Non profit

L’85% dei volontari vorrebbe lavorare nel sociale

E' quanto emerge dal nuovo rapporto dell'Amesci, presentato oggi a Napoli

di Redazione

Sono ben 1040 i giovani, sul territorio nazionale, che Amesci ha coinvolto per il proprio Rapporto annuale relativo al 2012, presentato oggi a Napoli con la tavola rotonda 'Partecipazione, competenze, occupabilità. Se crescono i giovani, cresce l'Italia'.

“Abbiamo voluto indagare uno spaccato dei giovani italiani che hanno partecipato a progetti di Scn, Servizio civile nazionale e di giovani stranieri che hanno svolto Servizio volontario europeo, per valutare l’impatto di queste esperienze sulla loro formazione e sulle loro scelte future", dichiara Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci. Il primo dato è che dall’indagine emerge un profilo di giovani desiderosi di impegno sociale e pronti a offrire il proprio contributo al cambiamento. "Per circa il 60% dei giovani il servizio costituisce la loro prima esperienza di impegno e di partecipazione, confermando il ruolo del Scn come attrattore di energie di impegno giovanile", specifica Borrelli. "A sostegno di questo dato è da segnalare che oltre il 40% dei volontari dichiara di aver scelto il Scn per un interesse a svolgere attività di promozione sociale e un 30% per un interesse verso il progetto scelto a fronte di un 15% che indica motivi economici come principale motivazione". Dati che confermano quindi una chiara e diffusa voglia di partecipazione.

I giovani intervistati hanno poi sottolineato l’alto aspetto formativo del Scn. "Grazie all’esperienza, infatti, oltre il 60% dei volontari ha ampliato le proprie competenze informatiche e incrementato le capacità progettuali e organizzative". Un altro dato particolarmente significativo è costituito dal 70% dei giovani intervistati che ha reputato il Servizio Civile Nazionale come uno strumento fortemente orientativo per le future scelte lavorative. "Oltre l’85% dei giovani coinvolti dichiara inoltre la volontà di lavorare nello stesso settore del progetto di Servizio Civile svolto, denotando quindi una classificazione del “sociale” come strumento di sviluppo economico", sottolinea Borrelli. “Questi dati ci confermano la necessità di mettere a sistema le competenze e le conoscenze che i giovani acquisiscono, attraverso le esperienze di impegno civico, con il mondo del lavoro, delle imprese e anche dell’università".

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