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Inclusione sociale

BarConi, la gelateria sociale senza confini

di Gilda Sciortino

Dopo una prima stagione durante la quale si sono sperimentati in un’attività per loro del tutto nuova, Malick, Leslie e Christine hanno riaperto “BarConi”, la gelateria che sta portando ancora più gusto a Ballarò, nel cuore del centro storico di Palermo. Un luogo nel quale provare un gelato artigianale che porta la firma di Antonio Cappadonia, ma anche uno spazio nel quale il riscatto sociale si gusta attraverso le diverse culture del mondo

Se per tutti i migranti che arrivano sulle nostre coste sono legati a una storia la maggior parte delle volte di morte, i “barconi” della nostra storia sono sinonimo di gustosa rinascita. Per Malick, Leslie e Christine, infatti, essere stati scelti per lavorare e oggi gestire la gelateria sociale che sorge in piazza Mediterraneo, alle porte del mercato di Ballarò, è stata una vera e propria scommessa che oggi ha il sapore della vittoria.

«Non potevo certo immaginare che un giorno sentire la parola “barconi” mi avrebbe fatto felice – afferma il ventiduenne Alagie Malick Ceesay, originario del Gambia, da sei anni in Italia –. Ho viaggiato per cinque mesi prima di raggiungere Pozzallo, in provincia di Ragusa, e avevo solo sedici anni. Da allora mi sembra sia passata un’eternità. Per me oggi “barconi” è sinonimo di speranza. Essere qua è una responsabilità che sento tutta».

Nata un anno fa da un’idea di Moltivolti, ristorante del centro storico di Palermo che ha come mood il cibo dal mondo, “BarConi” è oggi un punto di riferimento per chi ama il gelato e vuole allo stesso tempo gustarlo in un luogo speciale. Ballarò speciale lo è sicuramente, ma la scommessa è stata anche di chi la materia prima e il supporto tecnico li ha voluti offrire credendo al progetto, come Antonio Cappadonia, uno dei più noti maestri gelatieri in Italia, originario di Cerda, vincitore di innumerevoli premi e riconoscimenti anche nel 2023 per il quinto anno consecutivo, come “I Tre Coni” del Gambero Rosso, sviluppando proprio a Palermo un format di gelaterie artigianali.

Dalla Costa d’Avorio, invece, arrivano Leslie Assie Chacou e Essoh Essi Armelle Christine , neanche venti anni entrambe, che accolgono chiunque con un sorriso che illumina non solo il loro volto, ma trasforma lo spazio attorno a loro.

Difficile non accettare i loro consigli su quale gusto scegliere: «Il bacio di Dama è perfetto dentro le due cialde di biscotto. Faccia la prova». E hanno ragione, tanta ragione da avere voglia di fare subito dopo il bis.

Anche Leslie e Chistine hanno lavorato tanto durante la prima stagione e hanno continuato a farlo anche durante la chiusura stagionale, formandosi sia sulle caratteristiche della vendita di gelati sia nella gestione di uno spazio che richiede la giusta relazione con il pubblico. Chi, infatti, sceglie di andare a prendere un gelato da BarConi lo fa per la bontà del prodotto, ma anche perché dietro al bancone trova tanta gentilezza, evidente amore per il lavoro che sta facendo, voglia di crescere. Lo si avverte subito.

«Avere riaperto ci rende felici – dicono Leslie e Christine, rispettivamente da sei anni e da dieci anni in Italia – e siano pronti a regalare emozioni attraverso la bontà dei nostri prodotti. È stato bellissimo lavorare con Antonio Cappadonia dal quale abbiamo imparato tanto. Siamo veramente contenti di avere avuto questa opportunità che siamo certi ci offrirà molte occasioni di crescita».

Un risultato non indifferente, quello raggiunto dopo un percorso che non era detto portasse ai risultati sperati.

«Siamo orgogliosi del cammino fatto dai nostri ragazzi – sottolinea Antonio Campo, chef di Moltivolti, punto di riferimento per i tre giovani imprenditori – perché sin da subito hanno lavorato sodo, dimostrando di volere imparare tutto quello che dovevano sapere su questo mestiere. Moltivolti ha dato loro molto soprattutto per quel che riguarda il rapportarsi con la clientela. Un bel banco di prova. Quando ci hanno detto che volevano essere autonomi io ero un po’ preoccupato, ma solo perché so quanto possa essere difficile gestire un’attività imprenditoriale nel campo della ristorazione. Ci hanno, però, subito dimostrato di essere capaci di fare da soli. La riapertura, dopo la normale pausa invernale propria di ogni gelateria che si rispetti, l’hanno organizzata loro, decidendo, sperimentando, mettendo ogni cosa a punto per ripartire come se non fossero mai stati chiusi. Ed è stato un successo, la gente è arrivata anche da molto lontano per gustare uno di questi gelati, ma anche per parlare con loro e farsi raccontare quel che era successo nella loro vita nei mesi scorsi. Siamo stati le loro stampelle, che stanno dimostrando di non avere quasi più bisogno. Stanno realizzando la nostra idea iniziale e cioè diventare autonomi e potere pensare anche a un futuro in questo campo nei loro paesi di origine. Ne avrebbero tutte le potenzialità».

A differenza dell’anno scorso, quando si era introdotta anche una piccola proposta di prodotti salati, quest’anno BarConi, oltre ai gelati, ha deciso di proporre un assortimento di dolcezze, ovviamente originarie di diverse nazionalità. Uno su tutti il Basbousa, dolce tipico mediorientale a base di mandorle, acqua rose e anche un po’ di cioccolato, che ha catturato i palati di tutti durante l’inaugurazione. L’attesa nei prossimi giorni, però, è anche per il “Moltivolti”, speciale gusto di gelato a base di arachide salata. «Una vera chicca», promettono gli stessi giovani imprenditori.

Fermarsi a BarConi è veramente un’esperienza, non solo perché il gelato non ha concorrenti, ma soprattutto perché incontrare Malick, Leslie e Christine permette di immergersi in un’umanità senza pari. Parlare con loro, prima di decidere quale scegliere tra i tanti gusti, ti permette di fare un viaggio insieme a loro e, come in un film, mandare a ritroso la moviola attraversando il mare per approdare sulla terra da cui ogni di loro è partito. Un viaggio per tendere loro la stessa mano che oggi tutti e tre ci porgono con un cono gelato o una tazzina di caffè, dimostrandoci che andarsi incontro e volersi capire può essere molto semplice e anche gustosamente piacevole.


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