Mondo
La Apple paga il 10% di tasse. Ma è in regola
E intanto la California è a un passo dal default
di Redazione
Le ricette per combattere la crisi sinora hanno previsto solo austerità, tagli ai servizi ed aumento selvaggio delle tasse. In America a gennaio scadranno i privilegi di basse tasse per i ricchi concessi da Bush ed ora Obama sostiene che tutti devono pagare nella giusta misura. Così finalmente anche Warren Buffet, terzo più ricco al mondo, forse sarà esaudito nella sua continua richiesta di voler pagare almeno una aliquota più alta di quella che paga la sua segretaria. Pura retorica. Chi rimarrà schiavo del sistema fiscale sarà il solito 99% composto da indifesi cittadini e piccole imprese.
È inutile chiarire che questo non vale per quelli che gli utili li fanno davvero. Così il New York Times racconta della Apple, la più grande azienda al mondo per capitalizzazione di Borsa, che dopo aver fatto profitti per 34,2 miliardi di dollari ha pagato tasse solo per 3,3 (9,8%). Come ha fatto? Ha aperto due agenzie in Irlanda e vi ha trasferito i brevetti e le royalties in cambio di agevolazioni fiscali, ha girato i profitti nel noto paradiso fiscale delle Virgin Island britanniche, ha dirottato i ricavi dei brani musicali in Lussemburgo, che offre enormi agevolazioni, e ha spostato gli uffici amministrativi nel vicino Stato del Nevada, dove le tasse sulle società sono uguali a zero rispetto all’8,84% della California. L’azienda ha precisato al NYT che ha solo applicato le leggi esistenti e che ha pagato tutto il dovuto.
Che sia tutto regolare nessun dubbio. Chiedete però alla povera California, ormai sull’orlo della bancarotta, che non vede neanche un dollaro anche se deve sostenere costi per le migliaia di persone che vivono, lavorano e si spostano nella sede della Apple a Cupertino. Così fanno anche Google, IBM, Microsoft e altre centinaia di multinazionali che pagano pochissime tasse in maniera perfettamente legale mentre gli Stati sono sempre più insolventi per gentile concessione del legislatore eletto con i loro contributi e a beneficio degli azionisti mentre i costi sono a carico del solito contribuente.
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