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Autismo

«Il posto di lavoro perfetto è dove non mi giudicano se non guardo negli occhi»

di Veronica Rossi

Il 2 di aprile all'interno del centro commerciale Brugnato 5Terre outlet village (Sp) verrà inaugurato un nuovo ristorante, gestito da persone autistiche. Le fondazioni e le cooperative coinvolte nel progetto non sono nuove a questo tipo di iniziative: negli ultimi dieci anni hanno portato avanti diverse attività di ristorazione creando opportunità di lavoro per chi è nello spettro

«Quando sono arrivato alla locanda, per la prima volta nella mia vita mi sono detto: questo è il posto di lavoro che fa per me». Pietro Benelli è uno dei camerieri di Luna Blu, attività ricettiva di La Spezia gestita dalla cooperativa I ragazzi della luna. La struttura è stata realizzata dalla Fondazione Carispezia, la quale, tramite Fondazione Aut aut – ente nato nel 2017 su impulso della Fondazione Carispezia, della Fondazione Il domani dell'autismo e Agapo Odv – l'ha affidata in comodato d'uso gratuito alla Fondazione Il domani dell'autismo e alla cooperativa, sua emanazione. La Fondazione Il domani dell'autismo ha avviato anche un'altra cooperativa, Luna Blu, per la gestione di un forno a Lerici (Sp). Il 2 di aprile, verrà inaugurato un nuovo ristorante all’interno di un centro commerciale, il Brugnato 5Terre outlet village. Tutte queste strutture hanno una particolarità: l’intero staff è composto da persone nello spettro autistico. «Finalmente ho trovato un posto in cui non mi giudicano male perché indosso un cappello di cuoio o perché non guardo negli occhi», continua Benelli, «è il luogo di lavoro perfetto».

Il percorso che ha portato alla Luna blu è partito da lontano. «L’idea è nata all’inizio degli anni 10 del 2000», racconta Alberto Brunetti, presidente della Fondazione Il domani dell’autismo e coordinatore del progetto. «Nel 2013 abbiamo iniziato un percorso con l’istituto alberghiero serale e nel frattempo abbiamo presentato una proposta alla Fondazione Carispezia, che l’ha accolta: nel 2014 ha iniziato i lavori di realizzazione della locanda Luna blu a La Spezia, una struttura ricettivo-alberghiera con annesso laboratorio per la produzione di pasta». All’inizio, le persone impiegate realizzavano il cibo che loro stessi avrebbero consumato; da qui a preparare pasti per altri il passo è stato breve e così è nato anche il ristorante. Da quella essicata si è anche passati alla pasta ripiena: un’ulteriore salto di qualità, che ha portato alla preparazione di ravioli, che hanno continuato a essere un prodotto apprezzatissimo anche durante le chiusure dovute alla pandemia. «A Natale 2020 il locale era chiuso», ricorda Benelli, «ma la gente è comunque venuta a prendere moltissimi chili di ravioli».

«Siamo partiti con cinque ragazzi, ora seguiamo 80 persone, dai due ai 56 anni», afferma il presidente della Fondazione Il domani dell’autismo. «Abbiamo organizzato un sistema di presa in carico che è quella che ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio, abbiamo molte attività, da quelle occupazionali, che interessano circa il 15% dei nostri utenti, a quelle di supporto psicoeducativo». Per chi è neurodivergente avere un impiego in cui ci sia attenzione ai suoi bisogni è un elemento fondamentale di benessere. «La cosa più bella del mio lavoro è il contatto con il pubblico», dice il cameriere. «La ristorazione mi piace, perché ci posso mettere il mio estro; apprezzo anche l’intera struttura, come ci troviamo tra noi colleghi: non ci sono invidie tra noi». Anche se l’ambiente lavorativo è positivo, non mancano alcune difficoltà momentanee. «Non mi piacciono i clienti brontoloni, che hanno sempre qualcosa da ridire», aggiunge Benelli. «Certo, se qualcuno può insegnarmi qualcosa ben venga, ma non amo chi commenta o denigra il lavoro mio e dei miei colleghi solo perché si crede chissà chi».

L’ultima aggiunta alle attività della Fondazione Aut aut arriva da una proposta di Marina Acconci, amministratrice delegata della San Mauro spa, società proprietaria del Brugnato 5Terre outlet village. «Ci abbiamo pensato quattro o cinque giorni e poi abbiamo detto di si», commenta Brunelli. Per i dipendenti della cooperativa Luna blu questo nuovo ristorante sarà una bella sfida. «Ci cimenteremo in situazioni alle quali non siamo abituati», chiosa Brunetti. «Una persona che viene alla locanda Luna blu solitamente sa di cosa si tratta e entra con uno spirito di accettazione rispetto alle piccole sbavature che possono esserci, come leggeri ritardi o consegne errate. All’outlet, invece, sarà tutto più veloce, i clienti non avranno tempo di rendersi conto della nostra natura». Se un centro commerciale può essere fonte di stimoli particolarmente pesanti per le persone nello spettro autistico, le contromisure sono state prese: l’orario lavorativo sarà ridotto a quattro o cinque ore al giorno. In più, per facilitare il compito dei camerieri, nella sala sono state create quattro sezioni, contraddistinte dai colori delle sedie, ognuna affidata a una persona diversa. Il locale, inoltre, si trova in un piano a sé, lontano dal via vai caotico di chi sta facendo shopping. «Ci preoccupano di più i giochi per bambini che sono sotto il ristorante», confida il coordinatore del progetto, «perché gran parte del nostro personale di sala e di cucina mal sopporta le urla che spesso i più piccoli fanno. Ma, essendo noi all’interno del ristorante, non ci dovrebbero essere problemi». Centrale, nelle attività di Luna blu, è un concetto: quello che offre è un vero lavoro, all’interno di ristoranti in cui i clienti entrano – pur in un’ottica di accettazione, che è buona norma mantenere in linea generale – per avere un servizio. «Tendenzialmente non diciamo prima quello che siamo», afferma Brunetti. «non lo scriviamo su Booking o su Tripadvisor». Secondo le parole di Pietro Benelli, infatti, in un posto di lavoro, al personale basta dare indicazioni chiare su cosa deve fare e metterlo nelle condizioni di svolgere al meglio la propria attività, creando un ambiente in cui ognuno – a prescindere dal suo funzionamento – possa esprimersi e dare il meglio di sé. «Se ci fosse una fantomatica pillola per curare l’autismo non la prenderei», conclude il cameriere. «La diversità è ciò che rende bello il mondo».


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