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Maria Elena Boschi

L’Italia oggi è un Paese in cui si può vivere l’avventura bellissima di essere genitori

di Sara De Carli

Intervista alla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, a chiusura della Conferenza della Famiglia. In legge di bilancio più risorse per il reddito di inclusione (ReI), con correttivi che riconoscano le famiglie con più di cinque componenti. Un intervento sulla fiscalità sarà «uno degli obiettivi della prossima legislatura», «al centro della proposta programmatica del Pd».

Famiglia sotto i riflettori per due giorni. Cinque gruppi di lavoro, una quarantina di esperti che hanno portato il loro contributo, tre ministri intervenuti (Padoan, Fedeli e Poletti), l'apertura con il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il saluto della Presidente della Camera, le conclusioni affidate alla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che ha partecipato all'intera due giorni di lavori. Ma il giorno dopo, cosa resta della terza Conferenza Nazionale della Famiglia? Lo abbiamo chiesto alla Sottosegretaria Boschi.

C’è una certezza che la Conferenza le ha dato e che due giorni fa non aveva?
Il fatto che all’interno del mondo dell’associazionismo e tra i vari soggetti che rappresentano la famiglia ci sia una grande disponibilità a dialogare su tutto e con tutti. C’è piena consapevolezza dei bisogni delle famiglie, anche di quelle nuove realtà che a prescindere dal loro riconoscimento giuridico esistono nel nostro Paese: da quelle monogenitoriali a quelle con genitori omosessuali, dalle famiglie di origine straniera alla talvolta complicata situazione dei padri separati, c’è stata grande attenzione a tutte le sfaccettature della famiglia, con un approccio molto concreto.

«L’analisi la conosciamo, dobbiamo puntare a chiudere la Conferenza con una sintesi», si è detto nei giorni precedenti alla Conferenza. Dai tavoli di lavoro sono venute molte proposte concrete, il Governo ha molto sottolineato i vincoli imposti dai conti, il «sentiero stretto» per dirla con il ministro Padoan. Su quali proposte si sente di poter prendere un impegno già nella prossima legge di bilancio?
La legge di bilancio è frutto di un lavoro condiviso nel Governo, ci vorrà un confronto con il ministro Padoan che non a caso era presente alla Conferenza e che ha già indicato i margini stretti della prossima legge di bilancio. Anche lui ha parlato di un rafforzamento del reddito di inclusione (ReI) e a mio avvio si deve valutare seriamente la proposta di rivedere i criteri del ReI tenendo conto della realtà delle famiglie più numerose. È un suggerimento utile. Le altre proposte vanno viste con i numeri alla mano, ad esempio è stata fatta quella di innalzare la soglia delle detrazioni per i figli a carico ma non sono state fatte stime dei costi.

Niente fattore famiglia quindi, nemmeno in una versione “iniziale”?
È una proposta interessante. Il Pd farà della famiglia l’asse della propria proposta programmatica e di conseguenza guardiamo con grande attenzione al tema del fattore famiglia in vista della prossima legislatura: dobbiamo però avere la consapevolezza che una riforma fiscale è una riforma di medio o lungo periodo, visto anche l'impatto che avrebbe sui conti dello stato.

Lei parla di quoziente familiare e non di fattore famiglia.
Il Fattore Famiglia è una delle proposte del Forum delle Famiglie, ma sappiamo che altri guardano anche all'ipotesi del quoziente familiare. Come Pd abbiamo avanzato una proposta di legge diversa, quella a prima firma del senatore Lepri, che punta a stabilire un trasferimento di risorse da parte dello Stato per ogni figlio, fino al 25 anno di età. Ha come elementi di forza l’essere una misura strutturale e universale e di riordinare una materia in cui oggi ci sono molte sovrapposizioni. Questa proposta ha uno spirito diverso dal Fattore Famiglia o dal Quoziente Familliare: non è detto si debba passare a un modello di tassazione diverso dall’attuale, non più su base personale, per sostenere le famiglie. Non scartiamo l’ipotesi, ma servirebbero risorse notevoli e quindi, magari, una gradualità. Un intervento sulla fiscalità che tenga conto dell’elemento familiare, pur senza scardinare il sistema, credo debba essere uno degli obiettivi della prossima legislatura e sarà al centro della proposta programmatica del Pd per i prossimi cinque anni.

Molti interventi hanno sottolineato il fatto che delle politiche familiari siano urgenti e non più procrastinabili: sia perché la situazione è forse già quasi irrecuperabile, sia perché sarebbe strategico inserirsi su questo momento di ripresa per sostenere le coppie che stanno decidendo se avere il figlio rimandato negli anni della crisi.
Si può fare sempre meglio, ma non partiamo dal giorno zero e questo va sottolineato. Nei tre anni e mezzo del Governo Renzi abbiamo adottato misure importanti: il Fondo Non Autosufficienza che abbiamo trovato a zero è stato portato a 450 milioni; la riforma del mercato lavoro ha portato a 918.000 nuovi posti di lavoro; abbiamo approvato e finanziato nuove misure per la conciliazione vita-lavoro, stanziato 100 milioni per la costruzione di nuovi asili nido, destinato un miliardo e mezzo per misure contro la povertà e potrei andare avanti. La prima vera riforma per le famiglie à quella del lavoro, perché qualsiasi contributo è irrilevante se prima non c’è lavoro. Capisco che le famiglie dopo anni di crisi abbiano molte aspettative, cercheremo di trovare altre risorse, ma ricordiamo che non partiamo da zero.

In molti avete riconosciuto l'emergenza legata al crollo della natalità. Lei stessa ha detto che la maternità non deve essere un destino ma una libera scelta e sottolineato però al contempo che lo Stato deve garantire la libertà di essere genitori. Sappiamo che le giovani coppie oggi non hanno tutti i figli che desiderano: lei cosa direbbe a due giovani che vogliono sposarsi e avere figli? Di aspettare ancora?
Essere genitori è una scelta del tutto personale, io posso solo dire che la ripresa economica si sta consolidando, non sarà solo un exploit momentaneo. La crescita dell'occupazione – oltre il 60% dei nuovi posti sono a tempo indeterminato – sarà rafforzata da nuove misure per i giovani, annunciate dal presidente Gentiloni. Avere un lavoro stabile, poter contrarre un mutuo per la casa – abbiamo visto la crescita dei mutui fra i giovani negli ultimi anni – le misure per agevolare baby sitting e asili nido, i bonus per i nuovi nati, possono essere un aiuto concreto per chi decide di avere un figlio. Sono convinta che mettere al mondo dei figli sia una scelta bellissima che esprime anche fiducia nel futuro, perché chi mette al mondo un figlio ha fiducia nel futuro non solo personale ma anche del Paese, i figli e le famiglie sono un valore aggiunto per il Paese, sono un bene per tutti. Avere un figlio non è ovviamente un dovere ma una libera scelta. Lo Stato deve creare le condizioni però perché ci sia davvero la possibilità di scegliere, senza che un figlio diventi quasi un "lusso". Oggi ci sono condizioni migliori per provarci rispetto anche solo a tre anni fa. Ribadisco comunque l’impegno del Pd, anche per la prossima legislatura, a far sì che la famiglia e la genitorialità non siano vissute in solitudine, ma con il sostegno delle istituzioni.

Quindi non pensa che non ci sia più tempo?
No. Penso ai miei nonni che si sono sposati nel 1946, appena mio nonno tornò dalla guerra. Erano contadini, senza una lira, eppure hanno deciso di sposarsi e fare figli. Noi siamo più fortunati rispetto ai nostri nonni, anche se questa crisi economica è stata la più dura del dopoguerra. Abbiamo la possibilità di credere nel futuro perché siamo un Paese con tante potenzialità e capacità. Dopo tre anni di lavoro duro e di riforme strutturali c’è un Paese che si è rimesso in moto; c’è un’Italia che ha più fiducia in se stessa e nel futuro, in cui si può vivere anche l’avventura bellissima dell’essere genitori. Tra le iniziative assunte per sostenere la genitorialita, ricordo ancora le misure a sostegno della conciliazione vita-lavoro, il congedo parentale per i padri – purtroppo quello obbligatorio è ancora ristretto – il welfare aziendale, le risorse destinate alla contrattazione di secondo livello…. Sono tutte misure che aiutano i genitori a non dover scegliere tra lavoro e famiglia.

Ci sono 10mila famiglie che hanno adottato dopo il 2011 e che da poco hanno scoperto che non le spese sostenute non saranno rimborsate perché al momento manca un decreto che autorizzi i rimborsi: il decreto arriverà?
La dottoressa Laura Laera sta lavorando con la Presidenza del Consiglio dei Ministri per i rimborsi del 2011 e le risorse ci sono. Per gli anni successivi si tratta di individuare ulteriori risorse ma forse, direi, anche di valutare criteri diversi che tengano conto delle famiglie con maggiori difficoltà economiche. Valutiamo come, ma certamente vanno rivisti criteri oggi indifferenziati. Le risorse per il 2011, lo ribadisco, ci sono. Una volta terminato il lavoro sul 2011, valuteremo quante risorse ulteriori serviranno.


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