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Inclusione sociale

L’arancina speciale che conquista anche la Camera dei deputati

di Gilda Sciortino

Nasce da un percorso di inclusione sociale di persone con disabilità, in particolare con sindrome di down, il progetto "N'arancina speciale" che, dopo avere conquistato la Sicilia grazie alla bontà di un prodotto nel quale si fondono le eccellenze gastronomiche dell'isola, hanno fatto innamorare anche i parlamentari italiani ai quali hanno regalato un assaggio della loro specialità

Alla carne, al burro, al salmone e avocado, con speck, spinaci e scamorza, zucca, salvia, pancetta e taleggio, ma si potrebbe continuare all’infinito perché l’arancina speciale della cooperativa "Etnos", progetto nato 7 mesi fa circa a Caltanissetta, è declinata in 21 varietà, la cui bontà si può raccontare anche attraverso l’eccellenza gastronomica dei prodotti utilizzati, tutti Presìdi Slow Food e provenienti dai campi di Coldiretti Sicilia ma anche dalla Fattoria Rosanna, marchio commerciale di Restart!, che impegna le donne vittime di violenza nella produzione di erbe aromatiche.

Alla carne, al burro, al salmone e avocado, con speck, spinaci e scamorza, zucca, salvia, pancetta e taleggio, ma si potrebbe continuare all’infinito perché l’arancina speciale della cooperativa "Etnos", progetto nato 7 mesi fa circa a Caltanissetta, è declinata in 21 varietà, la cui bontà si può raccontare anche attraverso l’eccellenza gastronomica dei prodotti utilizzati, tutti Presìdi Slow Food e provenienti dai campi di Coldiretti Sicilia ma anche dalla Fattoria Rosanna marchio commerciale di Restart!, che impegna le donne vittime di violenza nella produzione di erbe aromatiche.

Speciale, questa arancina, lo è sicuramente non solo per il gusto che accompagna il suo aroma ma anche perché è frutto di un percorso di inclusione sociale che coinvolge ragazzi con disabilità diverse tra di loro.

«Non solo raccontiamo la Sicilia attraverso le sue eccellerne – spiega Fabio Ruvolo, presidente di Etnos – ma diamo modo ai nostri ragazzi la possibilità di sperimentarsi concretamente in un’attività che fortifica la loro autostima, ma che anche li emoziona. Abbiamo, infatti, una scuola di autonomia che si chiama “Raggi d’Isole”, attraverso la quale rafforziamo il patto educativo e favoriamo l’inserimento lavorativo sia nell’area salata, con il progetto "N'arancina speciale", sia in quella dolce con “Equo Cream” che produce il gelato e la pasticceria del territorio. I ragazzi vengono coinvolti nei vari settori, chi nella vendita, chi nella produzione, altri nelle pulizie. Ben presto apriremo l’orto sociale, che ci permetterà di creare una specifica filiera con i prodotti che confluiranno sia nel dolce sia nel salato».

Che l’arancina speciale dei ragazzi di Etnos faccia bene anche al cuore e allo spirito lo hanno capito pure i nostri parlamentari che, in occasione della "Giornata Mondiale della Sindrome di Down", hanno voluto accogliere una rappresentanza di nove dipendenti per ascoltare una storia imprenditoriale di successo; narrazione suggellata dall’assaggio delle speciali arancine alla carne e ai quattro formaggi. Un’esperienza non certo consueta, ma che si spera sia utile a gettare le basi per future iniziative che trovino il sostegno dell’istituzione pubblica.

«Siamo usciti convinti che stiamo facendo veramente qualcosa di buono – aggiunge il presidente della cooperativa Etnos – . Anche i ragazzi erano entusiasti e le emozioni vissute costituiranno la carica per fare sempre meglio. Un bagno di folla lo hanno già fatto quando, lo scorso fine settimana, siamo stati ospiti dei Giardini del Teatro Massimo, a Palermo, in occasione di un’iniziativa organizzata dall’associazione “SporT21” per fare il punto sulle politiche regionali per i ragazzi con sindrome di down. Un primo assaggio del consenso che stanno raccogliendo da più parti».

«Hanno capito che la nostra è veramente speciale come arancina – dice Manuela, 24 anni, addetta alla vendita, la cui passione per questa attività si unisce a quella del canto – . Lo dico perché mi dà modo di conoscere tante persone, soprattutto quelle che apprezzano i nostri prodotti. Ovviamente piace anche a me mangiarle, in modo particolare quella con ventricina, gorgonzola e funghi. Provatela e poi mi dite».

Andrea è capo sala, ma è un leader anche nella vita. Vive da solo ed è uno di quelli che fa parte del progetto del “Dopo di Noi “ che la cooperativa Etnos sta sviluppando attraverso “La Casa di Josè”, pensata per consolidare il percorso di autonomia e di vita indipendente di persone diversamente abili.

«Quando sono in sala nessuno può contestarmi nulla – sottolinea Andrea, 47 anni – ma devo anche confessare che a me piace mangiarle le nostre arancine. Se non sono perfette, il nostro cuoco non le fa uscire. Amo, poi, che la sala sia perfetta, anche nei luoghi in cui organizziamo i nostri eventi, perché i nostri clienti devono essere accolti al meglio».

«Io seguo i ragazzi nell’attività di formazione – aggiunge Alfonso Grillo, animatore e responsabile dell’area della ristorazione inclusiva – e devo dire che mi danno grandi soddisfazioni. Sono da 3 anni in “Raggi d’isole”, il centro diurno che accoglie i ragazzi disabili, e in questo progetto sin dalla sua nascita, occupandomi della loro formazione».

Speciale, lo ribadiamo, questa arancina non solo perché quando la mangi ti viene voglia di passare alla prossima e alla prossina ancora, ma perché dietro c’è un’idea, un pensiero. Una visione che lo scorso 12 novembre lli ha portati a Canale 5, a “Tu si che vales”, facendo innamorare tutti di loro.

«La disabilità è solo negli occhi di chi non sa guardare oltre – ha sottolineato nel corso della puntata Fabio Ruvolo –. Lo dimostra il fatto che le loro abilità sono più forti della loro disabilità».

Provare, anche molto concretamente, per credere. Basta, infatti, fare un salto in via Michele Amari 13, a Caltanissetta, dove la narrazione non sarà solo quella delle 21 specialità di arancina proposte, ma anche e soprattutto del successo personale di questi ragazzi per i quali il futuro è pieno di stelle: quelle gourmet riservate alle eccellenze gastronomiche, ma anche e soprattutto le altre più importanti riservate a chi non teme di rivelare la propria fragilità, anzi la “dona” per farne un’arma di riscatto sociale.


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