Politica & Istituzioni

Con la destra al governo riecco il reato di solidarietà

di Riccardo Bonacina

C’è un’ansia nel nuovo governo Meloni di caratterizzarsi su temi fortemente identitari. Il fascista La Russa al Senato, il tradizionalista Fontana alla Camera, il decreto (ma perché poi un decreto? Che urgenza? Quella del giorno dopo?) anti rave che però assomiglia molto a un decreto anti piazza. Ora, e c’era da scommetterci, il turno dei migranti, delle espressioni come “la pacchia è finita”, della “difesa dei confini” (sic), degli “sbarchi selettivi”, dei “carichi residuali”. Definizioni inaccettabili, linguaggio della burocrazia più disumana, dietro la quale, sempre si sono rifugiate le politiche contro l’uomo e l’umanità.

Questa volta Salvini agisce per procura, al ministero degli Interni c’è il suo prefetto di fiducia (era già suo capo di Gabinetto quando era lui a sedere al Viminale), Matteo Piantedosi, e così invece del linguaggio rude e pagliaccesco di Salvini, ecco il burocratese senza anima e umanità del prefetto.

Papa Francesco, nel secondo capitolo della Evangelii Gaudium, dedicata alla cultura e all’economia dello scarto, coglie il punto quando scrive: «gli esclusi non sono “sfruttati”, ma rifiuti, “avanzi”» (EG, 53). Ci voleva un burocrate diventato ministro, come il prefetto Matteo Piantedosi, ad usare l’espressione chiave di queste ore per dire che sulle navi delle Ong bloccate nel porto di Catania, è rimasto un “carico residuale”. I migranti non sono persone, sono residui cosificati. Sono la “schiuma della terra”, come scriveva Hanna Arendt a proposito dei profughi ebrei della Seconda Guerra mondiale.

Purtroppo come la linguistica e le neuroscienze ci insegnano: le parole non descrivono il mondo ma lo creano. Del resto il racconto della Genesi biblica ci indica che Dio chiama l'uomo a nominare il mondo e ciò che lo abita. Quando si dice una cosa, quella cosa “è”, “sta”, è messa al mondo. Parlare di “carichi residuali” e di “sbarchi selettivi” fanno esistere queste espressioni introducendole come realtà mondane e possibili, anzi, già esistenti. Introducono i famigerati campi di filtraggio russi da noi, al porto di Catania.

Con Salvini e Piantedosi ritorna poi il martellamento contro le Ong e le loro imbarcazioni finalizzate al salvataggio dei naufraghi. Non importa che la Geo Barents, la Humanity 1, la Rise Above e la Ocean Viking abbiano agito nel pieno rispetto delle norme (da leggere l’articolo di Anna Spena), tenendo costantemente informati i centri di coordinamento dei soccorsi di ogni fase delle operazioni di salvataggio, a partire dalla segnalazione di nave in pericolo fino alla richiesta di un porto sicuro per far sbarcare i superstiti. Non importa che, secondo le convenzioni internazionali marittime, è preciso compito degli stati responsabili dell’area in cui il soccorso è stato compiuto cooperare per coordinare i soccorsi e designare un porto sicuro per i naufraghi: è solo al momento dello sbarco nel cosiddetto Place of Safety (POS), infatti, che l’operazione di salvataggio può dirsi terminata.

Si ricomincia a mettere nel mirino di accuse assurde chi non ha altro scopo che di salvare vite. Chi esprime tenerezza, chi porge la mano diventa un nemico, così Emergency o Medici senza Frontiere o la Caritas vengono insultati in quanto umanitari. Insomma, ritorna con il nuovo Governo di destra, quella cosa orribile e antiumana che è il reato di solidarietà.

Ritorna tutta la retorica del “dagli all'Ong”. E per questa insensata insistenza la Meloni brucia il rapporto nascente con Macron e la Francia. Affidarsi a Orban che la revisione del trattato di Dublino non l'ha mai voluta?

N.B. 1 Sbarchi e Ong

Dal Cruscotto del ministero degli interni sui 45 mila sbarchi del 2022 gli sbarchi autonomi (barchini e carrette del mare che arrivano direttamente sulle nostre coste) sono il 53,2%. I migranti raccolti a seguito di «eventi Sar» (cioè i naufraghi veri o presunti salvati tra le nostre coste e quelle africane) sono il 46,7%. Di questi, appena il 16% sono quelli presi a bordo da navi delle Organizzazioni non governative, una percentuale abbastanza costante negli ultimi anni. Al 20 ottobre a oggi le navi delle Ong (Geo Barents, Ocean Viking e Humanity 1) hanno soccorso meno di 1.000 persone. Nello stesso periodo, in Italia sono sbarcate quasi 11.000 persone

N.B. 2 Questi i numeri dei PAesi europei riguardanti l'accoglienza

* Germania 1,49m di rifugiati, 232 mila richiedenti asilo

* Francia 543mila rifugiati, 82mila richiedenti asilo

* UK 223mila rifugiati, 83mila richiedenti asilo

* Spagna 219mila rifugiati, 91mila richiedenti asilo

* ITALIA 191mila rifugiati, 53mila richiedenti asilo (Unhcr-IOM)


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