui provare a fare questa riflessione».

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Cinque festival, una rete, uniti da un filo rosso che si passerà il testimone?

«Assolutamente. L’idea è proprio quella di mettere in comune le nostre peculiarità – conclude Iovene – promuovendo eventi comuni. Quest’anno, per esempio, in ognuno dei nostri festival, ci sarà un reading tratto dallo stesso testo, il libro “L’invisibile” di Giacomo Di Girolamo, che si chiude con il sogno della cattura di Matteo Messina Denaro. Estrema l’attualità perché, non sempre accade, il sogno si è realizzato. Poi ci sarà una sorta di staffetta tra i diversi festival in cui racconteremo di questo nostro viaggio in comune, ognuno di noi appuntamento all’evento successivo. Ovviamente la rete è aperta, anzi speriamo di diventare sempre più numerosi».