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KENYA. Osservatore Romano: «Rapimento suore, ecco perché colpiscono le donne»
Per il direttore Gian Maria Vian «i fondamentalisti vedono le volontarie come portatrici di sovvertimento sociale»
di Redazione
«Ancora una volta sono delle donne ad andarci di mezzo e a pagare il prezzo più alto. In quella stessa regione tra Kenya e Somalia solo noi italiani abbiamo già avuto due missionarie martiri: Graziella Fumagalli nel 1995, Annalena Tonelli nel 2003. A esse va poi unita la memoria di Leonella Sgorbati uccisa nel 2006 a Mogadiscio. Speriamo che non ci sia di mezzo la cristianofobia e che vengano rilasciate al più presto».
Così il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, commenta, in un’intervista a il “Corriere della Sera” il rapimento delle due religiose italiane in Kenya, sottolineando che sono state prese di mira «perché sono vicine alle donne del posto e i fondamentalisti ne temono il contagio». Vian quindi spiega che ai suoi lettori ha dato «una notizia di sola cronaca, in seconda pagina, perché non disponevamo di nostre informazioni. Né le consorelle delle rapite né il nunzio a Nairobi hanno saputo dire qualcosa sulla matrice del gesto ed è bene mantenere la massima prudenza». «Sono colpito da questo fatto. Tutti i missionari e i volontari – spiega – sono a rischio, ma si direbbe che le donne siano le più esposte e le più inermi. Non solo perché è più facile rapinare, sequestrare o uccidere delle donne piuttosto che degli uomini, ma perché la figura femminile in contesti fondamentalisti è vista come provocatrice e portatrice di sovvertimento sociale. Anche perché sono vicine alle donne del posto e viene temuto il contagio che ne può venire. La Tonelli ha parlato più volte della cattiva accoglienza di cui era fatta oggetto negli ambienti in cui operava».
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