Formazione per il territorio

Aree interne, fare impresa sociale? Un percorso che si impara insieme

Con il primo modulo formativo per i 9 progetti selezionati è partito "Imprese spericolate", il programma di Fondazione Pietro Pittini, dedicato alla formazione e all'accompagnamento dedicato a organizzazioni già costituite e gruppi informali che vogliono sviluppare progetti a impatto sociale nelle aree interne italiane. I progetti saranno seguiti da un percorso di mentorship personalizzata, fino al momento conclusivo del programma previsto per sabato 18 ottobre 2025

di Alessio Nisi

impresa

Nove progetti imprenditoriali provenienti da contesti montani e rurali di tutta Italia, con una forte presenza di imprenditoria femminili e con focus su turismo sostenibile, rigenerazione di borghi, nuove narrazioni, welfare territoriale, formazione e reti per l’imprenditoria delle aree interne.

Con questi elementi distintivi è partito Imprese spericolate, programma di formazione e accompagnamento che rappresenta la fase due di Percorsi spericolati, un ponte tra formazione e impresa sociale, tra progetto e azione.

Il primo modulo formativo si è tenuto a Ovaro, nel cuore della Carnia (Friuli-Venezia Giulia). Una scelta simbolica, che punta a rimettere al centro territori spesso considerati marginali e a promuovere un diverso approccio all’impresa che nasce dalle montagne, dai piccoli borghi e da chi sceglie di restare e costruire nuove prospettive.

Promosso da Fondazione Pietro Pittini in collaborazione con Meraki – desideri culturali e Magma impresa sociale, il programma è dedicato a organizzazioni già costituite e gruppi informali che vogliono sviluppare progetti a impatto sociale nelle aree interne italiane.

Questo percorso è stato, per me, un punto di svolta. Mi ha permesso di vedere con occhi nuovi il fare impresa, andando oltre gli aspetti tecnici e toccando qualcosa di più profondo: le dinamiche interne, le relazioni, il senso di ciò che facciamo. Da perfetti sconosciuti a veri compagni di viaggio: questo vale moltissimo e mi riempie di gratitudine

Uno dei partecipanti al primo modulo formativo

La restituzione dei progetti

I progetti saranno seguiti da un percorso di mentorship personalizzata, fino al momento conclusivo del programma previsto per sabato 18 ottobre 2025, con un evento pubblico e una restituzione collettiva dei progetti e l’assegnazione del grant da 15mila euro.

L’iniziativa è supportata da Fondazione Friuli, Confcooperative Alpe Adria, Bcc Credifriuli, Legacoop Fvg, Avanzi – Sostenibilità per azioni, Università degli studi di Udine e Rete Rifai.

I 9 progetti selezionati

A Bobbio, in provincia di Piacenza, due sorelle stanno riaprendo la storica “Locanda dei cacciatori” trasformandola in una struttura ricettiva sostenibile. Camere, ristorante, orto e spazi culturali saranno gli elementi di un’offerta turistica pensata per valorizzare il territorio, generare occupazione e attivare sinergie locali.

In Sardegna, a Desulo, “Futuro (è) locale” affronta il tema dello spopolamento nelle zone montane. Il progetto promuove una Scuola d’impresa della montagna e una serie di laboratori ed eventi che coinvolgono giovani e imprese locali, con l’obiettivo di ripensare le aree interne come luoghi di innovazione sociale.

Isola di Stavoli, in provincia di Udine, punta a rivitalizzare il borgo montano di Stavoli, accessibile solo a piedi, con un modello di ospitalità sostenibile e culturale. Tra le azioni: ecoalloggi, cucina attrezzata, festival e residenze artistiche, con l’obiettivo di abitare stabilmente il borgo tutto l’anno.

Prospettive interne unisce architettura, urbanistica, paesaggio e innovazione sociale, con l’obiettivo di rigenerare le aree rurali e montane del Nord Italia. Attraverso interventi partecipati, il gruppo punta a valorizzare il patrimonio locale e coinvolgere le comunità (in particolare i giovani) in processi di co-progettazione e sviluppo territoriale.

Il progetto Narrazioni vive propone un nuovo approccio comunicativo alle aree interne. Attraverso contenuti editoriali, esperienze sul campo e una piattaforma digitale, intende superare gli stereotipi e costruire una narrazione più realistica di chi vive, torna o arriva in questi territori.

In Carnia nasce “Tipsy bear”, una piattaforma che promuove il consumo responsabile di alcol nei locali. L’idea è premiare i comportamenti sicuri attraverso l’uso di criptovalute e incentivi, con l’obiettivo di ridurre gli incidenti legati alla guida in stato di ebbrezza.

Sempre in Carnia, tra i comuni di Comeglians Prato carnico (in provincia di Udine), si sperimenta un modello di rigenerazione partecipata. Ex strutture montane dismesse vengono riattivate attraverso mappature, cantieri di autocostruzione e residenze artistiche, coinvolgendo direttamente la cittadinanza.

A Longarone, il “Dolomiti marketing hub” si propone come punto di riferimento per le piccole imprese delle Dolomiti Bellunesi che intendono rafforzare le proprie competenze in comunicazione e marketing digitale. Il progetto offre formazione e consulenza a operatori turistici, artigiani e professionisti del territorio.

In provincia di Latina, “Discover agropontino” punta a valorizzare un’area poco esplorata dal turismo organizzato. Attraverso una piattaforma digitale e un sistema di esperienze integrate, mette in rete produttori locali, strutture ricettive, guide e artigiani, proponendo itinerari che spaziano dal cicloturismo all’enogastronomia, fino all’arte pubblica e ai racconti delle comunità.

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Un momento del primo modulo formativo di Imprese spericolate, programma di formazione e accompagnamento per progetti a impatto sociale nelle aree interne italiane

Non un semplice incubatore

Imprese spericolate non è un semplice incubatore, ma un percorso pensato per chi vede nell’impresa uno strumento di rigenerazione e cura del territorio. Unisce strategia, sostenibilità e relazioni umane, con l’obiettivo di creare valore condiviso, prima ancora che profitto.

È l’evoluzione naturale di Percorsi spericolati, iniziativa che ormai si prepara alla quinta edizione e che in questi quattro anni ha coinvolto centinaia di giovani, amministrazioni e realtà locali.

Alcuni dei nuovi imprenditori e imprenditrici arrivano proprio da lì, segno di una continuità concreta e radicata nel tempo, portata avanti da Fondazione Pietro Pittini e dai partner con cura.

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In apertura e nel testo foto di Luca Innocente

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