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Dove sono i volontari che Istat non vede? Eccoli qui

di Riccardo Bonacina

A leggere attentamente le cronache di queste ore dell'alluvione in Emilia Romagna oltre al dolore e spesso alla disperazione delle migliaia di sfollati che hanno perso molto o tutto, ci si imbatte anche nella straordinaria energia di solidarietà umana che in queste occasioni si sprigiona.

Le cronache raccontano dei volontari arrivati a tante parti di Italia, dei cittadini che rispondono alle chiamate dei comuni.

Per esempio a Bologna ieri sera erano già più di 4.000 le adesione all’appello lanciato dal Comune sui social e sul sito (comune.bologna.it) per radunare volontari pronti a dare una mano ad affrontare le conseguenze lasciate dal maltempo. A fornire la cifra è la stessa amministrazione, spiegando che «le persone che hanno dato la propria disponibilità verranno ricontattate».

O ancora, come racconta Alessio Nisi su Vita, l'Autorganizzazione come quella che si sono dati i 150 tra adulti e ragazzi dell’oratorio San Giacomo di Imola, «Nel giro di due giorni si sono resi disponibili per qualsiasi necessità», dice con orgoglio al telefono don Beppe.

A Cesena, raccontano le cronache dei colleghi dei media locali, a darsi da fare soprattutto i giovani, muniti di badili, che si sono organizzati sulle chat e tra gruppi di amici per spalare il fango che cantano “Romagna mia”. Tra i gruppi utilizzati vi “Sos Cesena”, già impiegato prima dell'attuale emergenza per piccole necessità di ogni tipo. A Cesena sono decine e decine i volontari che sono arrivati da tutta Italia per dare un aiuto concreto alla popolazione. Ieri da quelle parti, a prendere a colpi di badile il fango e la disperazione c’erano centinaia di persone, accorse da ogni angolo della città senza chiedere, solo per dare. Qualcuno correva incontro agli amici colpiti, altri non conoscevano nessuno, ma erano comunque lì. Studenti universitari, amici, amici di amici.

Come sempre, in occasione di emergenze, già li chiamano “angeli del fango”, più semplicemente noi li chiameremo “volontari di scopo”, ovvero cittadini, giovani o pensionati che si mobilitano volontariamente e gratuitamente per una causa e che poi non diventeranno volontari per sempre e non si organizzeranno dentro una associazione. Il loro è un volontariato temporaneo e di scopo. Un volontariato, utilissimo, commovente anche se non permanente. E forse le organizzazioni di volontariato di cui l'Istat ha certificato nel 2021 un calo dei volontari del 15,7% rispetto al dato del 2015 (un milione di volontari in meno in sei anni) dovrebbero guardare di più a questo potenziale.


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